Siani e Pieraccioni fanno coppia in Io e te dobbiamo parlare: “Erano anni che volevamo fare un film insieme” [VIDEO]

Io e te dobbiamo parlare è il primo film insieme per Leonardo Pieraccioni e Alessandro Siani. Ecco cosa ci hanno raccontato i due pezzi da novanta della comicità, insieme al nutrito cast, a proposito del film in uscita il 19 dicembre 2024.

Ce l’hanno fatta. Dopo anni di corteggiamento, Leonardo Pieraccioni e Alessandro Siani hanno finalmente unito le forze per la commedia del Natale 2024. Io e te dobbiamo parlare, in sala dal 19 dicembre 2024 per 01 Distribution, è diretta da Alessandro Siani e interpretata da Alessandro Siani, Leonardo Pieraccioni, Francesca Chillemi, Brenda Lodigiani, Gea Dall’Orto, Sergio Friscia, Tommaso Cassissa e non solo. Una storia diversa dal solito – commedia poliziesca – e il perché ce lo spiega Alessandro Siani. “Bisognava trovare un’idea spiazzante per evitare il solito film, la commedia con momenti sentimentali e gag. Mi sentivo di proporre a Leonardo qualcosa di diverso. C’eravamo incontrati nel 2018 e ci eravamo detti di fare un film insieme. Ci siamo scritti, annusati, e il 2023 è stato l’anno decisivo”.

Il collega gli ha fatto una sola raccomandazione. “Ha detto: facciamolo quando siamo accesi. Succede nelle migliori famiglie esce a Natale 2023 e resta uno film più visti della stagione. Leonardo arriva in un periodo diverso (con Pare parecchio Parigi, gennaio 2024, ndr) e il risultato è stato molto importante anche per lui. Il nostro film non è un’operazione a tavolino. Se la frase è ci dobbiamo divertire, mi ha detto Leonardo, ci sto. Ha partecipato alla costruzione del film, contribuendo con tante idee”. Certo, ci tiene a precisare, “la comicità non si scrive, si fa. Io ho avuto a disposizione in questo film la nazionale dei comici abbinata a attori molto intelligenti. Per ogni ruolo e ogni battuta c’è stata un’attenzione forte”.

E Leonardo Pieraccioni? Nel film è Pieraldo, poliziotto maldestro e molto simpatico, collega di Antonio (Alessandro Siani) ma non solo, dal momento che convive con l’ex moglie del collega (Brenda Lodigiani) e fa da padre aggiuntivo alla figlia di Antonio (Gea Dall’Orto). Il comico toscano si mantiene sulla stessa lunghezza d’onda. “Sono molto felice. Era tanto che ci si incrociava negli uffici di Rai Cinema e 01 Distribution, con Paolo Del Brocco che ci ripeteva sempre: vi vedo bene a voi due insieme. Lo pensavamo anche noi. Abbiamo lo stesso background, veniamo dalle cantine, dai pub, dai cabaret, dalle piazze. Ci siamo annusati, capivamo di avere molto in comune. Tante cose le abbiamo improvvisate”.

Io e te dobbiamo parlare: perché Napoli e Firenze vanno d’accordo, in termini di comicità

Era un po’ che Leonardo Pieraccioni (qui sopra l’intervista video insieme a Alessandro Siani) non faceva soltanto l’attore. Anche per questo Io e te dobbiamo parlare gli è piaciuto molto. “L’ultima volta, quando Giovanni Veronesi (con Il mio West, ndr) mi aveva chiesto di venire a dargli una mano con Harvey Keitel e David Bowie! Io sono pigro, e mi sono ricordato di quel giardino d’infanzia che è la roulotte, dove tu te ne stai lì e aspetti, fai un sacco di richieste e ti portano in continuazione caffè. Io ho chiesto salsicce maremmane e vorrei che fosse sempre così: io chiedo le salsicce maremmane, e loro me le portano”. Ha capito che la storia avrebbe funzionato dalla risate dei suoi familiari quando gli ha fatto leggere la sceneggiatura, sa che film è per la sala e ne parla con cognizione di causa. “Noi apparteniamo a quella generazione lì, quella dei sold out al cinema. Bisognerebbe avere la fortuna di sentire il pubblico che ride di se stesso che ride”.

L’incontro dei campanili, il melting pot di comicità geograficamente situate ha funzionato, per Leonardo Pieraccioni. “Alessandro ha scoperto il fiorentino che è in lui e io ho sottolineato il napoletano che è in me. La comicità napoletana l’ho sempre usata nei miei film: Vincenzo Salemme, Biagio Izzo, Tosca D’Aquino. Firenze e Napoli sono città che smussano gli angoli, non prendono mai la testata. Il dialetto napoletano ha la sua musicalità, è un idioma armonioso. Alessandro fuori dal set è un principino, una persona composta e seriosa come non credevo che fosse. Si sarà sbagliato, probabilmente voleva digitare Picone, per il film, e invece sono venuto fuori io. E io ho goduto”. Nostalgico, Alessandro Siani, quando ricollega l’esperienza sul set di Io e te dobbiamo parlare ai suoi primi passi nel cinema. “Con Leonardo, ho ritrovato il divertimento sperimentato sul set di Natale a New York quando ho duettato per la prima prima volta con Christian De Sica. Lì era un gioco continuo, e qui ho ritrovato un ambiente simile. Questo film è quello in cui mi sono divertito di più”.

Si trattava solo “di non scrivere la solita storia. Portare la gente al cinema non è semplice, la commedia vive di diffidenza. Da Fabio Fazio abbiamo fatto una gag su un ristoratore (provare a non pagare contando sulla loro celebrità, ndr) che poi è stata presa sul serio; a volte succede il contrario. Per divertirsi, bisogna andare in sala. Se in sala sono in pochi, il cinema comico soffre”. Il film, spiega Leonardo Pieraccioni, è “un omaggio a chi ci ha fatto divertire con storie simili a questa, da Renato Pozzetto a Verdone agli americani come Starsky e Hutch”.

Gli chiedono come si fa a portare i giovani al cinema. “C’è un codice, ma non lo conosco. I film che sono piaciuti nell’ultimo periodo sono piaciuti perché hanno saputo alzare l’asticella, poi anche il divertimento ha il suo codice che nessuno capisce del tutto. Se noi siamo avanti, il pubblico è tre chilometri avanti a noi, perché il film lo vede com’è, noi come l’abbiamo pensato”. Si chiede spesso, “ma io, oggi, debutterei con I laureati? Non lo so, ma forse si ritornerà, quando finisce l’ossessione dell’idea fortissima, a raccontare le cose con più rilassatezza”. Il problema è che “mancano i giovani autori. Gli sceneggiatori forti alla terza sceneggiatura debuttano, e noi diventiamo orfani. Tre cose servono al cinema: sceneggiatura, sceneggiatura e sceneggiatura. Faccio questo mestiere con la voglia di trovare – sapendo che non ci riuscirò sempre – un’idea ganza”.

Si improvvisa tanto, su un set di Alessandro Siani

Io e te dobbiamo parlare cinematographe.it

E gli altri e le altre? Brenda Lodigiani ha dovuto imparare a lavorare in maniera diversa da come è abituata a fare nel GialappaShow. “Mi sono avvicinata al film con indosso il trucco e i costumi dei miei personaggi, ma era un lavoro diverso e ho dovuto impararlo. Alessandro mi ha stupito, perché sul set mi ripeteva sempre: Brenda, anche meno!”. Francesca Chillemi ha coronato un sogno. “Sono cresciuta con Leonardo e Alessandro, trovarmi qui è una soddisfazione personale. Sul set c’era aria di vacanza. Nel momento in cui mi sono liberata dalla pressione, mi sono goduta il film”. Si parla di aderenza alla sceneggiatura. “Mi chiedete se Alessandro improvvisa? Fate attenzione alla scena nel ristorante stellato; credo che si capisca tutto dalla mia faccia!”. Gea Dall’Orto si inserisce nel discorso precisando che “io sono la quota giovane della produzione (tante risate in sala, ndr)! Ero intimorita, all’inizio, e ci ho messo un po’ a capire i ritmi della commedia, perché sono arrivata con un’idea sbagliata. Ma mi sono sentita accudita”.

Tommaso Cassissa, attore e youtuber, si chiedeva, all’inizio, “come sarei stato accolto da Alessandro e Leonardo. Lo hanno fatto con un’umanità incredibile, mi sono sentito benvoluto. Questa gentilezza è la pasta di chi ha fatto, e continuerà a fare, grandi cose”. Per Enrico Lo Verso il ruolo in Io e te dobbiamo parlare è una parentesi inedita. “Mi piace fare l’attore e misurarmi con sfide nuove, il punto è questo. E mi inorgogliva far parte di un percorso, l’incontro Napoli Toscana, cominciato con Benigni e Troisi (in Non ci resta che piangere, ndr). Pensavo sarebbe stato più facile, all’inizio faticavo a adattarmi al registro della commedia. Ma Alessandro mi ha portato a capire”. Reduce dal successo monstre di Parthenope, ecco Peppe Lanzetta. “Sono più di vent’anni che seguo Alessandro. Stavolta ho chiesto io di lavorarci, in passato mi era stato proposto di scrivergli qualche testo. Mi piaceva, uscendo dal set di Sorrentino, fare un’esperienza diversa, avevo voglia di ridere. Sapete, quando il divertimento è fasullo si sente, non è questo il caso. Spero che la critica accolga il film senza snobismi; siamo figli della commedia all’italiana, anche se i tempi sono cambiati. E poi, con due mattatori così!”.

Collaboratore di Alessandro Siani e già da un po’, Sergio Friscia conosce bene l’abitudine del regista a improvvisare e si è divertito molto “a vedere il disagio dei colleghi quando, la mattina, si presentavano sul set per scoprire che Alessandro aveva cambiato le battute! In questo film mostra che, dietro un cuore d’arancina, in me c’è anche un Tom Cruise. Siamo gli unici a fare le scene d’azione senza controfigura!”. Aveva già lavorato con Alessandro Siani anche Alan Cappelli Goetz. “Alessandro mi imbarazza sempre perché è pieno di vita, di energia e guarda sul serio le cose, e questo traspare sul set. Quando giriamo trova sempre il modo di cambiarmi i connotati!”. Sulla crisi della commedia italiana, dice, “forse c’è stata troppa roba in giro. Bisogna tornare a puntare sulla qualità”.

Alessandro Siani allude a un eventuale futuro insieme raccontando di aver trovato, in Leonardo Pieraccioni, “un fratello comico toscano”. La famiglia allargata del film è stata costruita lavorandoci sopra in sceneggiatura con “il mio complice Gianluca Bernardini, perché ci serviva una colonna vertebrale, dei paletti per dare maggior spessore alla storia”. Leonardo Pieraccioni, interrogato sulla possibilità, esclude di partecipare al prossimo Festival di Sanremo. “Guarderò il mio amico Carlo Conti ma non ci vado, è talmente un campo minato. Ci sono andato con Panariello tanti anni fa, a mutanda slabbrata, un modo molto chic di dirlo! Allora mi ero pure divertito ma oggi, sbagli battuta e non ottieni l’effetto che vuoi”. Chiude scherzando Brenda Lodigiani che così risponde a chi le chiede se si trova più a suo agio con la comicità del duo Pieraccioni-Siani o con quella della Gialappa’s. “Ma che domande sono?! Volete farmi smettere di lavorare? Sapete quanto mi costa la casa a Milano e il nuoto per i miei figli? Comunque, la risposta è questa: dipende dal contesto. Se sto accanto a Siani, dico Siani. Con gli altri, dico Gialappa’s!”.