Criature: la colonna sonora di Dario Sansone è lava incandescente: brucia il cuore!

Un viaggio nella colonna sonora di Criature: un mix di swing, folk e country che si amalgama alle voci e ai rumori della città. La musica di Dario Sansone è una magia che resta appiccicata addosso!

È un film denso, Criature di Cécile Allegra; carico di emozioni, di storie, di sfide e di musica: note che si sostituiscono ai respiri, fino a tappezzare interamente la pellicola, a scivolare sulle immagini come lava incandescente.
Il film, al cinema dal 5 dicembre 2024 con Medusa Film, racconta una storia che arriva al cuore senza sbavature, sorreggendosi su interpreti carismatici (primo tra tutti Marco D’Amore, ma non solo!) e su una colonna sonora mirabolante, opera di Dario Sansone, autore e leader della folk band napoletana Foja.

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Le sue canzoni, abilmente incastrate tra gli anfratti della sceneggiatura, sorreggono le gesta degli eroi quotidiani, quelli senza spada né armatura, intenzionati ad andare contro tutto e tutti pur di salvare un piccolo pezzo di mondo, che in questo caso è la periferia partenopea, animata da giovani costretti a lavorare per pochi spicci; menti plastiche a cui viene inculcata l’inutilità dell’istruzione per far largo a una distruzione che farebbe comodo a chi sguazza nella malavita organizzata. Mimmo, però, a questo andazzo non ci sta, al punto che preferisce vivere in una biblioteca e operare tra i vicoli di Napoli per limitare la dispersione scolastica, piuttosto che lavorare a scuola come insegnante.

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Il metodo con cui cerca di attirare e salvare i ragazzi è l’arte circense: trampoli, birilli, palline, sorrisi e nasi rossi scandiscono le giornate dei suoi alunni insieme alla lettura di alcuni passi tratti da Il Barone Rampante di Italo Calvino e a melodie allegre come Circus love. In questo contesto la musica non è un semplice sottofondo, bensì una presenza costante, che urla nei timpani i bisogni e le aspettative più recondite dell’animo dei protagonisti.

La colonna sonora di Criature è fatta di passi strusciati e lame lamentose che disegnano sul ghiaccio; è il grido di dolore che sospira e spinge per divenire suono e quando sembra riuscirci eccolo che si blocca, con un rumore appartenente al mondo là fuori, che non ci aspettavamo: un grido, l’abbaiare di un cane in gabbia, il rumore di un motorino, una sirena.

I’m walking: il significato della canzone di Dario Sansone

L’ingresso nel mondo disegnato per noi da Cècile Allegra avviene sulle spalle del personaggio di Marco D’Amore, che pediniamo mentre calpesta le note di I’m walking, traccia principale del film, che riascolteremo più volte e in diversi contesti. Il ritmo è ossessivo, doloroso e inquieto e riesce a restituirci la sensazione di un disturbo perenne, che è quello che Mimmo provoca nella società malata in cui vive, ma è anche quello che subisce. Facendo leva sull’idioma partenopeo, che per sua natura lascia in sospeso le parole, alleggerendole delle vocali finali, il brano ci trasmette il senso della perpetua lotta di chi non si arrende e, nonostante tutto, non tradisce mai la sua coscienza, non si lascia bloccare da chi lo vorrebbe distogliere dalla sua strada: I’m walking on my way (“sto camminando per la mia strada“) è l’unica frase in inglese che intercettiamo in un brano cantato interamente in napoletano, inserita con cadenza regolare, a renderci l’idea del significato più intimo del termine “determinazione”.
Il singolo narra il percorso di un uomo che a ogni passo capisce chi sta dalla sua parte e chi no, fino a ritrovarsi da solo, ma non importa, perché l’unica cosa a cui prestare attenzione è fare tutto ciò che era nei piani e poi si può anche morire, che tanto la morte, dice, è “sul nu passag a nata vit” (il passaggio a un’altra vita).
A queste creature chi ci pensa? (Ma sti criatur chi c pens , tu o sai?) si domanda il brano nella terzultima strofa (che continua cantando: “Si na vit n’ten sens, ch fai ? Vir r’estrapolà l’essenz, che dai ! Mo pulizzt a cuscienz e bye bye!), per poi lasciarci con un verso che fa presagire il peggio, in quanto sottolinea che tutti gli sforzi non sono serviti a nulla.

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Al netto del brano appena citato, l’intera colonna sonora di Criature ha una particolarità che da sola basta a farci comprendere il senso del film ed è quella storpiatura delle note che l’udito percepisce in sottofondo, note graffiate di una melodia che altrimenti sarebbe troppo lineare, ma la vita non è la perfezione, piuttosto è un sentiero tortuoso e Dario Sansone lo sa, perciò anche nella traccia intitolata La mongolfiera e inserita nella scena successiva al ritrovamento di Ciro (Antonio Guerra) e alla festa determinata dall’accettazione di Bruno (Ciro Minopoli) nel gruppo ascoltiamo una melodia apparentemente allegra, fatta di violini, chitarre e fiati. Non è la sola ad avere questa caratteristica, anzi, sono quasi tutte!

Swing circense e allegria in Appresso a nuje, tra le canzoni più belle di Criature

Uno dei brani più gioiosi e commoventi di Criature è senza dubbio Apress’a nuje, che ascoltiamo per la prima volta al termine dell’esibizione dei ragazzi insieme a Mimmo a Borgo Marinaro. Ci sono i cori di gioia, c’è l’invito a divertirsi, a entrare nel loro mondo fatto di magia e immaginazione, costruito su una speranza che resta tatuata nella mente: Eppure deve esserci un posto, fatto apposta per noi/ Dove nessuno ci guarda pensando: ma chi sono questi qua?”.
La stessa canzone viene riproposta nella scena finale ma in italiano, il che lascia lo spettatore con un pensiero di positività verso il futuro, come se volesse promettergli che, anche se in questa occasione le cose non sono andate poi così bene, l’umanità è propensa a migliorare.

Le poche canzoni citate bastano a farci rendere conto della moltitudine di sfaccettature musicali che possiamo rinvenire in Criature. La colonna sonora infatti mixa country, folk, swing; intreccia violini, chitarre, arpe e altrettanti toni, che migrano dalla gioia al dolore, accompagnandoci nei tunnel inquietanti dell’anima.

Magia e realtà si amalgamano nella soundtrack del film di Cècile Allegra

Così, se il brano La nostra canzone accompagna la delicata e pudica scena d’amore tra Anna (Marianna Fontana) e Mimmo (Marco D’Amore) con una musicalità più tenue e avvolgente, l’atmosfera si fa più tesa al sopraggiungere del mattino, momento in cui Mimmo svela alla sua complice una verità in merito a un caso che stanno seguendo, innescando un’esplosione inattesa nel brano On my way n°1, in parte simile a quella che si respira nella scena in cui Mimmo viene minacciato (ci riferiamo alla traccia La testa del porco).

Sono tante le tracce della soundrack e alcune, inevitabilmente, restano impresse più di altre, poiché si materializzano sulla scena facendosi portavoce di un messaggio più ampio, che trascende la narrazione filmica per farsi parabola umana.
C’è una costante, tuttavia, che si può appurare ed è quell’altalena perenne tra la gioia e il dolore, che però non si lascia mai infilzare da un senso di resa. In Criature ci sono tantissimi momenti felici, uno tra tutti la sfilata dei carri tra i vicoli di Napoli, scandita dalla traccia La santissima del sud e seguita da un adeguamento del Barone rampante alla realtà che da solo basta la visione del film, perché fa autenticamente venire i brividi e ci fa capire come un testo, apparentemente così lontano, possa ancora parlare la lingua dei nostri giovani e piantare semi di rivoluzione.

Potete ascoltare sul profilo ufficiale di Dario Sansone tutte le tracce della colonna sonora di Criature.