The Substance: la spiegazione del finale del film di Coralie Fargeat

Ecco la spiegazione del finale di The Substance, il premiato body-horror satirico diretto da Coralie Fargeat e interpretato da Demi Moore e Margaret Qualley. Ricordate, ALLERTA SPOILER!

Non sono in tanti a meritare, per il 2024, l’appellativo di “film dell’anno”. The Substance è un candidato credibile. Regia di Coralie Fargeat, con Demi Moore e Margaret Qualley, premiato a Cannes 2024 per la Miglior sceneggiatura, nelle sale italiane arriva il 30 ottobre 2024 per I Wonder Pictures. Body-horror di scuola cronenberghiana, satirico e dall’esuberante messa in scena, il rischio (qui la recensione) è di fermarsi alla superficie della storia e perdersi quello che c’è sotto, il modo lucido, arrabbiato e maliziosamente divertito con cui Coralie Fargeat ci parla di identità, femminilità, verità e percezione, pornografia dello sguardo e costruzione e distruzione del corpo.

The Substance cinematographe.it recensione

Non è poco, ma la forza del film è proprio questa: usare il genere, lo spessore delle interpretazioni – le bravissime Demi Moore e Margaret Qualley – e un’immagine mai timida per unire provocazione, riflessione, shock e intrattenimento. Non è un film facile, The Substance. Affilato, mai banale, perversamente divertente. E non facile. Per fare un po’ di chiarezza in mezzo a una complessità comunque molto stimolante, ecco la spiegazione del finale del film. Come sempre, occhio agli spoiler!

La storia di una donna divisa in due e di una procedura misteriosa

The Substance recensione cinematographe.it

La formula Coralie Fargeat: usare il genere, la cornice di un cinema spettacolare – anche violento e disgustoso, all’occorrenza – e su di giri per raccontare cosa significhi essere una donna. Così è stato per il folgorante debutto, Revenge (2017), il violentissimo thriller con Matilda Lutz, rivoluzionario per l’audacia con cui usava lo stupro della protagonista per inspessire il suo discorso e “giustificare” il successivo bagno di sangue. Così è, non potrebbe essere altrimenti, per The Substance. La chiave del buon cinema è spesso un’idea riassumibile in poche parole o in poche righe. In questo caso: la storia di una donna che cerca di sfuggire alla tirannia del tempo e allo sguardo impietoso della società con un metodo che le sfugge pericolosamente di mano, al punto da distruggerla.

Lei si chiama Elisabeth Sparkle (Demi Moore) e un tempo era una star di Hollywood, ha anche vinto un Oscar. Ora è una splendida donna di mezza età che conduce un programma di aerobica in televisione. Il suo destino professionale è segnato. Il capo del network, il volgare e sboccato Harvey (Dennis Quaid e il nome del personaggio non è un caso) vuole sbarazzarsene e sostituirla con una collega più giovane. Elisabeth, alla sua età, è inservibile per l’industria dello spettacolo. Disperata per il futuro, molto depressa, viene a sapere dell’esistenza di una misteriosa procedura, con ogni probabilità vietata dalla legge, che potrebbe fare al caso suo.

La procedura, di cui Coralie Fargeat ci fornisce il minimo indispensabile di informazioni perché è il solo modo per farla funzionare sullo schermo, si chiama, appunto, The Substance. Si tratta di un siero miracoloso che permette, alla persona che se lo inietta, di tirar fuori una versione più giovane e accattivante di sé. Tirare fuori, letteralmente. Il siero non ringiovanisce Elisabeth ma, dal suo corpo, dalla sua spina dorsale, “estrae” Sue (Margaret Qualley). Nonostante l’evidenza di due corpi distinti, la misteriosa voce maschile al telefono – in rappresentanza dei titolari della procedura – invita Elisabeth e Sue a non commettere l’errore di considerarsi separate, perché sono e restano una persona sola. La coscienza si trasmette dall’una all’altra con cadenza settimanale. Per sette giorni c’è solo Elisabeth, per i successivi sette Sue. Sue è bellissima, sexy, seducente. Conquista tutti al network al punto che Harvey prima le assegna il programma di Elisabeth e poi il prestigioso show di fine anno. Da questo momento in poi, va tutto a rotoli.

Una personalità scissa scatena una guerra furiosa

The Substance; cinematographe.it

Sue non vuole rinunciare alla sua vita appagante. Elisabeth è gelosa del successo e delle “intromissioni” dell’altra parte di sé. Sue, per mantenere inalterata la sua bellezza nel corso della settimana, ha bisogno di estrarre del “fluido stabilizzatore” dal corpo di Elisabeth. Una sera, per non interrompere sul più bello l’ennesima avventura sessuale, decide di non dare seguito al consueto switch. Rimane al posto di Elisabeth, usando un surplus di fluido per conservarsi giovane. Quando l’altra si risveglia, scopre che lo scherzetto di Sue le è costato un dito della mano: estrarre fluido stabilizzatore dal corpo della donna originale oltre la quantità e il tempo (una settimana) prestabiliti succhia energia vitale e provoca un invecchiamento precoce. A questo punto, è guerra aperta tra Sue e Elisabeth. Si considerano due donne distinte e cercano di danneggiarsi a vicenda.

Il terzo atto di The Substance è il momento in cui la carica satirica, corrosiva, del film e il cuore pulsante del body-horror prendono il sopravvento. Sue non apprezza la tendenza all’autocommiserazione di Elisabeth e cerca di rubarle quanta vita può. Elisabeth, che a causa degli sconfinamenti di Sue invecchia sempre più rapidamente, odia la giovane controparte e cerca di sabotarla, sporcandole la linea con una dieta tossica. Sue risponde continuando a estrarre fluido vitale dal suo corpo e impedendo lo switch, fino all’imminenza dello show di fine anno. A un passo dalla grande occasione, Sue scopre che non c’è più fluido da estrarre dal corpo di Elisabeth. Consultata la voce al telefono, capisce che l’unico modo per salvarsi è permettere a Elisabeth di tornare a vivere giusto per un po’, per riacquisire quel tanto di energia necessaria a fare il pieno di fluido. Ma a causa delle continue estrazioni, ora Elisabeth è terribilmente anziana.

Cosa succede nel finale di The Substance

The Substance trailer cinematographe.it

Lo shock, per Elisabeth, è tale da indurla a terminare la procedura seguendo le istruzioni fornite dalla voce al telefono, ma a un attimo dal completamento si ferma e la interrompe. Prova a risvegliare Sue, per sincerarsi che sia ancora viva. La ragazza riprende i sensi, capisce cosa Elisabeth stava cercando di fare e la uccide al termine di una brutale colluttazione. Arriva l’ora dello show di fine anno. Nei camerini, poco prima di iniziare, Sue nota che il suo corpo sta cominciando a disgregarsi. In preda al panico, corre a casa e si sottopone alla procedura per creare una nuova versione di sé. Ci riesce ma perde la vita nel processo e, come se non bastasse, l’esito della procedura è inedito e spaventoso. Dal corpo di Sue esce fuori una terza, mostruosa versione della donna, che The Substance chiama “Monstroelisasue”. Deforme, con sulla schiena il volto di Elisabeth contratto in un espressione di muto terrore, raggiunge lo show nascondendo il volto dietro una maschera di Elisabeth. Pubblico e artisti, in scena e dietro le quinte, le corrono incontro in segno di omaggio.

Non hanno capito nulla. “Monstroelisasue” parla al microfono e nel frattempo la maschera si sfila, rivelandola al pubblico. Panico in sala. Un uomo tenta di decapitarla, ci riesce e il corpo del mostro vomita un oceano di sangue sul pubblico atterrito prima di fuggire. Durante la fuga, il mostro comincia a disgregarsi. Sopravvive soltanto il volto di Elisabeth, che striscia fino alla stella della protagonista sulla Walk of Fame di Hollywood. Lì, immaginando nel cielo riflesso di stelle un pubblico adorante che la omaggia, muore dissolvendosi in una pozza di sangue impietosamente rimossa da un netturbino il mattino dopo. La lotta tra le aspettative opprimenti della società e il bisogno di una donna di essere accettata, in ogni fase della sua vita, per quello che è e non per come il mondo le impone di essere, si conclude nel modo più tragico, brutale e sarcastico.