Joy: cos’è la FIVET? La storia vera e i dettagli della tecnica medica alla base del film Netflix
Jean Purdy, infermiera ed embriologa britannica, è stata un elemento essenziale per il successo della FIVET
Il film Joy, disponibile su Netflix dal 22 novembre, racconta una storia rivoluzionaria nel campo della medicina e della scienza, quella dello sviluppo della fecondazione in vitro (FIVET). Al centro del racconto c’è Jean Purdy, una figura fondamentale e spesso dimenticata, che ha contribuito a rendere possibile la nascita della prima bambina concepita in provetta, Louise Brown. Il film, esplora sia la vita personale di Purdy sia la straordinaria collaborazione con Robert Edwards e Patrick Steptoe, gli altri due pionieri della tecnica.
La vera storia di Jean Purdy e la FIVET
Jean Purdy, infermiera ed embriologa britannica, è stata un elemento essenziale per il successo della FIVET. Nel film Joy, interpretata da Thomasin McKenzie, Purdy viene raffigurata come una donna determinata, affetta da endometriosi, condizione che la spinge a dedicarsi alla ricerca per aiutare altre donne a diventare madri. Tuttavia, non ci sono prove certe che questa motivazione personale sia stata reale, sebbene alcuni colleghi abbiano ricordato episodi di dolori acuti che potrebbero suggerire una diagnosi di endometriosi.
Nella vita reale, Purdy era una persona riservata e completamente dedita al suo lavoro. Si occupava di organizzare le forniture di laboratorio, garantire la sterilità e preparare il terreno di coltura per mantenere vitali gli ovociti e gli spermatozoi. Inoltre, teneva dettagliati appunti scientifici che hanno permesso ai suoi colleghi di analizzare i dati e sviluppare la tecnica.
Nonostante il ruolo centrale di Purdy, come nel film Joy, il suo contributo è stato spesso oscurato da quello di Edwards e Steptoe, riconosciuti come i “padri” della fecondazione in vitro. Tuttavia, colleghi come Barry Bavister hanno sottolineato che Purdy era “la madre della fecondazione in vitro”, una partner alla pari che ha spinto il team a perseverare nonostante i frequenti fallimenti.
Cos’è la fecondazione in vitro e come si svolge?
Come si evince dal film Joy, FIVET è una tecnica di riproduzione assistita che consente la fecondazione di un ovocita al di fuori del corpo umano. Inizia con una stimolazione ovarica per favorire la produzione di più ovociti, seguita dal loro prelievo tramite aspirazione follicolare. Gli ovociti vengono quindi fecondati in laboratorio, dove vengono messi a contatto con spermatozoi trattati o sottoposti a iniezione intracitoplasmatica (ICSI).
Gli ovociti fecondati vengono osservati dopo circa 16-18 ore per verificare la formazione di pronuclei, che indicano il successo della fertilizzazione. Gli embrioni risultanti vengono coltivati per alcuni giorni e valutati in base alla qualità. Gli embrioni migliori vengono infine trasferiti nell’utero tramite un catetere sottile. Questo passaggio, cruciale per il successo della procedura, avviene generalmente entro il quinto giorno dopo la fecondazione.
La rappresentazione di Purdy in Joy
Nel film Joy, Jean Purdy è ritratta come una figura empatica e determinata, capace di instaurare un legame profondo con i pazienti. Una scena particolarmente toccante la mostra organizzare una gita per le donne sottoposte a FIVET, simbolo della sua sensibilità verso le loro difficoltà. Questo lato umano si riflette anche nei racconti di colleghi che ricordano come Purdy riuscisse a mettere a proprio agio i pazienti.
La trama di Joy esplora anche la possibilità che l’endometriosi abbia motivato Purdy nel suo lavoro, una scelta narrativa che non trova conferma storica ma che enfatizza il suo coinvolgimento emotivo nella ricerca. Gli sceneggiatori hanno spiegato che il dettaglio è stato ispirato da conversazioni con colleghi di Purdy, ma resta una supposizione che aggiunge un livello di profondità al personaggio senza intaccare il valore del suo contributo scientifico.
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