About Louis: recensione del film di Lucia Chiarla da Roma FF19
Cos'è il bullismo? Se lo chiede la regista nel suo secondo film, coinvolgente come un action e appassionante come un thriller.
About Luis è il secondo lungometraggio della regista italiana Lucia Chiarla, di produzione interamente tedesca e presentato in concorso alla 19ª Festa del Cinema di Roma. Un film che tratta il tema del bullismo in una matrice singolare e insolita, capace di riuscire a raccontare tutto ciò che il bullismo può causare non solo nei confronti di chi ne è vittima, ma anche verso chi, indirettamente, attraverso gli altri, lo avverte come se fosse proprio. Con un ottimo cast, About Luis è una sorpresa, un inaspettato film che procede senza mai sbagliare un colpo.
About Luis cerca di rispondere a una domanda: che cos’è realmente il bullismo?
About Luis è un film perfetto, un prodotto al quale non manca nulla. Non c’è una battuta di dialogo, un’inquadratura, una svolta narrativa o un’intera scena che si possa definire fuori posto. I personaggi sono caratterizzati, stratificati e sfaccettati, simbolo di uno spessore che li rende attuali, inseriti in un mondo dove per quanto si tratti il tema del bullismo c’è sempre un’aura di mistero e dubbio che lo avvolge. Recondita e celata anche l’omofobia, non essendo il punto centrale del racconto. È infatti il bullismo il tema principale, ma al contrario: vissuto sulla pelle e visto dagli occhi degli adulti, da coloro che quindi non lo subiscono direttamente. Un sintomo intrinseco di autenticità e innovazione, una formula inedita che spiazza nell’impatto emotivo che riesce a provocare. I genitori protagonisti del film sentono su di loro il peso di un figlio che in classe a scuola, è solo, indifeso, vulnerabile e scoperto. L’istinto di protezione di una madre e di un padre si affida poi a un’istituzione che sembra non avere a cuore il benessere dei propri studenti.
La tematica dell’apparenza e del prestigio, dell’importanza di mantenere un nome intatto è stata già ampiamente trattata nel cinema. E non viene intesa, nel film di Lucia Chiarla, come una volontà di colpevolizzare una scuola o il corpo insegnanti, ma come l’insormontabile difficoltà di capire realmente cosa voglia dire bullismo. La più naturale definizione lo descrive come “una forma di violenza verbale, fisica e psicologica ripetuta nel tempo” e c’è chi ormai, oggi, sa e accetta amaramente che “il bullismo è necessario, il bullismo è efficace, il bullismo aumenterà sempre di più“, come dice uno dei personaggi del film. About Luis esprime senza remore questa verità, ma al tempo stesso esprime con tutte se stesso l’importanza di combatterla. L’essenza propria del film non sta però solo nel riconoscerlo, combatterlo o addirittura accettarlo. Ma nel capirlo. Dove si ferma lo schernire qualcuno e dove inizia il bullismo? Quando lo scherzo può diventare umiliazione? Ma soprattutto: quanto è grande la sofferenza?
Imprevedibile e complesso
I genitori di Luis, incredibile l’interpretazione degli attori Max Riemelt e Natalia Rudziewicz, condannano il bullismo nel senso più stretto del termine, e da tutori e adulti sanno di dover fare qualcosa. La voce di Luis, che si sente solo dal telefono, è la scelta e la prova che comunicazione e fraintendimento, a scuola come in famiglia, siano alla base dell problematiche oggi più diffuse. Tra cui, appunto, anche il bullismo. Del bullismo se ne parla e si cerca di sensibilizzare giovani e giovanissimi sul tema. Eppure continua ad esistere, a fare danni irreparabili e, con About Luis, finalmente, lo si guarda dall’altra parte, da chi il bullismo lo patisce nella sofferenza di un figlio, un bambino di 10 anni che forse non ha neanche modo di rendersi conto di essere vittima di bullismo. Il padre e la madre si caricano così di un doppio simbolismo: reagire e resistere, omologarsi e conformarsi. Entrambi tentativi di smettere di vivere quei giorni di scuola come un inferno. L’inferno che i personaggi di Jens e Costanze vivono come se ne fossero i diretti interessati.
Sorge poi, nel corso del film, spontanea una domanda: hanno mai chiesto e parlato con Luis? Forse no. Ma si battono con ogni mezzo e cercano in tutti i modi di far sì che Luis non venga più preso di mira. About Luis è un film intelligente e scaltro non nel essere il classico prodotto di denuncia, nel non giudicare. About Luis presenta, racconta, espone, narra e descrive. È il passare dei giorni, è il ripetersi di telefonate, discussioni, notizie riferite e decisioni prese. E questo cadenzato, serrato, insistente e reiterato scorrere del tempo è esattamente la perpetua e continua modalità intenzionale di prevaricazione e sopraffazione dell’altro: il bullismo. About Luis è un film carico di contenuto: c’è la precarietà del lavoro, lo sfruttamento e il fare carriera, le dinamiche di coppia, le differenze di genere e le nuove tecnologie che schiacciano quelle più datate. C’è quindi la vita, di 2 persone che vivono un equilibrio che vacilla, che può crollare da un momento all’altro.
About Luis: valutazione e conclusione
L’incidente scatenante che spezza la situazione ordinaria alla base della poetica narrativa di tutte le storie è semplice: un bambino viene attaccato, un’informazione arriva dalla scuola e non dalla persona. Il disagio del bambino è quindi già avviato e la situazione è già andata troppo oltre. Ma le conseguenze si spostano poi su altro. Il secondo lungometraggio di Lucia Chiarla diventa così coinvolgente come un action e appassionante come un thriller. Essenziale nella costruzione della scena, poliedrico e multidimensionale nella volubile interiorità delle figure protagoniste. Le personalità mutevoli e in continua evoluzione dei personaggi sono un susseguirsi di emozioni diverse: rabbia, arroganza, frustrazione, incertezza. Più di tutti però è l’inadeguatezza. Un timore e un presentimento che si vuole solo allontanare, un dover fare i conti con se stessi, un guardarsi allo specchio e capire che tutti possono sbagliare. Quello che iniziano a chiedersi i 2 genitori riguarda infatti il loro rapporto con Luis, quello tra genitori e figli. Come il bullismo è un qualcosa di cui bisogna continuare a parlare, è proprio su questo, sul parlare che si fonda About Louis. Se è vero che è impossibile non comunicare, è anche vero che comunicare è una necessità, un bisogno, un’esigenza. Il primo passo per affrontare un problema.