Luce: la protagonista Marianna Fontana: “attraverso l’immaginazione e la fantasia si può ritrovare la speranza” [VIDEO]

La nostra video intervista all'attrice Marianna Fontana, protagonista del film Luce, presentato ad Alice nella città 2024.

Luce, diretto da Silvia Luzi e Luca Bellino al loro secondo lungometraggio dopo Il cratere, con protagonista Marianna Fontana, è stato presentato ad Alice nella città, la 22ª edizione della sezione parallela alla Festa del Cinema di Roma 2024, giunta invece alla sua 19ma edizione. Con nel cast anche Tommaso Ragno, Luce racconta la vita di una donna, impiegata in una fabbrica per la concia delle pelli, alle prese con un’esistenza che le sta sempre più stretta: le giornate si susseguono tutte uguali, le sue colleghe rischiano spesso di farle perdere la pazienza e quei momenti di maggiore svago che si concede non riescono a darle quel senso di libertà del quale sente di avere bisogno.

Tutto cambia quando dall’altro capo del telefono, a seguito di una singolare modalità di stabilire un contatto con il mondo esterno, una voce, che sembra essere quella di suo padre, inizia a riempire le sue giornate. Il telefono che squilla incessantemente e un dialogo che diventa il momento più atteso della giornata. Luce si rivela così un racconto intimo, delicato nella messa in scena e intriso di amarezza. Un film ambientato in un paesino montuoso dell’Irpinia dove ogni viso è noto, ogni pettegolezzo si insinua nelle case e nelle strade di tutti, dove non esistono segreti e dove è difficile trovare il tempo e la tranquillità per stare soli con se stessi. La giovane protagonista del film, ritagliandosi questi momenti, cerca di non perdere la connessione con la realtà e con se stessa, un qualcosa che si allontana sempre di più. La donna ritrova in quel telefono la personificazione di un legame che lentamente diventa un guizzo e una svolta che aspettava. Per capire cosa veramente ricercava e come fare per raggiungerlo. Un scopo, un obiettivo, una ragione per muoversi, forse lasciare quel luogo, forse quel posto di lavoro, forse qualsiasi cosa la facesse sentire vincolata a quella vita. Luce, pulito e attento, traccia un cammino di rivalsa ed emancipazione, come essere umano e come donna, una presa di coscienza e una consapevolezza di sé che dà la forza per cambiare le cose.

Luce: intervista video alla protagonista Marianna Fontana

Marianna Fontana racconta il suo personaggio, la tormentata giovane donna senza nome che compie un viaggio di rinascita, un simbolico percorso verso un contatto umano necessario nella vita di ognuno, e del quale lei credeva di non aver bisogno. La protagonista di Luce, a detta della stessa attrice, vivendo isolata tra le montagne che circondano il suo paese e in un contesto monotono e chiuso, sente un vuoto profondo che da sempre influenza la propria esistenza. La figura paterna che si esprime appunto dall’altro capo del telefono ha un significato più profondo e stratificato di quello che potrebbe sembrare. Ma è anche, nel senso più concreto che esprime, un legame, il legame che la protagonista ha avuto difficoltà a instaurare con le persone che compongono la sua vita: le colleghe, il direttore del suo stabilimento, stilisti che ogni tanto si recano in fabbrica e incontri sentimentali fugaci. La figura protagonista di Luce è così continuamente sospesa tra l’unicità di un lavoro che la imprigiona e una serie di relazioni interpersonali che non può definire vere né sentite e l’universalità di quel senso di solitudine e inadeguatezza che è tanto interiore quanto spesso condizionato dall’ambiente circostante. Un ambiente al quale ci si può abituare e rassegnare, ma dal quale si può anche avere il coraggio di allontanarsi.

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