Here: dal fumetto al film. Come Robert Zemeckis ha fatto una trasposizione perfetta!

Il regista Zemeckis crea un linguaggio visivo elegante che trasporta lo spettatore in un mondo di vignette e gabbie fumettistiche con estro e raffinatezza.

Se c’è qualcuno al mondo che si possa definire esperto visionario e cantastorie di viaggi del tempo, dopo il grandissimo Wells, costui è sicuramente Robert Zemeckis. Con Here il regista realizza un viaggio nel tempo, nelle emozioni e nella storia di un secolo (e molto di più) americano. Un sapiente cocktail realizzato con aromi di Forrest Gump e di Ritorno al futuro e tenuto fermo con la tecnica della telecamera fissa alla Camera Caffè o Love Bugs, dove non è l’inquadratura a cercare la storia da raccontare grazie a stacchi, carrellate, zoom e montaggio, ma è quel che succede, e che deve succedere, che si mostra a favore di essa. Questa è la peculiarità di Here. A primo acchito parrebbe di vedere una pièce teatrale messa in scena, dove la quarta parete della stanza in questione è la soggettiva del pubblico e quindi l’interazione degli attori e della struttura della storia è equilibrata con entrate ed uscite da quinte e gestite su palco e proscenio, ma in realtà quello che mano a mano si sviluppa, durante i 100 minuti di pellicola, è una fantastica presa di coscienza che si sta vedendo un fumetto in movimento.

Here è una magistrale trasposizione cinematografica di quel che accade visivamente nei fumetti

Here - cinematographe.it

Il fumetto è suddiviso, grazie ad una gabbia, in vignette. Spesso è capitato che, per far passare una scena o un dettaglio di una storia, da un punto di vista ad un altro, il fumetto utilizzi l’idea di dare un’anticipazione, con un piccolo riquadro, all’interno della vignetta più grande che si sta leggendo. Potrebbe essere scambiato per un dettaglio o per uno zoom ma non è così. Lo si vede nella Marvel, nella Disney, nella DC, nello stile franco-belga e, ogni tanto, anche in qualche Bonelli. Questo serve a far capire al lettore che tra poco si cambierà luogo, tempo o anche solo punto di vista di un personaggio. Concetto semplice, efficace ed intuitivo.

Di questo espediente McGuire, l’autore della graphic novel Here, pubblicata nel 2015 ma che ha radici in una breve serie di vignette uscite nel 1989 in una rivista denominata RAW, ne fa arte narrativa e motore trascinante di tutta la struttura della storia. Quando la graphic novel Here uscì, nel 2015, ci fu un’immediata consapevolezza che quella storia era la perfezione e rivoluzione del racconto a fumetti e che sarebbe stato veramente complicato trasportarla in un altro media ma, poiché il tempo è amico dell’arte e, grazie alla nuova tecnologia e all’AI, sommata alla capacità di sperimentare di questo decennio, ha portato ad un risultato estremamente convincente e appagante firmato Zemeckis.

Non si può dire se sia meglio la versione cinematografica o il fumetto; Here è magnifico in tutte e due le trasposizioni

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Nel fumetto di McGuire, autore che ritroviamo puntualmente con il suo stile sul New Yorker, realizza una storia apparentemente statica ma che si trasforma mano a mano in un vortice di immagini alternate che trasportano immediatamente il lettore (e lo spettatore) dentro a quel tempo pur non muovendosi dalla stanza. Dinamismo e potenza narrativa sono le regole fondamentali per rendere una storia statica avvincente in qualsiasi media e, “Here”, è un successo in qualsiasi forma ma lo è ancora di più in versione a fumetti.

Nel film di Zemeckis, il regista trasporta l’eleganza stilistica, il tepore e la capacità di far interagire lo spettatore con quel che guarda, mantenendone il rapporto diretto, cosa che al cinema accade raramente poiché l’immagine e il sonoro sovrastano l’idea di poter partecipare a quel che si vede con forte irruenza; qui in Here lo spettatore è come se stesse leggendo il fumetto che, con calma, tepore e maestria lo avverte che la storia sta andando in una direzione che sicuramente piacerà.

Quando si legge un fumetto si viene trasportati in una comfort zone naturale dove lasciarsi avvolgere dalle storie e Zemckis, con HERE, è riuscito ad estrapolare quell’essenza di benessere e a trasportarla al cinema. Guardate Here al cinema o successivamente sulla vostra piattaforma preferita e poi fatevi un regalo: andate in fumetteria e in libreria e prendete Here in versione fumetto in mano. Sfogliatelo, accarezzatelo, annusatelo e lasciatevi trasportare con tutti i sensi in un viaggio dove tutti quanti noi siamo protagonisti:  la nostra unica e meravigliosa vita qui (“here” appunto) su questo nostro pianeta.