Into the Fire: La figlia scomparsa – recensione della serie true crime Netflix

Into the Fire: La figlia perduta è un documentario in due puntate ad altissima intensità, duro e terribile come la vita.

Into the Fire: La figlia scomparsa è un nuovo documentario disponibile su Netflix che si inserisce nella scia dei racconti true crime, concentrandosi su storie vere che rivelano le profonde ingiustizie nei confronti delle donne e la sistematica indifferenza delle istituzioni. Disponibile in streaming a partire dal 12 settembre 2024, è un’opera diversa, unica.

E se il true crime è il trend del momento, un nuovo modo di coniugare intrattenimento e documentario, Into The Fire: La ragazza scomparsa non solo vi si inserisce con forza, ma migliora l’ intera categoria. La serie TV ha un punto di vista inusuale, umano: parte dal basso. Da questa operazione difficile, pericolosa, l’intero true crime dovrebbe ripensare ai suoi obiettivi investigativi, ma anche ai valori umani a cui dovrebbe aspirare.

Una docu-serie dolorosa, umana, incredibile

Diretto con una sensibilità particolare verso le emozioni dei protagonisti, il documentario in due puntate racconta l’incredibile storia di Cathy Terkanian e della sua determinata ricerca della figlia perduta, Aundria Bowman, adottata da una famiglia che si rivelerà tutt’altro che sicura.

Aundria Bowman, nata Alexis, fu data in adozione nel 1975 da Cathy, all’epoca una giovane madre di soli 16 anni, che venne convinta che quella fosse la decisione migliore per garantire un futuro migliore alla figlia. Tuttavia, Cathy non poteva immaginare che l’adozione avrebbe portato Aundria nelle mani di Dennis e Brenda Bowman, una coppia apparentemente normale ma in realtà segnata dalla violenza. Aundria scomparve nel 1989, a soli 14 anni, dopo aver denunciato episodi di abusi da parte del padre adottivo Dennis. La sua denuncia, però, fu ignorata dalle istituzioni: scuola, polizia e chiesa chiusero tutti un occhio su quanto stava accadendo. Poco dopo, Aundria fuggì di casa e non fu mai più vista.

La storia di Into the Fire: La figlia scomparsa prende una svolta drammatica quando Cathy riceve, nel 2010, una richiesta dalla polizia per fornire un campione di DNA, con l’intento di identificare un corpo brutalmente ucciso. Solo a quel punto Cathy scopre che sua figlia era scomparsa da più di vent’anni e che le autorità, come lei stessa aveva temuto, non si erano mai preoccupate di cercarla. Da qui, Cathy decide di prendere in mano la situazione, conducendo una propria indagine. La sua determinazione e il suo coraggio diventano il cuore pulsante del documentario.

Con l’aiuto di suo marito Edward e dell’investigatore amatoriale Carl Koppelman, un contabile che aveva creato un database di persone scomparse, Cathy inizia una ricerca ossessiva per trovare la verità su Aundria. Ciò che emerge dalle loro indagini è scioccante: Aundria non era fuggita volontariamente, ma era stata probabilmente uccisa dal padre adottivo, Dennis Bowman, un uomo che aveva già commesso crimini terribili. Bowman sarà poi collegato a un altro omicidio, quello di Kathleen Doyle, una giovane donna uccisa nel 1980. Solo decenni dopo i suoi crimini vengono alla luce, quando ormai è troppo tardi per salvare le vittime.

Il film, diretto con un occhio attento al dramma umano e sociale, evita il sensazionalismo tipico di molti documentari true crime. Sebbene ci siano momenti in cui la narrazione sembra voler celebrare l’istinto materno di Cathy come forza sovrannaturale, la verità della storia è talmente potente da evitare simili retoriche. La cruda realtà di una investigazione, della morte presente in ogni anfratto di questa terribile storia, viene resistituita integra allo spettatore, senza filtri edulcoranti. Into the Fire: La figlia perduta non è solo la cronaca di un’indagine personale, ma una riflessione sul fallimento del sistema giudiziario e sociale nel proteggere le donne più vulnerabili. Il documentario è un chiaro monito su quanto poco contino le vite delle donne in certi contesti e di come le loro sofferenze vengano spesso ignorate o minimizzate.

Uno degli aspetti più toccanti del film è la rappresentazione di Cathy, che appare come una figura straordinariamente potente, quasi una forza della natura. La sua risolutezza e la sua rabbia per l’ingiustizia subita da sua figlia sono palpabili in ogni scena. Cathy non si arrende mai, nemmeno quando tutti sembrano ostacolarla, e il suo coraggio risuona fortemente. È un esempio di determinazione, una madre che combatte per dare a sua figlia una voce, anche dopo la morte.

Tuttavia, il documentario non si limita a raccontare la vicenda di Cathy. Fornisce anche una riflessione profonda su come la società tratta le vittime di violenza. La frase pronunciata dalla zia di Kathleen Doyle, un’altra delle vittime di Dennis Bowman, risuona come un messaggio universale: “Non lasciate che chi ha commesso questi atti terribili sia ricordato. Ricordate le giovani donne che sono morte”. È un monito a tutti coloro che si apprestano a guardare documentari di questo genere: la vera storia è quella delle vittime, non quella dei mostri che hanno rovinato le loro vite.

Into the Fire: La figlia scomparsa, valutazione e conclusione

Into the Fire: La figlia scomparsa è un documentario intenso e terribile, una indagine profonda che colpisce e lascia il segno, non solo per la forza della storia che racconta, ma per il modo in cui ci costringe a riflettere sul valore della vita umana e sul nostro ruolo come spettatori di queste tragedie.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 4.5

3.6

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