Blackout – Vite sospese 2: recensione della fiction con Alessandro Preziosi
Blackout - Vite sospese è tornata su Rai1 con altri misteri da risolvere e nuovi personaggi. Ma sarà valsa l’attesa?
Da martedì 14 gennaio 2025 va in onda in prima serata su Rai1 la seconda stagione del mistery-drama Blackout – Vite sospese. La fiction, nuovamente composta da 8 episodi suddivisi in 4 appuntamenti, è diretta da Fabio Resinaro e Nico Marzano, che sostituiscono Riccardo Donna.
La seconda stagione di Blackout – Vite sospese, una coproduzione Rai Fiction in collaborazione con Trentino Film Commission, torna a seguire le vicende dei protagonisti, ancora intrappolati nel resort Cima Paradisi, tra nuovi omicidi e misteriosi fenomeni soprannaturali. Tornano al fianco di Alessandro Preziosi, Rike Schmidt, Aurora Ruffino, Marco Rossetti e Federico Russo, a cui si aggiungono le new entry Adele Dezi, Fiorenza Tessari e Alessio Vassallo.
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Blackout – Vite sospese: la trama dei nuovi episodi
Dopo aver assistito ad una rarissima aurora boreale, il gruppo è sconvolto dalla scoperta del cadavere di Ruggero. In seguito ad alcune indagini, Giovanni scopre che il colpevole dell’omicidio è Umberto, e lo smaschera davanti a tutti. Il killer, alle strette, prende la figlia e riesce a fuggire, facendo perdere le proprie tracce. Nel frattempo, Elena è uscita dal coma – ma non senza conseguenze, avendo perso la memoria e la capacità di sentire le emozioni -, e Marco riesce a mettersi in contatto con i soccorsi di Trento.
Dopo giorni di agonia arriva, finalmente, la squadra dei soccorsi; sfortunatamente un guasto all’elicottero ritarda il rientro degli ospiti. Una triste casualità o un piano delle new entry, il cui arrivo potrebbe essere dettato da secondi fini?
Poca fantascienza e tanta confusione
Se la prima stagione di Blackout – Vite sospese era riuscita ad utilizzare sapientemente l’espediente della catastrofe per raccontare i problemi della nostra società – lotta di classe, cambiamento climatico, in primis -, attraverso un mix di thriller, mistery e family drama, questi nuovi episodi faticano a trovare un’identità. Ci sono moltissime linee narrative aperte che non riescono ad arrivare ad una svolta o ad una risoluzione, mettendo a dura prova la pazienza dello spettatore. Persino la posta in gioco non è poi così alta, dal momento che i protagonisti sembrano essersi, ormai, abituati allo status di reclusi. Il racconto risente di questi difetti di sceneggiatura, risultando poco scorrevole e, inevitabilmente, ripetitivo in alcuni punti.
Per quanto riguarda i protagonisti, nessun personaggio, almeno per il momento, ha fatto un salto di qualità, o ha avuto un’evoluzione a livello psicologico; tutti continuano ad affidarsi all’eroe/antieroe Giovanni, che qui ha perso di fascino e di mistero, dal momento che il suo segreto è ormai stato svelato. L’unico personaggio credibile è Marco, che più di tutti rappresenta il nostro punto di vista: è la voce razionale del gruppo, anche a costo di risultare antipatico, ed è sempre pronto a capire come risolvere la soluzione.
Dal punto di vista emozionale, Blackout – Vite sospese ha un grosso problema: le reazioni dei personaggi – anche di fronte ad eventi di grossa portata -, risultano, nella maggior parte dei casi, tiepide; la moglie di Ruggero che, scoperto il cadavere del marito, ha una risposta oltremodo misurata, ne è un esempio. Perfino Irene che, rifiutata da Marco dopo avergli mentito, invece di mostrarci la delusione, lo sconforto, la depressione sullo schermo, si taglia i polsi, per poi sopravvivere e tornare in pista come se non fosse mai successo nulla. Certo, si tratta di una serie di fantascienza ma, comunque, anche questo genere richiede una certa credibilità nelle intenzioni e nella resa finale: se c’è uno sgozzamento, dov’è il sangue? Se Marco è riuscito a mettersi in contatto con i soccorsi, perché Lorenzo si lancia dal parapendio per chiamare aiuto? Insomma, c’è poca coerenza e senso logico. Persino il finale apocalittico della stagione precedente non ha un riscontro narrativo nei nuovi episodi, se non con qualche menzione all’aurora boreale o al cervo suicida.
Blackout – Vite sospese stagione 2: valutazione e conclusione
In questi nuovi episodi Blackout – Vite sospese sembra aver perso la bussola, la sua identità. Se nella prima stagione le intenzioni erano chiare e la posta in gioco altissima, le nuove dinamiche e le new entry convincono poco; il rischio è quello di annoiare lo spettatore con episodi lunghi e ripetitivi.
Dal punto di vista attoriale, al di là di Preziosi e Rossetti, il resto del cast fatica a conquistare credibilità, complice anche la scarsa qualità del sonoro, che rende ancora più arduo seguire la vicenda. In conclusione, anche se è presto per tirare le somme, i primi due episodi deludono le aspettative. Non ci resta che attendere e sperare che Blackout – Vite sospese 2 intraprenda una strada più avvincente.