Dostoevskij: intervista agli attori Gabriel Montesi e Federico Vanni [VIDEO]
Dostoevskij è la nuova attesa serie tv creata, scritta e diretta dai fratelli D’Innocenzo, che dopo il successo dei primi tre film, La terra dell’abbastanza, Favolacce e America latina, approdano nel mondo della serialità televisiva. Un prodotto del piccolo schermo, Dostoevskij, che ha avuto la sua programmazione anche in sala e che è stato in parte definito un film esteso, della durata di cinque ore. Diviso in sei episodi, con un minutaggio variabile che va dai 40 ai 60 minuti, Dostoevskij vede protagonista Filippo Timi, affiancato da un cast strepitoso composto da Carlotta Gamba, Gabriel Montesi e Federico Vanni, insieme a moltissimi altri. Disponibile su Sky dal 28 novembre 2024, con tutti i sei episodi che la compongono, la serie vede al centro della storia il personaggio di Enzo Vitello, volto appunto di Filippo Timi, alle prese con il caso più difficile della sua vita.
A terrorizzare il misterioso luogo dove si svolge l’azione, Dostoevskij, killer senza nome e senza volto che sta mietendo innumerevoli vittime. Un assassino seriale a tutti gli effetti, ma che non rientra in nessun definito profilo psicologico: il modus operandi cambia quasi ogni volta, non ha una vera e propria firma né un target preciso. Unico elemento comune a tutti i crimini commessi, e che lo contraddistingue, è la presenza di queste lettere, scritte a mano, che lascia sul luogo del delitto. Lettere poetiche, evocative e crude. Legate in particolare alla motivazione dietro gli omicidi, anche questa inedita nel mondo del piccolo e grande schermo che tratta il tema del killer seriale, figura sempre più in voga e che da anni attira e continua ad attirare il grande pubblico. La motivazione è infatti da ricercarsi nelle difficoltà della vita, nel “male di vivere” come viene chiamato, che ha bisogno di essere estirpato.
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Dostoevskij: video intervista agli attori Gabriel Montesi e Federico Vanni
Dostoevskij dichiara di essere colui che libera dal male di vivere, salvando l’umanità da questo continuo dolore. Nessuna pista e nessun sospettato, vittime che aumentano e speranze che si spengono. Nel tentativo di recuperare un rapporto con la figlia Ambra, prigioniera del vortice della droga dal quale non riesce a uscire, Enzo Vitello perde, lentamente, anche la fiducia dei colleghi, mettendo a rischio un legame che dura da sempre, quello con il suo unico vero amico, Antonio Bonomolo, supervisore dell’indagine. Bonomolo, interpretato da Federico Vanni, assolda quindi, inizialmente come secondo a Vitello, Fabio Bonocore, volto di Gabriel Montesi, che avrà poi uno scontro con Vitello. Bonocore rappresenta la seconda generazione, il contrasto tra antico e moderno, tra vecchi e nuovi metodi, è portatore di una verità taciuta che, in connessione con la coscienza più umana e cresciuta nel tempo presente invece Bonomolo, che riguarda la figura di Vitello. In Dostoevskij a identificare con Vitello il protagonista assoluto è proprio la sua correlazione con tutti gli altri personaggi, veicoli di segreti, confessioni, ricordi e tratti caratteriali.
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