Carlo Verdone e quella volta che il padre lo bocciò all’esame di cinema: “Sapevo tutto su Bergman ma mi chiese Georg Wilhelm Pabst”
Carlo Verdone è stato bocciato da suo padre, docente universitario di storia del cinema: tutti i dettagli del divertente aneddoto!
La vita e la carriera di Carlo Verdone è costellata di aneddoti divertenti, ma c’è ne è uno in particolare che forse li supera tutti. Nel 2019, durante un evento alla Casa Museo Accademia d’Armi Musumeci Greco, l’attore e regista romano ha raccontato un episodio accaduto nel corso della sua carriera universitaria presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza.
Carlo Verdone e quella volta che il padre lo bocciò all’esame di cinema
Per chi non lo sapesse, Carlo Verdone è figlio del docente universitario di storia del cinema, dirigente del Centro sperimentale di cinematografia di Roma e critico cinematografico Mario Verdone, scomparso nel 2009. Durante il suo percorso universitario, l’attore e regista romano ha dovuto sostenere un esame di cinema con un docente piuttosto famigliare, vale a dire proprio con suo papà. Sebbene i due si fossero messi d’accordo la sera prima dell’esame sulle domande, concentrate perlopiù su Ingmar Bergman e Federico Fellini, le cose andarono decisamente in modo diverso. Il giorno dell’esame, infatti, il professor Verdone spiazzò suo figlio con una domanda su Georg Wilhelm Pabst e su altri argomenti sui quali fece scena muta. “Guardi, torni la prossima sessione perché vedo che non ha studiato” gli disse, congedandolo con un formale e gelido “Si accomodi”.
Quando si ritrovarono a casa, Carlo Verdone chiese subito spiegazione e suo padre gli rispose: “Scusami, ma non mi garbava far vedere che promuovevo il mi’ figliolo, però quello che ti ho chiesto non l’avevi studiato, la prossima volta fallo“. Ma come andò a finì con l’esame? Lo stesso Mario Verdone ha avuto modo di raccontarlo in un’occasione: “Finì che ad ottobre gli feci fare l’esame da un’altra professoressa. La signora Evelina Tarroni. Lei fu soddisfatta e lo promosse. Io mi misi da parte perché mi seccava di tornare sull’argomento. E quel giorno non mi presentai in università. Lo feci per mettere delle distanze. Non è che io so’ padre e ti dico vieni e ti do diciotto. No, mi dia del “lei”: una distanza. Non si può fare tutto in amicizia”. Carlo Verdone si è poi laureato nell’anno accademico 1976/77 con una tesi intitolata “Letteratura e cinema muto italiano“.