Star Wars è in crisi, Disney deve correre ai ripari (o perderà tutto)!

Star Wars sta attraversando il momento peggiore della sua storia. Disney ha bisogno di riconquistare il favore del pubblico.

Non c’è dubbio che Star Wars sia uno dei franchise più iconici della storia del cinema e dell’intrattenimento. Creata da George Lucas quasi 50 anni fa, la saga è stata acquisita dalla Disney alla fine del 2012, inaugurando una nuova era per la galassia lontana lontana. Tuttavia, nonostante le grandi aspettative, Star Wars sta vivendo quello che può essere definito uno dei momenti più difficili della sua storia, almeno dal punto di vista commerciale.

Star Wars: un impero in declino?

Negli ultimi anni, la strategia della Disney è stata quella di espandere l’universo di Star Wars attraverso serie televisive esclusive per Disney+. Un’idea logica per promuovere la piattaforma streaming, ma che sta generando un effetto collaterale indesiderato: il cosiddetto “sovrasfruttamento del marchio”. Lo stesso fenomeno ha colpito anche la Marvel, l’altra grande proprietà della Disney. I dati confermano questa tendenza: qualche mese fa è stata annunciata la cancellazione di The Acolyte a causa di ascolti insufficienti per giustificare i costi di produzione di una seconda stagione. In altre parole, l’investimento non è stato ripagato.

La situazione non è migliorata con la serie successiva, Skeleton Crew, che ha registrato il peggior debutto di una serie di Star Wars fino ad oggi. Anche nelle settimane successive, gli ascolti non sono decollati, con un calo del 20% rispetto a The Acolyte, che a sua volta aveva già perso il 20% rispetto a Ahsoka. Si tratta di una tendenza preoccupante o di un crescente disinteresse verso le produzioni Disney+? Quel che è certo è che l’intero approccio di Lucasfilm è cambiato dopo il flop commerciale di Solo: A Star Wars Story e la delusione relativa di L’Ascesa di Skywalker. Sebbene quest’ultimo abbia incassato oltre 1 miliardo di dollari, è il capitolo meno redditizio della trilogia sequel. Il confronto è impietoso con Il Risveglio della Forza, che ha incassato oltre 2 miliardi di dollari.

Il successo iniziale di The Mandalorian ha temporaneamente nascosto il declino dell’interesse del pubblico. Tuttavia, oggi appare chiaro che l’universo di Star Wars è stato sfruttato in modo eccessivo. La soluzione? Ridurre la quantità di contenuti prodotti e ripensare la strategia. Anche le ottime recensioni non bastano più: Skeleton Crew, ad esempio, ha ottenuto un positivo 91% su Rotten Tomatoes, ma non è riuscita a creare un legame significativo con il pubblico. La speranza potrebbe risiedere nella seconda stagione dell’acclamata serie Andor, anche se la sua prima stagione non è stata un fenomeno di massa. Sul fronte cinematografico, il ritorno di Star Wars sul grande schermo sarà un banco di prova importante. L’idea di lanciare un film legato a The Mandalorian e al personaggio di Grogu sembra una scelta strategica, vista la popolarità della serie, ma c’è il rischio che gli spettatori preferiscano attendere la disponibilità su Disney+, come spesso accade nell’era dello streaming.

Attualmente, ci sono molti progetti di Star Wars in fase di sviluppo, ma pochi sembrano realmente concreti. Tra i titoli più attesi c’è New Jedi Order, che dovrebbe riportare in scena Rey, interpretata da Daisy Ridley. Tuttavia, anche questo progetto ha incontrato ostacoli, come la perdita di uno sceneggiatore, segno di una direzione creativa non ancora ben definita. Il problema di fondo è che Star Wars richiede produzioni molto costose per soddisfare le aspettative del pubblico, rendendo il margine di errore sempre più stretto. Inoltre, il passaggio da franchise di culto a uno tra tanti potrebbe rivelarsi doloroso. Una delle caratteristiche che ha reso Star Wars unico è stata proprio la sua scarsità: un’aura di esclusività che oggi sembra perduta. Forse il futuro del franchise dipende da un ritorno a una produzione meno prolifica e più mirata, capace di restituire a ogni nuovo titolo il carattere di evento speciale. Alla fine, è meglio lasciare il pubblico desideroso di più, piuttosto che rischiare di stancarlo con un eccesso di contenuti.