Kris Kristofferson è morto: addio alla leggenda della musica e del cinema

Kris Kristofferson, icona della musica country e leggenda del cinema, è scomparso lasciando un vuoto incolmabile nel mondo dello spettacolo. Nato il 22 giugno 1936 a Brownsville, in Texas, Kristofferson ha segnato profondamente l’industria musicale e cinematografica americana, costruendo una carriera che ha attraversato più decenni e influenzato generazioni di artisti.

È morto sabato 28 settembre a Maui, nelle Hawaii. Non è stata specificata la causa del decesso, ma è stato confermato che è morto a casa sua, circondato dalla sua famiglia. Aveva 88 anni. La famiglia ha affermato in una dichiarazione: “È con il cuore pesante che condividiamo la notizia che nostro marito/padre/nonno, Kris Kristofferson, è mancato serenamente sabato 28 settembre a casa. Siamo tutti così fortunati per il tempo trascorso con lui. Grazie per averlo amato per tutti questi anni e quando vedete un arcobaleno, sappiate che ci sta sorridendo dall’alto”.

Dopo aver conseguito una laurea in Letteratura Inglese a Oxford come Rhodes Scholar, Kris Kristofferson abbandonò una promettente carriera accademica e militare per dedicarsi alla musica, una decisione che all’epoca appariva folle ma che lo avrebbe portato a diventare una leggenda.

Kristofferson esplose sulla scena musicale negli anni ’70 con canzoni come Me and Bobby McGee, Sunday Mornin’ Comin’ Down e Help Me Make It Through the Night. Le sue canzoni raccontavano storie di solitudine, rimpianto e redenzione, toccando corde profonde nell’anima dei suoi ascoltatori. La sua voce graffiata e l’approccio crudo alla musica lo resero una figura iconica della scena country. Nel corso della sua carriera, ha collaborato con alcuni dei più grandi nomi della musica, tra cui Johnny Cash, Willie Nelson e Waylon Jennings, con cui ha formato il supergruppo The Highwaymen.

Oltre alla musica, Kristofferson si fece notare anche nel cinema. Il suo ruolo più memorabile fu in È nata una stella (1976) al fianco di Barbra Streisand, che gli valse un Golden Globe. Apparve anche in film come Pat Garrett e Billy the Kid (1973) e Convoy – Trincea d’asfalto (1978). Il suo carisma naturale e il fascino ruvido lo resero perfetto per i ruoli da duro ma sensibile, interpretazioni che divennero il suo marchio di fabbrica.