Conclave: recensione del film con Ralph Fiennes

Il film diretto da Edward Berger, al cinema a partire dal 19 dicembre, vede anche la partecipazione di Stanley Tucci, Isabella Rossellini e Sergio Castellitto.

L’ambizione, la politica, la Chiesa, la corruzione, lo scontro tra i sessi, tra la tradizione e l’apertura; uno degli ultimi film ad arrivare in sala nel 2024 è anche uno dei più attesi: Conclave, ultimo progetto di Edward Berger, arrivato a due anni di distanza dal precedente Niente di nuovo sul fronte occidentale e molto chiacchierato in vista di una stagione dei premi sempre più imminente. Dopo il grande successo della pellicola che nel 2023 trionfò agli Oscar come Miglior film internazionale, il regista austriaco torna con un’opera che mescola lingue e culture differenti e vede la co-produzione di Stati Uniti e Regno Unito, oltre che una massiccia partecipazione nostrana. Il film, scritto dal britannico Peter Straughan (La talpa, L’uomo di neve) e basato sull’omonimo romanzo del 2016 di Robert Harris, è stato presentato nella sezione Grand Public della Festa del Cinema di Roma 2024. Protagonista è Ralph Fiennes – nei panni del cardinale chiamato a supervisionare il conclave indetto per eleggere il nuovo papa – e, al suo fianco, troviamo grandi nomi del cinema italiano ed internazionale, quali Stanley Tucci, Isabella Rossellini, Sergio Castellitto e John Lithgow (Blow Out, Footloose).

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Morto un papa se ne fa un altro

Conclave Ralph Fiennes cinematographe.it

Roma, Città del Vaticano, alla morte di papa Gregorio XVII, causata da un attacco di cuore, il prelato Thomas Lawrence (Ralph Fiennes), decano del Collegio cardinalizio, è chiamato ad annunciare la “Sede vacante” e ad indire il conseguente ed inevitabile conclave, utile a decretare il successore del pontefice ormai deceduto. Accorsi alla Santa Sede i cardinali di tutto il mondo, ancor prima dell’omelia d’apertura di Lawrence si iniziano a scorgere le gerarchie e a comprendere i nomi dei principali candidati: anzitutto lo statunitense Aldo Bellini (Stanley Tucci), liberale intento a proseguire l’operato del precedente papa, poi il canadese Joseph Tremblay (John Lithgow), conservatore legato alla tradizione, il nigeriano Joshua Adeyemi (Lucian Msamati), anch’egli sociale conservatore, e il temutissimo Goffredo Tedesco (Sergio Castellito), dall’Italia, vero e proprio tradizionalista reazionario; a questi si aggiunge infine, in sordina, il misterioso Vicent Benitez (Carlos Diehz), arcivescovo missionario con sede a Kabul, di cui solamente il defunto vescovo di Roma aveva fatto la conoscenza.

Tra intrighi, segreti svelati, tentativi di persuasione e ripensamenti, la pellicola segue la macchinazioni e le preoccupazioni del decano Lawrence che, mentre gli scrutini si susseguono abbondanti senza mai però riuscire a decretare un vincitore, tenta di scoprire quali macchie i suoi colleghi portino con loro, dai figli avuti in giovane età alla corruzione, dalle misteriose cliniche svizzere al rapporto con l’altro sesso, qui raccontato nel volto e nelle poche parole di Sorella Agnes (Isabella Rosellini), baluardo di un’espressione di femminilità che, seppur ai margini, si rivelerà fondamentale. Isolati dal mondo per diversi giorni, i cardinali, ignari dei tumultuosi avvenimenti esterni a San Pietro, danno vita ad un’agguerrita campagna elettorale che culminerà nel sorprendente e risolutivo risvolto finale.

Conclave: un film di genere, un film sul genere

Isabella Rossellini

Conclave è un thriller avvincente, appassionante, che intrattiene ed incuriosisce dal primo all’ultimo fotogramma, come ormai poche pellicole sanno fare. Gli intrighi del potere, i continui sconvolgimenti e i segreti che divengono rivelazioni ribaltano continuamente gli equilibri, mettendo tutti in discussione e compromettendone la fiducia, proprio lì dove la fede non è certa, come sottolinea Lawrence, e deve accompagnarsi alla paura, al timore. Conclave è un film di genere, che ne rispetta i dettami auspicando di generare curiosità, meraviglia, di solleticare la bramosia di sapere dello spettatore.

Ma il genere in questo caso non è un unicamente il mezzo, bensì anche il contenuto o, perlomeno, gran parte di esso. Conclave racconta la Chiesa nel suo aspetto più politico, racconta il potere e la sua volontà, racconta l’ambizione dell’uomo e la voglia di imporre i propri ideali, ma sullo sfondo c’è una tematica silente quanto ingombrante, che continuamente viene accennata per poi essere un’altra volta confinata ai margini del concilio: la donna in quanto tale, in quanto persona senziente e imprescindibile, in quanto facente parte della Chiesa, in quanto essere umano. Nella prima ora di girato alla figure femminili non spetta neanche un dialogo, neanche una battuta ma, ad un certo punto, la presa di posizione di Agnes irrompe in una delle scene più iconiche del film e si carica di un significato che già era stato anticipato da Benitez durante la sua benedizione e che torna poi, sempre con lui, alla fine del film.

Conclave: valutazione e conclusione

Castellitto Conclave

Il film diretto da Edward Berger è senza dubbio uno dei prodotti cinematografici più interessanti di tutto il 2024; le formidabili capacità direttive del regista si uniscono ad un racconto già di per sé molto efficace e capace di coinvolgere il pubblico tanto da farlo entrare in Cappella Sistina a giudicare l’operato del Concilio, di cui vengono raccontate tutte le contraddizioni. La tensione è un’accompagnamento costante che, come era accaduto per Niente di nuovo sul fronte occidentale, si fa forza di un montaggio sonoro che incede, che sottolinea, e di una colonna sonora (curata da Volker Bertelmann) che vive, che narra e che ogni tanto si ferma, lasciando spazio al contesto, lasciando spazio a quel rumore che si fa evocativo, soprattutto nel momento in cui diviene silenzio. Girata prevalentemente tra Cinecittà e la Reggia di Caserta, la pellicola ricostruisce perfettamente una location a tutti molto nota e, al pari, ricrea magistralmente la vesti dei vescovi, protagoniste di alcune fotografie esteticamente folgoranti. La ciliegina sulla torta è però l’ingrediente che prima di tutti gli altri salta all’occhio: la presenza di alcuni maestri del grande schermo capitanati da un Ralph Fiennes che si conferma capace di rendere credibile qualsiasi ruolo gli venga assegnato e che, ancora una volta, siamo certi concorrerà per i riconoscimenti più ambiti della stagione.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Emozione - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Fotografia - 4

4