E poi il silenzio. Il disastro di Rigopiano: recensione della docuserie di Pablo Trincia

E poi il silenzio. Il disastro di Rigopiano è un'opera incredibile e devastante a cura di Pablo Trincia

La docuserie E poi il silenzio. Il disastro di Rigopiano, firmata da Pablo Trincia e disponibile su Sky TG24, Sky Documentaries e NOW, è un’opera potente e toccante che riporta alla memoria una delle tragedie più devastanti della recente cronaca italiana: la valanga che travolse l’Hotel Rigopiano nel gennaio 2017. Questo lavoro, articolato in cinque episodi, va oltre la semplice ricostruzione dei fatti, offrendo uno sguardo profondo sulle responsabilità umane e sulle conseguenze emotive della tragedia.

Un’opera tra cronaca e umanità

e poi il silenzio rigopiano cinematographe.it

Pablo Trincia, giornalista e narratore già noto per successi come Veleno e Dove nessuno guarda, costruisce un racconto che unisce giornalismo investigativo e sensibilità narrativa. La serie ripercorre in modo dettagliato i giorni che precedettero e seguirono la tragedia, scavando nella complessità degli eventi e dando voce alle vittime e ai sopravvissuti.

Sin dal primo episodio, Sembrava l’Alaska, il pubblico viene catapultato in un Abruzzo paralizzato da un’ondata di maltempo eccezionale. L’Hotel Rigopiano, situato ai piedi del Gran Sasso, diventa una prigione per gli ospiti e lo staff, isolati da nevicate straordinarie. A questo scenario si aggiunge il terremoto che precede la valanga, amplificando il senso di vulnerabilità e impotenza.
Trincia non si limita a raccontare i fatti ma esplora le emozioni e le esperienze delle persone coinvolte. Le testimonianze dei sopravvissuti, il dolore dei familiari delle vittime e il racconto dei soccorritori si intrecciano, creando una narrazione corale che tocca corde profonde.

Uno dei punti di forza di E poi il silenzio. Il disastro di Rigopiano è la sua capacità di andare oltre il racconto della tragedia naturale. Ogni episodio approfondisce un aspetto diverso del disastro, dagli errori nella gestione delle emergenze alle questioni giudiziarie che hanno seguito l’evento. Ad esempio, nel secondo episodio, Un silenzio assordante, viene evidenziato il drammatico ritardo nei soccorsi. La narrazione mette in luce come l’inefficienza delle istituzioni e la sottovalutazione delle segnalazioni abbiano aggravato una situazione già critica. Il terzo episodio, invece, I vincitori del festival, mostra l’angoscia dei soccorritori e le difficoltà logistiche che rallentarono le operazioni di salvataggio.

Il titolo dell’ultimo episodio, I mostri nel cassetto, suggerisce una riflessione più ampia: quali sono le responsabilità umane dietro la tragedia? Trincia indaga le scelte amministrative e politiche che contribuirono al disastro, ponendo domande scomode ma necessarie.

Un’esperienza immersiva e toccante

e poi il silenzio rigopiano cinematographe.it

La docuserie si distingue per la sua capacità di coinvolgere lo spettatore a livello emotivo e intellettuale. Le immagini d’archivio, i materiali inediti e le testimonianze dirette creano un’esperienza immersiva, portando il pubblico dentro l’Hotel Rigopiano e tra le macerie lasciate dalla valanga.

La regia di Paolo Negro e la narrazione di Trincia si completano a vicenda, con un equilibrio perfetto tra ritmo narrativo e introspezione. Non c’è spazio per il sensazionalismo: ogni scena è pensata per rispettare la memoria delle vittime e onorare la loro storia senza cadere nella retorica. Questo approccio non solo rispetta la tragedia ma invita lo spettatore a riflettere sulle reali cause dell’incidente e sugli errori che hanno portato a un disastro evitabile.

E poi il silenzio. Il disastro di Rigopiano non è solo un racconto sulla natura incontrollabile, ma anche una lucida analisi del sistema umano che dovrebbe proteggerci. La serie interroga, infatti, la responsabilità delle autorità, la prontezza dei soccorsi, e la gestione della sicurezza in situazioni di emergenza. Trincia ha fatto un lavoro di inchiesta straordinario, con l’aiuto delle testimonianze di chi c’era e di chi ha vissuto in prima persona l’attesa e la speranza. Il racconto, che si conclude con la verità dei fatti e le accuse a chi non ha fatto abbastanza, si arricchisce anche di un racconto giudiziario ancora in corso, che rappresenta la ricerca di giustizia per chi non è sopravvissuto.

E poi il silenzio. Il disastro di Rigopiano: valutazione e conclusione

e poi il silenzio rigopiano cinematographe.it

E poi il silenzio è più di una semplice docuserie: è un’opera che commuove, educa e invita a non dimenticare. La narrazione coinvolgente, il rispetto per le vittime e la profondità delle analisi fanno di questo lavoro un esempio eccellente di come la televisione possa affrontare temi complessi con sensibilità e rigore.

Consigliata a chiunque voglia comprendere meglio una delle tragedie simbolo del nostro tempo, questa serie rappresenta un’occasione per riflettere su quanto accaduto e sul valore della memoria. Pablo Trincia riesce ancora una volta a coniugare storytelling e giornalismo investigativo, confermandosi una delle voci più autorevoli del panorama italiano.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotoagrafia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4

Tags: Sky