Venezia 81: il direttore artistico Alberto Barbera sugli eventi più importanti del Festival e le petizioni contro i film israeliani  

Barbera ha espresso soddisfazione per le reazioni positive riscontrate fino a questo punto

Durante la Mostra del Cinema di Venezia, il direttore del festival, Alberto Barbera, ha discusso alcuni degli argomenti più discussi che hanno caratterizzato l’evento finora. Tra le questioni sollevate ci sono state le reazioni ai film proiettati, la strategia di distribuzione di Apple e le petizioni politiche.

Quali sono le considerazioni di Barbera sul Festival di Venezia 81?

Venezia 81 Alberto Barbera - cinemtographe.it

Barbera ha espresso soddisfazione per le reazioni positive riscontrate fino a questo punto, sottolineando che alcuni titoli attesi sono stati accolti con entusiasmo dalla critica e dal pubblico. Tuttavia, ha anche notato che alcune scelte, come la limitata distribuzione in sala di Wolfs da parte di Apple, hanno sollevato interrogativi sulle strategie dell’azienda. Secondo Barbera, la decisione di Apple di ridurre la visibilità in sala per i suoi film potrebbe riflettere un cambiamento più ampio nella loro strategia di investimento cinematografico.

Barbera ha poi affrontato la questione della programmazione di Joker: Folie A Deux, che andrà in onda mercoledì. La scelta di posizionare il film in una data così avanzata è stata attribuita alle richieste specifiche della Warner Bros, mentre altre produzioni hanno cercato spazi diversi. Questo ha sollevato preoccupazioni sul fatto che le tempistiche di programmazione possano influenzare la visibilità e l’accesso ai talenti.

Il direttore del festival è stato anche interrogato riguardo alle petizioni che hanno chiesto il boicottaggio dei film israeliani e che hanno denunciato la mancanza di supporto per i palestinesi. Barbera ha chiarito che la scelta dei film non è influenzata da considerazioni politiche e ha sottolineato che la selezione dei film è basata su meriti artistici piuttosto che su questioni ideologiche. Infine, ha espresso la sua opinione personale riguardo alla situazione in Israele e Gaza, ma ha insistito sul fatto che il festival rimane uno spazio aperto a tutte le opinioni.

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