Greedy people: recensione del film con Joseph Gordon-Levitt e Lily James da Roma FF19
Con nel cast Joseph Gordon-Levitt e Lily James, Greedy people è stato presentato alla 19ª Festa del Cinema di Roma.
Con un cast stellare e diretto da Potsy Ponciroli, autore dell’acclamata Old Henry, Greedy people è stato presentato in concorso alla 19ª Festa del Cinema di Roma. Un film sospeso tra dark comedy e thriller poliziesco, con una dose non indifferente si scene d’azione, un’ironia intelligente e un sarcasmo a volte velenoso. Il film di Potsy Ponciroli è denso di black humor, di vicende sopra le righe, di continui cliffhanger e di personaggi del tutto fuori dagli schemi, ma sempre credibili nella dichiarata cornice del racconto.
Tra black comedy e thriller action, Greedy people è un film di vite che si intrecciano e si incrociano
Greedy people è la black comedy che non fa sconti a nessuno, senza vincitori né vinti. Brillante, divertente e carico di umorismo nero, il film indovina ogni personaggio e ogni stereotipo, e li introduce così in un innesto dove tutto parte da un omicidio e una cesta piena di contanti, troppi per non avere un origine, almeno un po’, illegale. Una cifra che verrà rubata, nascosta, ripresa e poi nuovamente sottratta, nuovamente nascosta e tutti agiranno in funzione di questa. Se la casualità, fortuita o imprevista, è un ingrediente che nella commedia è fondamentale e in Greedy people è uno degli elementi più azzeccati, niente lo è nella sceneggiatura e ogni paradossale evento, ogni illogica situazione e ogni contraddittoria battuta crea quel tono estroso e surreale. Un equilibrio necessario a non andare troppo fuori rotta. Il racconto procede abilmente tra colpi di scena, giochi di equivoci è un’atmosfera fulgida e luminosa, con colori caldi e nitidi che ricordano le commedie più classiche.
Un cast strepitoso che conquista sin da subito, considerando che tra gli attori principali si ritrovano Joseph Gordon-Levitt, Himesh Patel, Lily James, Tim Blake Nelson e Uzo Aduba. Un film corale dove non manca nessuno: il poliziotto che sta per diventare padre, appena trasferitosi e quindi al suo primo giorno di lavoro; il collega eccentrico che dispensa consigli singolari; un sospettoso marito che decide di liberarsi della moglie; 2 killer professionisti che si chiamano uno l’Irlandese e l’altro il Colombiano, e un capo della polizia con un trauma alle spalle, unico personaggio ammirevole della storia, e dell’intera vicenda. Perché Greedy people è un insieme di figure mosse da un’incontenibile fame di soldi. Avidi, ingordi ed egoisti, bramano quei milioni di dollari dimenticando ogni moralità. Dal più famelico, assettato di potere e ricchezza a chi, apparentemente più mite e indulgente, di fronte a una borsa stracolma di banconote, non riesce a pensare lucidamente.
Una struttura che racconta la storia da più punti di vista
Divisa in capitoli, Greedy people cambia continuamente prospettiva, creando un quadro completo, un puzzle che appassiona e fa sorridere, lasciando però quel sapore agrodolce di un piccolo errore che coinvolge tutti e che lascia dietro di sé una scia di sangue e violenza. Dal poliziesco al thriller, dal comedy al dramma, regia e fotografia hanno una loro raffinatezza, un gusto più ricercato che si sposa maggiormente con altri generi, ma che comunque funziona. E che rende Greedy people un piacere da guardare. La sceneggiatura pecca raramente di qualche battuta didascalica che considerando la moltitudine di personaggi e caratteristiche che li contraddistinguono, risulta accettabile. Oltre che in alcuni casi adeguatamente esplicativa. È infatti consistente ed elevata la costruzione dei personaggi che vengono tratteggiati con poche pennellate, da sguardi, gesti e dialoghi, rendendo ogni figura estremamente coerente con la propria valenza narrativa all’interno di una trama intricata.
Greedy people: valutazione e conclusione
Greedy People è un rimando e un omaggio al cinema dei fratelli Coen, dove accade di tutto e dove l’irragionevole diventa il motore del mondo e la verosimiglianza e l’autenticità si ritrovano reali solo in ciò che è insensato. Fraintendimenti, inganni, incomprensioni e stabilità, emotive e sociali, si incrinano e tutto crolla senza sosta, con conseguenze spesso devastanti. Ogni personaggio viene letteralmente schiacciato dall’imprevedibile, da quel caso che non ha a che fare con il fato o il destino, perché è tutto una catena di eventi consequenziali, legati tra loro, e niente sarebbe successo se non si fosse verificata la situazione precedente. Ed è proprio qui c’è tutta l’amarezza del film, la parte più nera della storia, dove il mondo resta indifferente a una crudeltà e una tragicità che fanno parte della vita. Perché, apparentemente, sembra proprio di essersi trovati al posto sbagliato al momento sbagliato. Che però a quanto pare era proprio il posto dove bisognava essere in quel preciso istante. Non è un caso, neanche questo, che la cittadina immaginaria del film si chiami Providence.
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