A Very Royal Scandal: recensione della serie TV sulla caduta del principe Andrea

Recensione della serie inglese in arrivo il 26 novembre su Timvision.

Gli intrighi politici sono affascinanti, ma lo è ancor di più vedere personaggi pubblici rovinarsi con le loro stesse mani. Sembra essere questo il comun denominatore delle serie tv british che negli ultimi anni si stanno creando il loro spazio nel panorama seriale. Da The Crown a Rivals, le produzioni inglesi stanno sempre più strizzando l’occhio all’autocritica. È il caso di A Very Royal Scandal, in arrivo dal 26 novembre 2024 su Timvision, che racconta la rapida discesa del principe Andrea, il suo coinvolgimento con l’imprenditore Epstein e l’intervista con la giornalista Emily Maitlis.
Prodotta da Amazon Prime Video, A Very Royal Scandal costituisce la terza parte del franchise antologico iniziato con A Very English Scandal e seguito da A Very British Scandal, un trittico che esplora la politica inglese e gli scandali che hanno travolto l’opinione pubblica.

L’intervista del decennio

A Very Royal Scandal. Cinematographe.it

La parabola discendente del principe Andrea viene messa in scena attraverso una narrazione romanzata che si prende le sue libertà creative rimanendo allo stesso tempo fedele agli avvenimenti principali. Soprattutto per quel che riguarda l’intervista tra il principe (un bravissimo Michael Sheen) e la giornalista di punta della BBC Emily Maitlis (interpretata da Ruth Wilson) che rappresenta il motore narrativo dell’intera miniserie. A Very Royal Scandal mostra i giorni che hanno preceduto l’incontro tra la giornalista e il principe fino ad arrivare all’intervista stessa. Il rapporto d’amicizia tra il principe e l’imprenditore Epstein accusato di prostituzione e traffico di minori, la denuncia di Virginia Giuffre, le dinamiche familiari del Duca di York con la sua ex moglie e le sue due figlie, ma anche la redazione della BBC e la vita frenetica di Maitlis sono raccontati seguendo i punti di vista dei due personaggi coinvolti.

La caduta del Duca di York

A Very Royal Scandal. Cinematographe.it

È interessante che nello stesso anno siano usciti due prodotti molto simili sulla medesima inchiesta. In primavera su Netflix è uscito il film Scoop che si focalizza anch’esso sull’intervista fatta al principe Andrea e ai suoi retroscena, concentrandosi maggiormente sul lavoro svolto in redazione e sul ruolo della produttrice Sam McAlister.
Scoop, al contrario di A Very Royal Scandal, adotta atmosfere che ricordano il thriller grazie all’uso della tensione narrativa che culmina con l’intervista. La miniserie scritta da Jeremy Brock e diretta da Julian Jarrold ha un approccio meno diretto, ma votato al delineare a tutto tondo la figura dell’ex Duca di York. Anche se il pubblico è a conoscenza delle accuse a suo carico e del finale della sua storia, la serie si prende il suo tempo per dipingere non soltanto Andrea come una figura politica, ma anche per vederlo nei panni del padre affettuoso, dell’ex marito presente che vuole aiutare la condizione economica della sua ex moglie.

In maniera non troppo sottile, A Very Royal Scandal vuole far affezionare il pubblico al principe Andrea ed è questo il vero difetto della serie. Sebbene tutti gli altri personaggi, esclusa la segretaria del principe Amanda, e la storia stessa lo descrivono come un privilegiato che si crede intoccabile e che rovina la sua carriera politica, i rapporti con la sua famiglia e il suo patrimonio, A Very Royal Scandal vuole mettere in luce i suoi pregi. Una mossa azzardata che non si sposa con l’altro lato della storia, quella che lo vede accusato di molestie sessuali e protagonista di un’intervista talmente disastrosa da costringere la famiglia reale a prendere posizione e a revocare il titolo e il trattamento pubblico di “Altezza Reale”. Ad essere di gran pregio sono le interpretazioni, specialmente quella di Michael Sheen che fa di tutto per portare sul piccolo schermo un personaggio complesso con tutte le sue sfumature.

A Very Royal Scandal: valutazione e conclusione

A Very Royal Scandal. Cinematographe.it

A Very Royal Scandal non aggiunge nulla di nuovo alla storia che già conosciamo, colpa anche del pessimo tempismo e dell’uscita pochi mesi dopo un film che indaga la stessa vicenda. Quando, però, la scrittura si prende delle libertà creative non lo fa nel modo giusto. Sulla carta, dipingere il principe Andrea non soltanto come un carnefice e un uomo ricco che è convinto di riuscire a sfruttare il privilegio che detiene senza dover fare nessuno sforzo, un uomo la cui arroganza lo porta ad accettare una lunga intervista in cui si scava la fossa da solo, poteva anche funzionare.

Il motivo per cui le intenzioni non si sono realizzate sono la mancanza di tempo, il voler anche seguire la controparte rappresentata dalla BBC e da Maitlis, ma soprattutto l’aver scelto il soggetto sbagliato. La storia dell’ex principe è il perfetto esempio di come la ricchezza, un’ottima posizione sociale e il privilegio non sempre bastano. Scoop è riuscito nel suo intento anche perché Andrea è un personaggio arrogante e pieno di sé che è un piacere vederlo cadere a picco; dare umanità ad un personaggio pubblico che non la merita fa perdere non solo la tensione narrativa, ma anche la magia di una storia vera in cui il carnefice non riesce a farla franca.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.6