Spellbound: la regista elogia Netflix per il coraggio e rivela la polemica per una storia ritenuta “troppo seria” da altri

Sebbene in pochi giorni sia diventato uno dei titoli più visti in tutto il mondo, Spellbound – L’incantesimo sta attirando feroci critiche. Il film d’animazione Netflix, diretto da Vicky Jenson e con protagonisti Rachel Zegler, Nicole Kidman, Javier Bardem, John Lithgow, Jenifer Lewis e Jordan Fisher nella versione originale, è stato criticato da diversi genitori in quanto normalizzerebbe il divorzio, diventando di conseguenza inappropriato agli occhi dei bambini.

Spellbound – L’incantesimo criticato da un gruppo di genitori, le parole della regista

Ai microfoni di Variety, la regista Vicky Jenson ha ammesso che Netflix è stato l’unico studio “abbastanza coraggioso a realizzare Spellbound – L’incantesimo, visto le complesse dinamiche familiari che il racconto presenta. Il progetto, infatti, era stato proposto prima alla Paramount e poi al servizio streaming Apple TV+, ma entrambi gli studi hanno declinato. “Penso che fossero nervosi per gli argomenti trattati, per ciò che sta attraversando questa famiglia. Anche se le altre persone a cui ci siamo rivolti per portare avanti il ​​film lo capivano, si chiedevano: ‘Come lo commercializzeremo?’“, ha dichiarato la regista.

Spellbound – L’incantesimo ha come protagonista Ellian, una giovane e tenace principessa che è costretta ad intraprendere un’audace missione per salvare la sua famiglia e il suo regno dopo che un misterioso incantesimo ha trasformato i suoi genitori, il re e la regina di Lumbria, in mostri. Tra i commenti negativi apparsi sul web nei confronti del film, si legge “Finge di promuovere l’amore familiare, il perdono e la crescita, ma invece spinge le famiglie a separarsi, a conservare il perdono e a fare scelte egoistiche” oppure “Quello che sembra un simpatico film d’animazione su una ragazzina che cerca di salvare i suoi genitori, trasformati in mostri, è solo un idiota stratagemma per normalizzare il divorzio tra i bambini. Non normalizzate il divorzio. Non è normale“.

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