Libre: recensione del film di Mélanie Laurent da Roma FF19
Libre, la recensione del nuovo film di Mélanie Laurent con protagonista Lucas Bravo, presentato a Roma al RFF19.
Lucas Bravo è un moderno Arsenio Lupin/Robin Hood in Libre, il nuovo film diretto da Mélanie Laurent, ispirato a fatti realmente accaduti. L’attore di Emily in Paris interpreta Bruno Sulak, un rapinatore di banche che divenne famoso, quasi al pari di una superstar, durante gli anni ’80. La pellicola, anche se non approvata dalla famiglia del diretto interessato, è volta a rivisitarne le gesta in chiave romanzata. Bruno Sulak è un rapinatore gentiluomo che evita di usare la violenza. Per i suoi modi, la stampa lo paragona ad Arsenio Lupin, ma lui è molto più di questo. Bruno è un fuorilegge che mette a segno i suoi colpi usando solo la sua vitalità e voglia di libertà. C’è un commissario ossessionato da lui che gli dà la caccia continuamente: Moréas (interpretato da Yvan Attali), con cui ha un rapporto di stima e rispetto. Non manca l’amore, quello che Sulak nutre per Annie (Léea Luce Busato), sua complice durante le avventure criminali.
Libre: Mélanie Laurent dirige una commedia d’azione facendo uscire Lucas Bravo dalla zona comfort
Con una mossa d’astuzia, Mélanie Laurent punta su uno degli attori francesi del momento: Lucas Bravo, lo chef Gabriel di Emily In Paris, mettendolo in un ruolo inedito. Comportarsi da affascinante ladro gentiluomo non è un problema per lui: Bravo si lascia alle spalle le interpretazioni da commedia – ma non troppo – per una parte un po’ più matura. Bruno Sulak è un moderno Robin Hood che ruba ai ricchi per dare ai poveri. Sceglie inizialmente i supermercati utilizzando sempre lo stesso metodo: si serve di un complice, Drago (Steve Tientcheu), e la fidanzata Annie, che li attende in macchina una volta messo a segno il colpo. La regola di Sulak è sempre la stessa: non usa la violenza e si oppone agli spargimenti di sangue. Anzi, preferisce la gentilezza per non spaventare le persone che deruba. Tutto procede tranquillamente finché arriva un suo amico, lo squilibrato Patrick (David Murgia), che perde il controllo durante una rapina. Sulak e i suoi devono cambiare zona, ed ecco che decidono di puntare alla bella Parigi con le sue gioiellerie di lusso. Sulak verrà arrestato diverse volte, eppure riuscirà ad evadere grazie soprattutto al suo savoir faire con cui riesce a conquistarsi la fiducia delle guardie carcerarie.
Bruno è un uomo livero che vuole vivere libero. Forte e (forse anche) consapevole del suo fascino, Lucas Bravo esce dalla zona di comfort per prestarsi a una commedia d’azione sotto l’occhio vigile di Mélanie Laurent. La regista e attrice francese conferma una certa maturazione artistica, riuscendo a coniugare scene adrenaliniche con sequenze più leggere e romantiche. La telecamera cattura ogni cosa: da ampi campi lunghi sul piano d’azione di Sulak, ai dettagli che evidenziano l’amore tra lui e la sua Annie.
In Libre è centrale il rapporto tra Sulak e il commissario Moréas, che si danno la caccia come Lupin e l’ispettore Ganimard
Come già evidenziato prima, il rapporto tra Bruno Sulak e l’ispettore Moréas è centrale in Libre. I due pian piano si studiano a vicenda, arrivando ad ossessionarsi l’un l’altro, proprio come Arsenio Lupin e l’ispettore Ganimard dei romanzi di Leblanc. La caccia del gatto al topo si estende nelle zone del lusso parigino e arriva perfino a Cannes, dove Sulak cerca sempre di essere un passo avanti al suo avversario. Eppure c‘è grande rispetto tra loro. Bruno arriva addirittura a consigliargli di essere uno spirito più libero, esattamente come lui: “Nessuno può dirmi quello che devo fare.” Yvan Attal e Lucas Bravo formano un duo affascinante e divertente da seguire sullo schermo.
Libre: valutazione e conclusione
Libre è un passo in avanti per Mélanie Laurent, che conferma una certa maturazione artistica. Il film è una commedia d’azione che punta molto su Lucas Bravo, l’attore del momento. Tra gag, scene adrenaliniche, inseguimenti e tanto sentimento, Libre è un film piacevole da guardare che intrattiene dall’inizio alla fine, lasciando poi allo spettatore il compito di giudicare i fatti. Davanti questo ladro gentiluomo dai modi affabili siamo un po’ tutti come le cassiere del supermercato che deruba: più interessate al suo aspetto, che a fornire dettagli alla polizia!