Anna Frank e il diario segreto: la storia vera che ha ispirato il film d’animazione

Anna Frank e il diario segreto, diretto da Ari Folman, combina la drammatica storia di Anna con una storia diversa.

La storia di Anna Frank è una delle testimonianze più importanti e toccanti della Shoah, non solo per il suo valore storico, ma per la profonda umanità che emerge dalle pagine del suo celebre diario. La sua vicenda ha ispirato un film d’animazione, oltre a molti altri film, dal titolo Anna Frank e il diario segreto. Ma chi era Anna Frank e perché la sua storia continua a vivere?

Anna Frank - cinematographe.it

Una giovane vita interrotta

Annelies Marie Frank, conosciuta semplicemente come Anna, nacque il 12 giugno 1929 a Francoforte sul Meno, in Germania, in una famiglia ebrea tedesca. Seconda figlia di Otto Frank ed Edith Holländer, visse i primi anni della sua vita in una tranquilla comunità mista, dove il padre imprenditore e la madre devota all’educazione garantirono a lei e alla sorella maggiore Margot un’infanzia serena.

Tuttavia, con l’ascesa al potere del nazionalsocialismo nel 1933, la situazione per gli ebrei tedeschi divenne rapidamente insostenibile. Le leggi discriminatorie e le violenze antisemite costrinsero la famiglia Frank a lasciare la Germania ea rifugiarsi ad Amsterdam. Qui, Otto Frank avviò una nuova attività commerciale, mentre Anna e Margot ripresero gli studi, cercando di adattarsi a una nuova vita. Nonostante il trasferimento, però, le ombre del nazismo continuarono a incombere, specialmente con l’occupazione dei Paesi Bassi nel 1940.

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La clandestinità e il diario di Anna Frank

Nel luglio del 1942, di fronte alla crescente minaccia di deportazione, la famiglia Frank fu costretta a entrare in clandestinità. Si rifugiarono in un alloggio segreto, noto come “Achterhuis” (retro-casa), nascosto dietro una libreria girevole nell’edificio che ospitava l’azienda di Otto Frank. A condividere il rifugio con loro vi erano altre persone: la famiglia Van Pels e il dentista Fritz Pfeffer.

In questo spazio angusto e isolato, Anna ha iniziato a tenere un diario, un regalo ricevuto per il suo tredicesimo compleanno. Attraverso le sue pagine, Anna raccontava la vita quotidiana nel nascondiglio, le difficoltà della convivenza forzata ei suoi sogni per il futuro. Ma il diario era molto più di un semplice resoconto: era uno spazio di riflessione, dove Anna dava voce alle sue emozioni, ai suoi pensieri più profondi e alla sua straordinaria maturità.

Il diario, che Anna aveva inizialmente scritto come un’espressione personale, fu poi rivisto da lei stessa con l’intenzione di pubblicarlo dopo la guerra, ispirata da un discorso radiofonico che incoraggiava gli olandesi a documentare le loro esperienze durante l’occupazione nazista.

La cattura e il tragico epilogo

Il 4 agosto 1944, dopo oltre due anni di clandestinità, l’alloggio segreto fu scoperto dalle autorità tedesche. Tutti gli abitanti dell’Achterhuis furono arrestati e deportati nei campi di concentramento. Anna e Margot furono infine trasferite a Bergen-Belsen, dove entrambe morirono di tifo nel marzo del 1945, poche settimane prima della liberazione del campo. Otto Frank fu l’unico sopravvissuto della famiglia e, dopo la guerra, dedicò la sua vita a preservare la memoria della figlia ea pubblicare il suo diario.

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Il film d’animazione Anna Frank e il diario segreto

La storia di Anna Frank è stata adattata in numerosi film, opere teatrali e documentari. Tra questi, Anna Frank e il diario segreto, diretto da Ari Folman, combina la drammatica storia di Anna con una storia diversa, dando vita a Kitty, l’amica immaginaria a cui Anna si rivolgeva nelle sue lettere.

Nel film, Kitty prende vita nel museo della Casa di Anna Frank ad Amsterdam e intraprende un viaggio attraverso l’Europa per scoprire cosa è successo alla sua amica. La narrazione mescola il passato e il presente, esplorando non solo la vicenda storica di Anna, ma anche le questioni attuali legate ai diritti umani, ai rifugiati e alla memoria dell’Olocausto.

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