Carry-On: recensione del film Netflix con Taron Egerton

La recensione dell’action-thriller diretto da Jaume Collet-Serra con Taron Egerton e Jason Bateman. Dal 13 dicembre 2024 su Netflix.

Solitamente quando un film, qualsiasi esso sia e indipendentemente dalla sua provenienza, inizia con frasi come «sarà una lunga giornata» o «sarà un felice Natale anche per noi», non promette mai nulla di buono. Quel tipo di frasi per chi le ha pronunciate e per la pellicola stessa suonano il più delle volte come un campanello d’allarme di prossime sventure. In tal senso non fa eccezione Carry-On, l’ultima fatica dietro la macchina da presa di Jaume Collet-Serra, disponibile dal 13 dicembre 2024 su Netflix. La pellicola diretta dal cineasta spagnolo parte infatti come la classica e irritante commediola a tema e sfondo natalizio per poi cambiare completamente pelle, svestendone i panni e indossando quelli di un adrenalinico e tesissimo action-thriller vecchia scuola dal sapore vintage. Una mutazione genetica e quindi di genere che scattato il ventesimo minuto circa sul timer imprime alla pellicola in questione una svolta e uno stravolgimento totale sia di tono che di ritmo, che consente al broadcaster a stelle e strisce di mettere sotto l’albero degli abbonati un riuscito e gradito regalo.

Carry-On strizza l’occhio agli action-thriller made in USA di fine anni Ottanta

Carry-On cinematographe.it

Del resto c’era da aspettarselo visto colui che è stato chiamato a confezionarlo, ossia l’autore di Orphan e L’uomo sul treno, che della dinamicità e della tensione ha fatto il proprio marchio di fabbrica. Ad assisterlo in quest’occasione in fase di scrittura T.J. Fixman, già autore autore dei videogiochi Ratchet & Clank e Fuse, che gli ha cucito addosso una sceneggiatura serratissima che riavvolge le lancette dell’orologio per riportare lo spettatore a quei film d’azione made in USA realizzati realizzati a fine anni Ottanta che tante soddisfazioni hanno dato ai loro tempi e tanti bei ricordi hanno lasciato nell’immaginario dei cinefili al punto da essere ancora nostalgicamente ricordati e citati come modelli. Carry-On, seppur in maniera furbescamente ammiccante e volutamente rievocativa, strizza l’occhio a cult come Die Hard e Arma letale, inserendosi per caratteristiche, stile, regole d’ingaggio, spirito e modus operandi, nel lunghissimo solco che si sono lasciati dietro per tentare – a nostro avviso riuscendoci con le dedite distanze – a rinverdire i fasti del genere e della sua stagione migliore. Ecco che Carry-On si è messo in scia lasciandosi trascinare dalla corrente, portando sullo schermo dinamiche e personaggi sicuramente già visti e con nulla di inedito da registrare in termini di plot, dinamiche, sviluppi e on-line, ma che tutto sommato  funzionano in virtù della serratissima concatenazione di eventi capace di tenere incollato alla poltrona per quasi due ore il fruitore di turno.

Carry-On trascina spettatori e personaggi in un pericoloso gioco del gatto col topo

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La storia è quella di Ethan, un giovane addetto ai bagagli dell’aeroporto di Los Angeles che il giorno della Vigilia di Natale durante il consueto turno a lavoro viene ricattato da un uomo misterioso per far imbarcare una pericolosa valigia su un volo di linea. Ovviamente il contenuto è top secret e non lo riveleremo, ma per il protagonista sarà impossibile rifiutare, anche perché l’attentatore minaccia di uccidere senza pietà Nora, la sua fidanzata incinta, anch’essa impiegata nello scalo. La domanda è quindi: fino a che punto Ethan sarà pronto a spingersi per proteggere se stesso e gli altri? La risposta e il dilemma morale li lasciamo alla visione, ma non aspettativi nulla di così eclatante. In effetti sul piano narrativo e drammaturgico ci troviamo al cospetto dell’ennesimo uomo qualunque trascinato in una situazione che lo costringe a diventare un eroe. La mente in tal senso va di default a odissee analoghe come quelle viste in Speed o più di recente Minuti contati e In linea con l’assassino, laddove i diretti interessati si ritrovano loro malgrado scaraventati in un pericoloso gioco del gatto col topo. Il ché non fa registrare nulla di nuovo e di particolare, eppure il cineasta di Sant Iscle de Vallalta trova il modo di renderlo avvincente e con un livello di intrattenimento elevato, toccando punte massime di coinvolgimento nelle scene dell’ispezione durante il controllo a campione della valigia sospetta nella saletta e delle colluttazione e sparatorie in autostrada e sui nastri dello smistamento bagagli agli scanner automatici. La regia iper-cinetica e votata allo show di Collet-Serra fa da cassa di risonanza così come le performance dei suoi efficaci interpreti, Taron Egerton e Jason Bateman, posti sui lati opposti della barricata per darsi battaglia in una lotta combattuta sia fisicamente che sul filo dei nervi.

Carry-On: valutazione e conclusione

Carry-On Taron Egerton - Cinematographe.it

Jaume Collet-Serra, nuovamente in trasferta oltreoceano, confeziona un action-thriller che rievoca e riporta sullo schermo lo spirito e l’adrenalina dei cult del genere di fine anni Ottanta. Lo fa furbescamente, ma con con la consapevolezza e l’astuzia di chi sa il fatto suo. E infatti, nonostante la sceneggiatura di T.J. Fixman si basi su dinamiche già viste e codificate che vedono l’uomo qualunque costretto da un pericoloso gioco del gatto con il topo trasformarsi in un eroe per salvare se stesso e gli altri da una minaccia globale, riesce tuttavia a dare vita a una timeline serratissima piena di botte e risposte che trascina lo spettatore e i personaggi in un show avvincente che non prevede pit-stop per rifiatare. Ciò fa di Carry-On un prodotto di intrattenimento a buon mercato dal livello di intrattenimento estremamente elevato, nel quale trovano spazio anche le efficaci performance di Taron Egerton e Jason Bateman. Insomma, un bel regalo che Netflix ha messo sotto l’albero di Natale dei suoi abbonati.    

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 3.5

3.8

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