Solo Leveling – ReAwakening: recensione del film d’animazione
Il 2, il 3 e il 4 dicembre 2024 arriva al cinema Solo Leveling -ReAwakening, il film che riassume la prima e anticipa la seconda stagione della popolare serie animata.
Il 2, 3 e 4 dicembre 2024 Sony Pictures e Crunchyroll portano in sala, per una distribuzione Eagle Pictures, Solo Leveling – ReAwakening, il film tratto dalla serie animata di successo disponibile su Crunchyroll da gennaio 2024 con la prima stagione e in arrivo con la seconda a gennaio 2025. Non è un prequel, non è un sequel, non è uno spin-off, non chiarisce né approfondisce zone d’ombra e misteri lasciati in sospeso nella prima stagione. Solo Leveling – ReAwakening è qualcosa di diverso, è la prima stagione della serie e non solo. Il film d’animazione, diretto da Shunsuke Nakashige (Sword Art Online) su animazione di A-1 Pictures (Sword Art Online), è contemporaneamente il riassunto della prima stagione e la preview dei primi due episodi della seconda. La stessa storia, gli stessi personaggi, gli stessi sfondi e la stessa animazione, proiettati su una tela (lo schermo) e per un pubblico (la sala cinematografica) diversi dal solito. È quella che oggi si chiama esperienza; nonostante qualche impaccio forse inevitabile, funziona.
Solo Leveling – ReAwakening: mostri, portali e cacciatori dalle prodigiose abilità
Prima del cinema c’è stata la web novel sudcoreana di gran successo, la più famosa e acclamata del mondo, illustrata da Chugong. Poi la serie animata su Crunchyroll e, infine, in sala per tre giorni soltanto, Solo Leveling – ReAwakening. Il progressivo scivolamento da un formato all’altro non mette in discussione il doppio punto di forza della storia. Uno, la commistione di atmosfere e suggestioni: brutalità e psicologia, estetica fantasy e intensi dilemmi morali. Due, l’estrema linearità della trama, considerazione amaramente ironica tenendo a mente l’incedere caotico e zoppicante della narrazione. Nel tentativo di riassumere le cose importanti della prima stagione e di anticipare, senza esagerare con gli spoiler, quanto più possibile della seconda, Solo Leveling – ReAwakening corre molto, forse troppo. Ma è difficile pensare che si potesse fare altrimenti.
Nel farlo, perde per strada informazioni vitali sul quando, il come e il perché della storia, non investendo a sufficienza sulla costruzione di un arco narrativo razionale il protagonista. Succede tutto rapidamente ma le cose – il miracolo imperfetto di un film imperfetto, emozionante e dal look pazzesco – trovano lo stesso la quadra. La mitologia della serie poggia su convenzioni lineari e accattivanti; in più, c’è il viaggio dell’eroe (protagonista). Si chiama Sung Jinwoo e, contemporaneamente, è l’Hunter più debole e quello più forte. Misteriosi portali dimensionali, altrimenti detti Gate, si aprono un po’ dappertutto rovesciando sulla Terra orribili creature. Per combatterle, interviene un gruppo di terrestri dalle prodigiose abilità. Si chiamano, appunto, Hunter.
Jinwoo è tra i meno dotati. Gli Hunter si riuniscono in associazioni dette Gilde e in base al loro potere sono inseriti in una griglia di classificazione. Jinwoo è un Hunter di grado E, il più basso, dove il più alto è il grado S. Nessuno crede in lui e con buone ragioni. I suoi poteri sono troppo esili, lo scenario più probabile è una morte ingloriosa. È quello che succede nei primi minuti di Solo Leveling – ReAwakening, in effetti, in maniera talmente rapida da confondere lo spettatore meno informato e mettere a dura prova la lucidità di quello appassionato; ci pensa la seconda metà del film a rimettere a posto le cose. Jinwoo sfiora la morte, ma viene richiamato (risvegliato, come da titolo) da una forza misteriosa che gli offre la possibilità di diventare l’Hunter più forte a patto di attenersi alle istruzioni completando una serie di missioni – sanguinose e pericolosissime – preparate su misura per lui. Solo Leveling – ReAwakening è la storia della scalata di Jinwoo al mondo degli Hunter e del progressivo stravolgimento della sua personalità. La preoccupazione del film – e della serie prima del film – è anche di natura intima e morale. Non c’è solo l’azione.
Azione e introspezione, tecnologia e fantasy
Il film è la rapida ricognizione di una storia preesistente e futura, perché non c’è solo la prima stagione ma anche un’anteprima di quello che succederà nella seconda; l’imperfezione è inevitabile, come la sensazione di un vuoto da riempire. Il ritmo zoppicante e incerto di Solo Leveling – ReAwakening è il limite ineludibile. Non c’è abbastanza tempo per tenere dentro tutto, la qualità delle caratterizzazioni, il corso principale della storia e le deviazioni secondarie, i combattimenti e i grandi punti interrogativi. Il film diretto da Shunsuke Nakashige le avrebbe tutte, teoricamente, per fallire – trama frettolosa, squilibrio tra prima e seconda parte, attenzione rivolta al protagonista a scapito dei comprimari – e invece tiene botta, non si lascia sopraffare dai suoi difetti e regala allo spettatore un intrattenimento di qualità, per niente superficiale. Come ci riesce?
Prima di tutto, nella fretta di mettere nella storia tutto quello che c’è di veramente importante, il team creativo non dimentica che la forza di questo universo animato è la semplicità delle condizioni di partenza – un ragazzo messo ai margini riceve un dono e impara a misurarne possibilità e responsabilità – associata a stimolanti riflessioni di carattere morale. È la combinazione tra gli opposti – azione e introspezione, tecnologia e fantasy – a fare la fortuna di Solo Leveling – ReAwakening. Se è vero che la prima mezz’ora corre veloce, forse troppo, sintetizzando eventi e chiarendo dinamiche in un modo che non rende facile allo spettatore di trovare i giusti riferimenti, è altrettanto vero che non è solo questione di combattimenti, pathos e mostruose creature. Molto, della potenza della storia, risiede nella disponibilità a coniugare dilemma etico e storytelling fantasy-avventuroso.
Nella sua condizione di Hunter emarginato dal resto del mondo, Jinwoo riflette sul significato di parole come forza e debolezza. E nella misura in cui il sistema che gli restituisce vita e poteri lo costringe, a causa della natura violenta e moralmente discutibile delle missioni, a confrontarsi con dilemmi etici non secondari, si interroga anche sulla sua identità e sul modo in cui bene e male convivono nell’anima dell’uomo. Non ce n’è abbastanza del vecchio Jinwoo, fragile ma umano, in Solo Leveling – ReAwakening, a bilanciare l’ambiguità dell’eroe risvegliato, coraggioso ma moralmente in bilico. È lo squilibrio di un film che nasce e si sviluppa su un presupposto scomodo – riassumere una stagione e qualcosa in più in un film di meno di due ore di durata – ma ha la lucidità e l’intelligenza di lavorare su se stesso per superare i limiti e portare l’intrattenimento, l’azione e la riflessione, a un livello superiore. Dipende anche dalla qualità dell’animazione, francamente pazzesca. Se ne parla poche righe più sotto.
Solo Leveling – ReAwakening: valutazione e conclusione
Oltre la trama discontinua, oltre l’azione e l’introspezione, la forza di Solo Leveling – ReAwakening è la pulizia, l’eleganza, la flessibilità di un’animazione che sa restituire con la stessa credibilità le parentesi di brutalità della storia e i momenti di scavo intimo, il mondo in cui Jinwoo misura l’estensione dei suoi poteri e quello in cui si interroga sulla sua identità. L’animazione è la definitiva coerenza di un film che si propone l’impossibile – tenere insieme il tempo lungo della serialità e la concisione del cinema, l’esteriorità dell’azione e la psicologia – e trova nel look, nell’estetica, nel lavoro importante di A-1 Pictures e della motion graphic di Production I.G, il suo punto di forza. La narrazione caotica e frettolosa non spaventa il fan della serie, potrebbe riuscirci con lo spettatore meno avvezzo. Per salvarsi, dovrà cercare le sue ricompense in quello che altrove si sarebbe chiamato cinema puro, nell’appeal della storia e nella forza seducente dell’animazione.