Meryl Streep e la provocazione all’ONU: “In Afghanistan gatti, uccelli e scoiattoli hanno più libertà delle donne”

Ai margini dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Meryl Streep ha denunciato l'attuale e difficile situazione delle donne afghane.

Una gatta ha più libertà di una donna in Afghanistan”. Con queste perentorie dichiarazioni, l’attrice Premio Oscar Meryl Streep ha aperto il suo intervento alle Nazioni Unite lunedì scorso durante la presentazione di The Sharp Edge of Peace, documentario diretto da Royal Sadat e prodotto dalla regista Leslie Thomas in cui si ripercorrono i difficili negoziati tra le uniche donne del governo afghano con il regime talebano dopo il ritiro degli Stati Uniti avvenuto nel 2021.

Il potente discorso di Meryl Streep alle Nazioni Unite sulle donne afghane

Nell’evento tenutosi a margine dei lavori dell’Assemblea generale, Meryl Streep ha sottolineato che la situazione attuale delle donne afghane è un “lento soffocamento” per via delle leggi attuate dai talebani. “Una gatta può andare a sedersi sul portico di casa e sentire il sole sul viso. Può inseguire uno scoiattolo nel parco. Uno scoiattolo ha più diritti di una ragazza in Afghanistan oggi, perché i parchi pubblici sono stati chiusi alle donne e alle ragazze dai talebani. Un uccello può cantare a Kabul, ma una ragazza no e una donna no in pubblico. È incredibile, è innaturale (…) Metà della popolazione vive come prigioniera”, ha dichiarato l’attrice.

Chiedendo una parità di genere in tutto il paese, Meryl Streep ha sottolineato quanto la situazione delle donne afghane negli ultimi 50 anni sia peggiorata. “Nel 1971 mi sono laureata qui a New York e nello stesso anno le donne in Svizzera hanno ottenuto il diritto di voto. Un diritto di cui le donne afghane godevano già da più di mezzo secolo. Hanno ottenuto questo diritto nel 1919. Negli anni ’70 la maggior parte dei lavoratori pubblici in Afghanistan erano donne, erano medici e insegnanti. C’erano donne avvocato, c’erano donne professioniste di ogni tipo, e poi il mondo le ha abbandonate. I Talebani le hanno private della loro istruzione e del loro lavoro, della loro libertà di parola e di movimento“.

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