La fine del silenzio: il caso di Maria Soledad – recensione del true crime Netflix

Il caso Maria Soledad è un crime raggelante e puntuale, preciso e prevedibile, ma necessario.

Il documentario La fine del silenzio: il caso di Maria Soledad , diretto da Lorena Muñoz e disponibile su Netflix dal 10 ottobre 2024, ricostruisce uno dei casi più sconvolgenti della storia recente dell’Argentina: l’omicidio di Maria Soledad Morales, una studentessa di 17 anni violentata e uccisa nel 1990 nella provincia di Catamarca. Questo crimine ha scatenato una reazione sociale senza precedenti, con le Marce del Silenzio, che hanno contribuito a mettere fine al regime politico della famiglia Saadi.

Un documentario forte e imperdibile, un true crime agghiacciante

Il caso di Maria Soledad - cinematographe.it

Il documentario Maria Soledad: El fin del silencio non è solo una ricostruzione dei fatti avvenuti nel 1990, ma un riflesso del cambiamento sociale e politico che l’Argentina ha attraversato negli ultimi decenni. Lorena Muñoz, regista già nota per lavori come Gilda, no me arrepiento de este amor e El Potro, lo mejor del amor, si avvale di una narrazione che mescola sapientemente la cronaca giudiziaria e il racconto umano, dando voce alle vittime e ai loro legami di amicizia e lealtà.

Il lungometraggio si distingue per la prospettiva femminista e moderna con cui affronta la vicenda, focalizzandosi non solo sulla cronaca del caso, ma anche sulle testimonianze delle compagne di scuola di Maria Soledad. Queste donne, dopo decenni, continuano a lottare per mantenere viva la memoria della loro amica e per denunciare l’impunità che ha caratterizzato il processo. Le loro voci sono il cuore pulsante del film, che diventa così una storia di solidarietà femminile e resistenza al potere. Le amiche di Maria Soledad, ora cinquantenni, portano avanti una battaglia che va oltre la richiesta di giustizia per la loro amica. Attraverso le loro testimonianze, il film esplora temi universali come la solidarietà femminile e la necessità di non dimenticare. Le loro storie individuali arricchiscono la narrazione, trasformando il documentario in una riflessione profonda sulla forza della comunità e sull’importanza della memoria collettiva.

Dal punto di vista tecnico, Maria Soledad: El fin del silencio è un lavoro accurato, con l’uso di materiali d’archivio e interviste con figure chiave come la giornalista Fanny Mandelbaum e la suora Martha Pelloni. Tuttavia, ciò che conferisce al documentario una forza emotiva straordinaria è la capacità di far emergere l’umanità e la commozione nei momenti in cui le compagne di María Soledad raccontano il loro dolore e la loro lotta. Questo aspetto, più che il tradizionale approccio al genere true crime, rende il film un tributo alla sororità e alla resistenza contro la corruzione e l’ingiustizia.

La regia di Muñoz si distingue per un uso attento delle immagini d’archivio e delle interviste, creando un ritmo che mantiene viva l’attenzione dello spettatore senza risultare didascalico. Anche se alcuni passaggi possono apparire prevedibili per chi conosce già la storia, il vero valore aggiunto del film risiede nella capacità di umanizzare il racconto, offrendo una prospettiva intima e commovente.

La fine del silenzio: Il caso di Maria Soledad – valutazione e conclusione

Grazie a una narrazione sensibile e una regia impeccabile, Maria Soledad: El fin del silencio è un documentario essenziale per chiunque voglia comprendere l’impatto che questo caso ha avuto sulla società argentina, soprattutto in relazione ai movimenti femministi come Ni Una Menos. Il mondo soffre ancora di femminicidio e problematiche legate al genere, la violenza di genere in particolare, e opere come questa possono davvero offrire un percorso educativo e pedagogico per la società contemporanea.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.3

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