Liliana: recensione del film documentario su Liliana Segre
Liliana, la recensione del film documentario su Liliana Segre, al cinema come evento speciale il 20, 21 e 22 gennaio 2025.
Liliana è un film documentario diretto da Ruggero Gabbai che racconta la straordinaria storia della senatrice a vita Liliana Segre. La pellicola, dopo essere stata presentata al Festival del Cinema di Roma, esce nelle sale italiane il 20, 21 e 22 gennaio come evento speciale, per poi essere programmato anche il 27 gennaio 2025 per il Giorno della Memoria. Liliana esplora la vita della senatrice a vita; dall’arresto da bambina e poi la successiva deportazione nei campi di concentramento in cui ha dato l’ultimo struggente addio a suo padre, fino alla nominata a senatrice a vita, nonché il suo ininterrotto impegno sociale per trasmettere alle nuove generazioni un messaggio contro ogni discriminazione razziale e sopraffazione dei diritti umani. Il film è una raccolta di testimonianze in prima persona di Liliana Segre, uniti ai ricordi di figli e nipoti, ma anche di personaggi pubblici.
La vita di Liliana Segre come molla per un racconto universale che invita a non dimenticare, affinché non si ripeta mai più
Senza dubbio la parte più difficile di Liliana è il racconto della deportazione. Tramite materiale d’archivio, la senatrice ricorda con tristezza, ma anche con estrema chiarezza, il primo impatto all’interno dei lager. Parole dure e crude, come l’odore della carne bruciata dai forni crematori, il legame con le altre giovani e donne che la invitavano a ricordare per bene quei numeri tatuati sulla pelle perché quelli avrebbero rappresentato la loro identità. Senza nessun nome o un cognome. Erano solo numeri. Il film documentario di Ruggero Gabbai si concentra anche sull’eredità di Liliana Segre: la generazione dei suoi figli e dei nipoti, coloro che hanno dovuto portare sulle spalle il peso di un passato che non hanno vissuto, se non attraverso i ricordi della donna, ma che sentono di dover proteggere. “Dopo quei diari forse non sono stata più la stessa,” ricorda Federica Belli Paci, una dei figli della senatrice, che spiega come a 13 anni sua madre decise di raccontarle tutta la verità. Perché proprio a quell’età? Un numero non a caso: a 13 anni Liliana Segre venne deportata nei campi di concentramento.
Non c’è solo la memoria di quel terribile passato: il documentario mostra anche come le nuove generazioni si rapportano con la senatrice, e come lei, instancabilmente, ha fame di raccontare e di condividere ciò che ha vissuto. Il tutto viene fatto attraverso una narrazione toccante ma attenta, che non lascia niente al caso, anzi è molto dettagliata. Per smorzare un po’ i toni, il regista si serve anche di personaggi pubblici come Ferruccio De Bortoli, Mario Monti, Enrico Mentana, Geppi Cucciari (che racconta un curioso e divertente aneddoto) e Fabio Fazio per mostrare un lato inedito di Liliana Segre al di là del suo essere solo una sopravvissuta. Liliana è un racconto universale che invita a non dimenticare affinché orrori del genere non si verifichino mai più.
Liliana: valutazione e conclusione
“Io sceglievo la vita: andavo avanti”. Liliana, essendo un docu-film a tutti gli effetti, fonde il racconto storico – fatto di rimandi, testimonianze e materiale d’archivio – con un ritratto contemporaneo di Liliana Segre, una delle donne più importanti del panorama italiano. Il docu-film mette in luce gli aspetti meno conosciuti della senatrice, facendo scoprire una figura culturale e politica moderna, appassionata nel trasmettere alle giovani generazioni un messaggio di libertà e uguaglianza. Liliana è un inno alla pace, alla non-violenza, all’amore e al rispetto reciproco. Il coraggio di una giovane donna che è sopravvissuta e ha saputo trovare la forza per andare avanti e resistere, riuscendo a trasmettere la sua eredità alle generazioni future: solo così si può ricordare e non dimenticare.