A Complete Unknown: l’iconica colonna sonora del film su Bob Dylan con Timothée Chalamet
A Complete Unknown ha una colonna sonora composta da brani eseguiti da Timothée Chalamet, Monica Barbaro, Edward Norton e Boyd Holbrook.
A Complete Unknown è il biopic su Bob Dylan diretto da James Mangold, nelle sale italiane dal 23 gennaio 2025 ed ha una colonna sonora è composta da brani eseguiti dal protagonista Timothée Chalamet, che canta alcune delle canzoni più iconiche del cantautore ai suoi esordi. Al suo fianco, Monica Barbaro nel ruolo di Joan Baez, collega e amante di Dylan, Edward Norton nei panni di Pete Seeger, attivista e musicista amico di Dylan, e Boyd Holdbrook nel ruolo del leggendario Jonny Cash. La colonna sonora di A Complete Unknown contiene brani che gli appassionati di Bob Dylan, unico cantautore ad aver vinto il Premio Nobel per la Letteratura, riconosceranno: canzoni d’amore, ma soprattutto degli inni alla pace, alla libertà e all’uguaglianza, che hanno segnato un’intera generazione (quella della ribellione, degli anni Sessanta) e continuano a risuonare ancora oggi.
A Complete Unknown, la colonna sonora: le canzoni più celebri da Blowin’ in the Wind a The Times They Are A-Changin’
A Complete Unknown racconta la vita di Bob Dylan dai suoi esordi fino alla svolta musicale culminata nel controverso Newport Folk Festival del 1965, quando si esibì per la prima volta usando strumenti elettrici. La colonna sonora del biopic contiene 23 brani, tutti eseguiti dal cast, in primis Timothée Chalamet. Il film si apre con la canzone di Woody Guthrie dal titolo Dusty Old Dust, che sentiamo durante i titoli di testa. È il momento in cui un ventenne Bob Dylan visita il cantautore folklorista in ospedale e gli canta Song to Woody. Dopo l’incontro in ospedale, Bob e Pete iniziano a legare; quest’ultimo lo ospita a casa insieme alla sua famiglia. Mentre sono riuniti a far colazione, il giovane cantautore intona Girl from the North Country con la sua chitarra. Pete, musicista anche lui, è solito esibirsi nei teatri davanti a un pubblico e in una di queste occasioni lo sentiamo cantare Wimoweh (Mbube).
Chalamet si esibisce anche in I Was Young When I Left Home, e soprattutto la celebre Blowin’ in the Wind; di questa ne esiste un’altra versione, sempre presente nella colonna sonora, quando l’attore duetta con la Barbaro. L’occasione avviene durante uno dei loro tour. Giovani e lanciatissimi, Dylan e la Baez dimostrano di avere una sintonia incredibile sul palco, che entrambi gli interpreti hanno saputo replicare molto bene sullo schermo. Blowin’ in the Wind è stata scritta nel 1962 e contenuta nell’album The Freewheelin’ Bob Dylan, uno dei maggiori successi del cantautore. Ancora oggi è considerata un manifesto pacifista che riflette le delusioni dei giovani dell’epoca nei confronti degli Stati Uniti, segnati dalla guerra fredda e poi dal conflitto in Vietnam. La strofa con cui si apre il brano “Quante strade deve percorrere un uomo prima di essere chiamato uomo?” è una semplice frase che porta l’interlocutore a porsi domande esistenziali universali e sul suo futuro.
Le altre canzoni della colonna sonora di A Complete Unknown includono anche Masters of War, A Hard Rain’s A-Gonna Fall, e un altro brano cult: The Times They Are A-Changin. Pubblicato nel 1964 nell’album omonimo, il titolo è significativo. Dylan affermò di averla composta per sottolineare i grandi cambiamenti storici che stavano avvenendo in quel periodo: la morte del Presidente Kennedy (che sarebbe avvenuta da lì a pochi mesi), il movimento dei diritti civili ed il movimento della folk music, che era in evoluzione. Per dare al brano una maggior enfasi, il musicista la utilizzò come canzone di apertura per i suoi concerti. Qui la versione originale cantata da Bob Dylan:
Nella colonna sonora del film troviamo altre canzoni intonate da Chalamet: When the Ship Comes In (in duetto con Edward Norton), Like A Rolling Stone, Subterranean Homesick Blues, e Highway 61 Revisited, altro brano che aggiunge una novità. Questa canzone, pubblicata nel 1965, fa parte della trilogia elettrica, il nuovo stile musicale che Dylan aveva già abbracciato quell’anno con Bringing It All Back Home. Nel film viene replicato il momento in cui il brano venne registrato in studio. Il cantautore interpretato da Timothée Chalamet e il suo produttore mettono insieme una band: il chitarrista Michael Bloomfield (sua vecchia conoscenza), il pianista Frank Owens, il bassista Russ Savakus, e il batterista Bobby Gregg.
A Complete Unknown, la storia d’amore tra Bob Dylan e Joan Baez attraverso la colonna sonora
Non solo Timothée Chalamet nella colonna sonora di A Complete Unknown. Il biopic esplora anche il rapporto tormentato e complesso tra Bob Dylan e la collega Joan Baez. Tutto nasce nel 1961: entrambi giovanissimi, lei già regina del folk, lui un semi esordiente ribelle. Si conoscono, si innamorano e scoppia una passione travolgente che si percepisce quando si esibiscono insieme. Poteva essere una delle storie d’amore più belle di sempre, ma si conclude con una brutale rottura nel 1965 quando Bob Dylan sposa Sara Lownds (questo non viene però mostrato nel film). Joan Baez ne esce col cuore spezzato, ma ciò la ispira a produrre nuova musica.
Nel biopic, il carisma della cantautrice è tutto espresso nell’attrice Monica Barbaro, molto brava anche ad esibirsi: suoi i tre brani singoli che compongono la colonna sonora, quali Silver Dagger, House of the Rising Sun e There but for Fortune. E poi ci sono i duetti con Chalamet quali Don’t Think Twice, it’s all Right, la già citata Blowin’ in the Wind, e It Ain’t Me, Babe. La sintonia tra i due cantanti è evidente specialmente in quest’ultima canzone, che i due intonarono insieme in una famosa esibizione al Newport Folk Festival del 1964. Nella pellicola, il duetto si può vedere nel concerto dell’anno successivo, quando la rottura tra i due era già ufficiale, anche se l’attrazione è rimasta:
A Complete Unknown: la svolta musicale di Bob Dylan nel Newport Folk Festival del 1965
Il punto cruciale nella carriera di Bob Dylan è il concerto di Newport Folk Festival del 1965, quando il cantautore decide di dare una svolta al suo stile musicale. Non tutti, però, saranno d’accordo. L’ultima parte di A Complete Unknown è dedicata a questa ribellione di Dylan, ed è il momento in cui sul palco si esibiscono anche il leggendario Johnny Cash, interpretato da Boyd Holbrook, che sul palco canta Folson Prison Blues e Big River.
Ci concentriamo sulle canzoni intonate da Timothée Chalamet: It Takes A Lot to Laugh, It Takes a Train to Cry, Mr. Tambourine Man, e Maggie’s Farm. I tre brani rappresentano la svolta musicale di Dylan, che stupisce tutti al Festival usando per la prima volta degli strumenti elettrici. Un cambio di rotta che non piace al suo pubblico: il cantautore viene fischiato mentre gli vengono lanciati svariati oggetti sul palco. La canzone It Takes a Lot to Laugh, It Takes a Train to Cry è un blues elettrico-acustico che descrive la rassegnazione verso il mondo. Dylan e la sua discussa band si esibirono in una variante alternativa e più aggressiva con l’alterazione dei riff con la chitarra ad ogni battuta durante il Newport Folk Festival 1965.
Sullo stesso palco, il musicista cantò anche Maggie’s Farm, utilizzando la stessa tecnica. L’episodio è mostrato accuratamente in A Complete Unknown. L’allora direttore del festival, Joe Boyd, ricordò che: “Il primo accordo di Maggie’s Farm fu la cosa più rumorosa che tutti avessero mai sentito!” Dopo le proteste, Dylan e il suo gruppo risalirono sul palco per cantare versione acustiche di Mr. Tambourine Man e It’s All Over Now, Baby Blue. Maggie’s Farm è stato oggetto di studio per diverso tempo; molti l’hanno interpretato come una denuncia sociale, in particolare contro il razzismo. La “fattoria” citata nel testo sarebbe infatti un simbolo del capitalismo e della sua oppressione verso la classe operaia. Tuttavia, visto anche il periodo in cui è uscita, che ha segnato una svolta nella musica di Dylan, è anche probabile che la canzone sia stata un inno di protesta contro quel movimento folk finora appoggiato dall’autore, e dal quale ora ne prendeva le distanze.