M – Il Figlio del Secolo: cast e sceneggiatori ci spiegano i segreti della serie dell’anno: “Una storia italiana, ma che riguarda tutta l’umanità” [VIDEO]
Interviste video al cast e agli sceneggiatori di M - Il Figlio del Secolo, la serie Sky Original tratta dall'omonimo bestseller di Antonio Scurati.
Il rischio è che l’attenzione sui protagonisti distolga da quello che c’è ai margini (espressione orrenda, imprecisa e anche ingiusta) e dietro l’inquadratura. Il trionfo di M – Il Figlio del Secolo è un intreccio di talento e ispirazione che abbraccia la serie a ogni livello, partendo, ovviamente, dal duo al centro della scena – il tandem Luca Marinelli e Joe Wright – per arrivare ai coprotagonisti e anche al team di scrittura. Dal 10 gennaio 2025 su Sky e in streaming su NOW, M – Il Figlio del Secolo è un racconto denso, stratificato e orgogliosamente cooperativo. Ci mostra un Benito Mussolini inedito, mixa Storia e spettacolo, farsa e tragedia, rigore e potenza dirompente dell’immagine; soprattutto, ci fa avvicinare a personaggi storicamente esistiti ma forse imbalsamati dal giudizio (e pregiudizio) collettivo, scoprendoli da angolazioni inedite. Di seguito, tre belle chiacchierate con il cast e gli sceneggiatori di M – Il Figlio del Secolo, per capire i segreti e i punti di forza di una cavalcata seriale che coniuga spettacolo e qualità come poco altro, oggi.
M – Il Figlio del Secolo: intervista a Vincenzo Nemolato, Gaetano Bruno e Lorenzo Zurzolo
Da sinistra a destra: Vincenzo Nemolato, Gaetano Bruno e Lorenzo Zurzolo. O, meglio ancora: Vittorio Emanuele III, Giacomo Matteotti e Italo Balbo. La sfida? Lavorare su personaggi dei quali esiste una solida documentazione letteraria, biografica, iconografica; il vincolo storico riduce il margine di manovra dell’interprete, che dovrà costruire il personaggio attenendosi a limiti stringenti sotto il profilo della psicologia, dell’estetica o delle scelte. Trattandosi però, nel caso di M – Il Figlio del Secolo, di rappresentazione della storia e non di riproduzione documentaria, c’è la possibilità di intervenire creativamente. Abbiamo chiesto a Vincenzo Nemolato, Gaetano Bruno e Lorenzo Zurzolo quali spazi di autonomia siano riusciti a ritagliarsi, nel riportare in vita i personaggi, tenendo conto dei limiti sopra accennati. E in che modo la sensibilità di un regista estraneo al contesto italiano come Joe Wright abbia aiutato la serie, in generale, e la loro interpretazione, in particolare, a decollare.
M – Il Figlio del Secolo: intervista a Benedetta Cimatti, Francesco Russo e Barbara Chichiarelli
Nel confronto con i colleghi del set precedente, Benedetta Cimatti, Francesco Russo e Barbara Chichiarelli hanno dovuto misurarsi con una sfida ancora più ostica e molto stimolante. I loro personaggi, la Storia li ha imbrigliati in maglie più strette, forse più stereotipate. M – Il Figlio del Secolo prova, riuscendoci, a restituirne l’ampiezza di sfumature. Vale per Benedetta Cimatti – Donna Rachele Mussolini, la Moglie – che per il protagonista è una roccia su cui fare affidamento nelle tempeste ma anche l’incarnazione dell’odiata routine domestica. Vale per Francesco Russo – Cesare Rossi, l’Amico – consigliere, eminenza grigia (anzi, nerissima), giornalista e braccio destro. E vale, più di ogni altro, per Barbara Chichiarelli – Margherita Sarfatti, l’Amante – amica, consigliera, patrona delle arti e più avanti anche biografa. Nella nostra video intervista, Benedetta Cimatti, Francesco Russo e Barbara Chichiarelli ci spiegano se i tre personaggi siano gli unici a resistere al terribile incantesimo di Mussolini per essere, a loro volta, seduttori del Grande Seduttore. E quale immagine, secondo loro, sintetizzi più di ogni altra l’essenza di M – Il Figlio del Secolo.
M – Il Figlio del Secolo: intervista a Davide Serino e Stefano Bises
Prima di M – Il Figlio del Secolo, la serie tv in otto puntate, c’è l’omonimo, premiato romanzo di Antonio Scurati. Nel mezzo, non più solo pagina scritta ma non ancora racconto per immagini, c’è il titanico lavoro di ricostruzione e felice tradimento della fonte letteraria a firma Davide Serino e Stefano Bises, affiancati da Antonio Scurati in sede di soggetto di serie e di puntata. Hanno dovuto vincerne la comprensibile resistenza iniziale (presto svanita) perché il tono della serie – drammatico, grottesco e spettacolare – e la scelta di rompere la quarta parete per far dialogare direttamente Mussolini con il pubblico esponevano M – Il Figlio del Secolo e il suo protagonista al rischio di un’empatia eccessiva. Non è stato così e gran parte del merito va alla lucidità dello sguardo dei due sceneggiatori. Davide Serino e Stefano Bises hanno capito cosa serviva alla serie e come fare per arrivarci. Intervistati, ci spiegano se, già scrivendo, pensavano alla mano di un autore straniero come Joe Wright per “spezzare” felicemente l’italianità dell’operazione. E se l’essere stati molto presenti sul set – abitudine poco praticata nelle serie italiane, mentre in America è l’abc – è un trend che bisognerebbe abbracciare con continuità anche da noi.