Federico Zampaglione “a un passo dalla morte” per una colecistectomia: ecco di cosa si tratta e come sta adesso

Il cantante e regista Federico Zampaglione ha vissuto un momento durissimo la scorsa estate a causa di un intervento di colecistectomia.

Dallo scorso 15 novembre in radio e su tutte le piattaforme digitali è disponibile Il cielo, il nuovo singolo inedito dei Tiromancino. Un brano, scritto insieme al cantautore Franco 126, che riflette sulla fragilità dell’essere umano e sull’importanza del conforto reciproco e che nasce da un momento di crisi vissuto dal leader del gruppo, Federico Zampaglione, durante l’ultima estate a causa di una colecistectomia, vale a dire l’intervento chirurgico di rimozione della cistifellea (colecisti) infiammata dalla presenza di calcoli biliari, sassolini duri formati da sali e colesterolo che bloccano il passaggio della bile.

Federico Zampaglione “a un passo dalla morte” per una colecistectomia

Nel corso di una recente intervista rilasciata ai microfoni de Il Corriere della Sera, Federico Zampaglione ha raccontato per filo e per segno il momento di grande paura vissuto negli ultimi mesi. “Prima dell’estate ero andato in ospedale per un intervento (sulla carta) molto semplice di rimozione della colecisti. Intatti tutto era andato bene… finché qualcosa non è andato storto. Sarei dovuto tornare a casa il giorno dopo e infatti appena mi sono svegliato stavo benissimo. Improvvisamente però sono cominciati dei dolori indescrivibili e spaventosi. Una cosa disumana. Sono stato ri-operato, ma stavolta mi hanno tenuto in sala operatoria quattro ore e le cose hanno preso tutt’altra piega, la situazione era seriamente compromessaHo trascorso i primi cinque o sei giorni in stato di semi-incoscienza, sentivo solo tantissimo dolore e avevo sonde infilate ovunque. Percepivo delle facce preoccupate, a partire da mia moglie, fino ai medici“, ha svelato l’artista.

Costretto a stare sdraiato sul letto dell’ospedale, Federico Zampaglione ha avuto l’ispirazione giusta per il singolo Il Cielo: “Nella camera di ospedale avevo una finestra da cui si vedeva il cielo. In quei momenti vai all’essenza della tua anima e ho iniziato a elaborare una melodia nella mia testa, partendo da lì. Quando il brano ha preso forma, mi ripetevo che dovevo riuscire a farlo ascoltare. È stato un appiglio importantissimo, mi ha aiutato a mettercela tutta per risalire quando mi sentivo appeso a un filo“. Nonostante il peggio sia passato, il regista di The Well non dimentica la paura vissuta: “È stato il momento più difficile della mia vita. I medici hanno detto che si è trattato di complicazioni che possono succedere, ma in misura molto rara, una volta ogni 3-400 persone”.