The Last – Naruto The Movie: recensione del film di Tsuneo Kobayashi
Il decimo film basto sul manga e anime Naruto, è arrivato al cinema a 10 anni di distanza dalla sua uscita ufficiale
La prosecuzione della serie anime che diviene cinema, lo sviluppo di una tematica sentimentale rimasta sempre ai margini, la trama sullo sfondo che fa da collante tra una saga e l’altra; a 10 anni dalla sua uscita ufficiale del 2014 e in occasione del 25° anniversario dell’inizio dell’epopea nipponica che ha accompagno gli appassionati per circa due decenni, è arrivato al cinema The Last – Naruto The Movie, il decimo film tratto dalla serie Naruto, creata dal mangaka Masashi Kishimoto, seguito poi, l’anno successivo, da Boruto: Naruto The Movie. Ambientata due anni dopo la Parte II della serie originale e diversi anni prima del suo epilogo, la pellicola ha visto la direzione del compianto Tsuneo Kobayashi (The Twelve Kingdoms, Kurokami) – scomparso nel 2015, a un anno dall’uscita del film – e la supervisione, sia per quanto riguarda la scrittura che per quanto riguarda il disegno dei personaggi, dell’ideatore Kishimoto. L’opera prodotta da Studio Pierrot è arrivata nelle sale grazie all’unione di forze e all’impegno di Nexo Digital e Yamato Video.
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La trama di The Last – Naruto The Movie
A due anni dal termine della Quarta Guerra Mondiale Ninja, il film segue due filoni narrativi differenti che si intrecciano l’un l’altro approfondendo alcuni aspetti rimasti drammaturgicamente scoperti all’interno della saga anime. Da una parte vi sono infatti l’insolito e preoccupante avvicinamento della Luna alla Terra – scoperto dal Sesto Hokage, Kakashi Hatake – e l’incombente scontro tra le due che minaccia di porre fine alla vita sul pianeta, voluti da Toneri Otsutsuki, l’antagonista discendente del fratello gemello del Saggio dei Sei Sentieri, Hamura Otsutsuki, determinato a mantenere quella promessa che vorrebbe giudicare l’umanità per la sua perversione e i suoi misfatti. Dall’altro lato vi è invece il protagonista Naruto, ora entrato nell’età adulta, divenuto celebre e idolatrato dalle folle che, ricoperto dalle attenzioni e dai numerosi omaggi degli abitanti di Konoha, non riesce ancora a rendersi conto dei sentimenti dell’amica di sempre Hinata Hyuga, a sua volta incapace di dimostrare il proprio amore.
I due filoni si sovrappongono nel momento in cui Toneri riesce ad infiltrarsi nella Foglia Nascosta per rapire Hinata, primogenita Hiashi, con l’obbiettivo di dar vita al Tenseigan, un’arte oculare definita come l’evoluzione definitiva del Byakugan degli Hyuga. A causa dell’intervento di Naruto, il potente nemico è però costretto a ripiegare sul rapimento della sorella minore Hanabi, così da attirate a sé la stessa Hinata, che parte assieme al protagonista, Sakura, Sai e Shikamaru Nara per ‘operazione di salvataggio.
A questo punto, mentre Naruto inizia a comprendere la natura dei sentimenti dell’amica, grazie ai propri ricordi e alle parole di Sakura, da una parte gli abitanti del villaggio tentano di respingere l’offensiva che incombe dall’alto, con persino un fugace intervento dell’altro iconico personaggio della saga, Sasuke, dall’altra Hinata si piega affranta al volere del nemico fino a quando viene contattata dallo spirito di Hamura che le chiede aiuto, come Principessa Byakugan, poiché Toneri ha male interpretato il suo decreto. La rabbiosa reazione del villain porta alla controffensiva della squadra di salvataggio e al roseo epilogo che anticipa la conclusione della saga originale e l’arrivo della successiva Boruto.
L’anime dall’animo sentimentale
L’approccio voluto dalla produzione e dello sceneggiatore del film Maruo Kyozuka, che si è occupato della scrittura assieme a Kishimoto, è del tutto innovativo e si concentra principalmente sullo sviluppo del rapporto tra Naruto e Hinata che, con il loro matrimonio e la nascita dei due figli Boruto e Himawari, hanno portato all’epilogo del manga. Una storia d’amore in tutto e per tutto, che passa dalla fase dell’inconsapevolezza a quella della scoperta, passando per l’intervenuto di un personaggio terzo che sembra minacciare il naturale disvelamento dei sentimenti dei protagonisti. A condurre il tutto vi è un filo rosso narrativo metaforizzato tra le trame intessute nella sciarpa che Hinata vorrebbe donare all’oggetto del suo amore ma che porta con sé sino alle ultime battute del film, intimorita dalla possibilità di un sfilacciamento dei propri sentimenti e del rapporto che dall’incipit della saga l’accompagna.
La storia di Toneri sullo sfondo pare essere lì collocata per impreziosire questa insolita vena romantica dell’anime, come pretesto narrativo che in qualche modo possa soddisfare le esigenze del pubblico affezionato eppure, rievocando la figura di Hamura Otsutsuki e raccontando del suo ramo familiare, approfondisce una parte dell’opera principale rimasta inesplorata.
The Last – Naruto The Movie: valutazione e conclusione
Il film diretto da Tsuneo Kobayashi vanta appunto il merito di approfondire alcune zone buie della saga che ha appassionato milioni di spettatori, i quali difficilmente si stancheranno di poter vedere il futuro Settimo Hokage impressionato su grande schermo. L’opera tecnicamente mantiene una buona aderenza alla serie dalla quale viene tratta, con l’evidente tocco e giudizio del suo creatore; i disegni catapultano nuovamente i fan all’interno di quel mondo che li ha letteralmente catturati per circa 20 anni, con il supporto di una colonna sonora che ben si adegua sia all’animo sentimentale che a quello più prettamente conflittuale della pellicola e, nella versione italiana, di un doppiaggio che conferma tutte le voci principali della serie (Leonardo Graziano, Emanuela Pacotto, Alessandro Rigotti, ecc.), a cui si aggiunge quella di Francesco Venditti, per la parte di Toneri. D’altra parte la scelta di voler orientare la trama del film sul racconto di un sentimento, trasformando così la natura originaria della vicenda in una veste non sua, potrebbe sconcertare e deludere alcuni fan. I più attenti e scrupolosi noteranno infatti alcuni buchi narrativi che lasciano pochissimo spazio a personaggi in realtà fondamentali per l’intera saga che, è da ricordare, comprende anche tutta quella parte successiva agli accadimenti del film e incentrata sulla figura di Boruto, figlio del protagonista. Originale ma contestabile, per alcuni impreziosente per altri fuorviante, un’opera di certo non indispensabile ma apprezzabile per una parte di pubblico affezionata al franchise.