Nina: recensione del cortometraggio con Anna Ferzetti da Roma FF19

Senza banalità e stereotipi, Nina sensibilizza sul tema della maternità e della disabilità.

Nina è il cortometraggio scritto e diretto da Arianna Mattioli e presentato il 17 ottobre alla 22^ edizione di Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma.
Con protagonisti Anna Ferzetti, Elisa Gamboni, Pietro Sparvoli e Lorenzo Lavia, Nina si concentra su un giorno all’apparenza quotidiano di una famiglia che, senza banalità e stereotipi, affronta le difficoltà di crescere una bambina con la sindrome di down. Un cortometraggio delicato e sincero che riflette sulle paure dei genitori, sulla crescita di un fratello maggiore che si è trovato troppo presto a vestire i panni di un adulto e sull’inserimento nella società di una bambina affetta da disabilità.

La trama

Nina. Cinematographe.it

In appena venti minuti, Nina ci teletrasporta con naturalezza nella quotidianità di una famiglia che affronta ostacoli e difficoltà. Un altro aspetto della disabilità che spesso non è raccontato, ma che il cortometraggio di Mattioli riesce a mettere in luce grazie alla scelta di non rendere protagonista Nina, la bambina affetta da disabilità, ma sua madre.
Emanuela (Anna Ferzetti) è la madre single del 17enne Giacomo (Pietro Sparvoli) e della piccola Nina (interpretata da Elisa Gamboni). Giacomo è stato convocato per un raduno di calcio a cui saranno presenti anche esaminatori, un evento che potrebbe cambiare la vita del ragazzo e a cui Emanuela decide di accompagnarlo soprattutto perché non è ancora maggiorenne. È infatti questo il motivo alla base che spinge l’ansiosa Emanuela a convincersi con riluttanza a lasciare Nina per un paio di giorni in una struttura che ospita bambini e ragazzi affetti da disabilità.

L’altra faccia della genitorialità

Quando si parla di disabilità è facile cadere negli stereotipi, nel banale e nel romanticizzare la condizione fisica e mentale di una persona affetta da disabilità, soprattutto se la voce narrante e il punto di vista della vicenda sono estranee. Non è il caso di Nina che riesce brillantemente nel suo intento.
La vera protagonista di questo corto e gli occhi attraverso cui vediamo tutta la vicenda sono quelli di Emanuela. Sono sue le difficoltà a cui dà voce, sono suoi i ragionamenti che seguiamo ed è principalmente suo l’arco di cambiamento a cui assistiamo. Quando arriva alla struttura gestita da Marco (Lorenzo Lavia), Emanuela tenta di nascondere il nervosismo dietro ad una maschera di perfezione e controllo.

Porta le verdure che piacciono a Nina sebbene la struttura è in parte un centro agricolo, si raccomanda sul numero di biscotti che la figlia mangia ogni giorno, i momenti in cui lo fa e sulla musica che ascolta per riuscire ad addormentarsi.
Una maschera che pian piano crolla, lasciando che le preoccupazioni e le ansie prendano il sopravvento. Grazie ad una conversazione a tarda notte con Marco, Emanuela dà voce alle sue paure più intime, a ragionamenti che si farebbero soltanto con uno sconosciuto che non ha nessun intento di giudicare. L’ultimo tassello è il rapporto con il figlio maggiore a cui ha affidato molte responsabilità e al tempo stesso non riesce a non vederlo come un bambino.

Nina: valutazione e conclusione

Nina. Cinematographe.it

Nina è un buon cortometraggio sotto molteplici punti di vista: dall’estetica semplice, ma curata, ad una regia che accompagna i personaggi lungo quello che sembra essere un reale cambiamento per la famiglia. Ma il vero punto di forza risiede nella scrittura dei personaggi. È raro vedere nel panorama italiano personaggi come Emanuela e Giacomo; la prima una madre affettuosa quanto ansiosa e il secondo che scende a patti con il suo essere una figura di riferimento per sua madre e sua sorella. Nina avrebbe avuto bisogno di altri dieci minuti nella parte centrale per permettere ai dialoghi di essere più naturali e meno frettolosi nel raggiungere il punto, ma è l’unico difetto che si può trovare ad un cortometraggio coraggioso e ben realizzato.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.8