Matilde Gioli e il resto del cast su Fatti Vedere: “Le maschere ci aiutano a essere liberi” [VIDEO]
Cast e realizzatori ci parlano di Fatti Vedere, la commedia sentimentale con Matilde Gioli e Asia Argento in arrivo nelle sale italiane il 6 febbraio 2025.
La commedia sentimentale di inizio 2025 è servita: Fatti Vedere, regia di Tiziano Russo, arriva al cinema il 6 febbraio 2025 per Eagle Pictures in 350 sale, un numero ambizioso che riflette la fiducia nella possibilità di regalare un pubblico importante a una commedia dal bel cast – Matilde Gioli, Asia Argento, Francesco Centorame, Pierpaolo Spollon – che parla d’amore, di maschere, di travestimenti e del piacere di essere, finalmente, se stessi. Il produttore e sceneggiatore (insieme a Giulio Carrieri) Roberto Proia arriva al film con il vento in poppa di un successo – di critica e soprattutto di pubblico – mostruoso come quello conseguito con Il ragazzo dai pantaloni rosa. Anche lì, proprio come in Fatti Vedere, era sceneggiatore e produttore. I due film sono stati scritti a breve distanza l’uno dall’altro.
“Ho scritto Fatti Vedere dopo Il ragazzo dai pantaloni rosa” esordisce Roberto Proia, “per uscire da un territorio affascinante ma anche molto impegnativo. Fatti Vedere rielabora una storia vera. Una persona che conosco una volta mi ha detto: dopo essermi lasciata, ho avuto paura che la scheda del paziente che mi era stata sottoposta fosse proprio la sua. Da lì è partito tutto”. Il tema è quello del doppio, “nel riferimento a archetipi cinematografici come Mrs. Doubtfire (Chris Columbus – 1993) e Tootsie (Sydney Pollack – 1982), ma anche al tipo di commedie realizzate dalla Working Title in tempi più recenti, come quelle dedicate a Bridget Jones”. L’idea è che il travestimento, paradossalmente ma non troppo, ci aiuti a essere più genuini. E che la commedia è “come un cavallo di Troia che ci permette di veicolare un certo tipo di messaggi”.
Fatti Vedere tra l’utilità delle maschere, il coraggio di aprirsi e l’intesa metafisica tra Matilde Gioli e Pierpaolo Spollon
Ma di cosa parla, di preciso, Fatti Vedere? La storia è quella di Sandra (Matilde Gioli), psicoterapeuta online che, dopo essere stata lasciata senza spiegazioni, scopre che il suo ex, Stefano (Francesco Centorame), è diventato un suo paziente. Servendosi di un travestimento offerto dall’investigatore privato Marco (Pierpaolo Spollon) e supportata dall’amica Benedetta (Asia Argento), Sandra cercherà di trovare un senso alla rottura inaspettata e proverà a farsi vedere dagli altri per come è realmente. La regia è di Tiziano Russo – qui sopra la video intervista con il resto del cast – che in precedenza ha diretto Skam Italia 5 e 6 mentre qui è alle prese “con la mia prima commedia. Vengo dal teen drama, dove c’è sempre tanto, di personale, stavolta invece ho dovuto studiare per prepararmi, ma mi sono divertito. E mi sono preso molto sul serio”.
Matilde Gioli ci parla di terapia, un tema di una stretta attualità e anche un po’ frainteso, spiega, “perché ci sono ancora molte resistenze e si avverte la necessità di sdoganarlo. Parlare di sé è una cosa importante e, se siamo stimolati a farlo, ci aiuta moltissimo. Mi sono servita della terapia perché avevo difficoltà a trovare il linguaggio giusto con le persone che avevo accanto; di me trasmettevo sempre un’idea sbagliata. Quando trovi il coraggio di parlare è bellissimo, ti dà tanta pace e serenità”. C’è un bel movimento che anima il personaggio di Sandra. “Le maschere ci aiutano a essere liberi. Quando Sandra la indossa, invecchiando si sente più forte e più sicura”. Fanno notare a Asia Argento che il suo personaggio, Benedetta, sembra essere l’unico in sintonia con la propria pelle. Non è del tutto d’accordo. “In realtà anche lei indossa una maschera, finge di essere più forte di com’è realmente perché ha paura di parlare dei suoi problemi. Non è completamente onesta”.
Le è capitato “di mettere una maschera e fingere di essere un’altra, più forte. Il risultato è che la maschera ha finito per essere più amata di me”. Come ha gestito la situazione? “Ho preso alcuni tratti della maschera e poi me ne sono liberata”. A Francesco Centorame bastano poche parole per spiegarci Stefano. “Il personaggio è la conseguenza di quello che succede quando uno decide di togliere la maschera”. L’altro uomo del film, Pierpaolo Spollon, descrive Marco come “un personaggio tra le nuvole. Quell’amico che, quando hai bisogno di fare una cavolata (in conferenza è un po’ più esplicito, ndr), ti presta una spalla, ti dà la forza di fare la cavolata”. Si intende bene, in scena, con Matilde Gioli. Ci spiega lei il perché. “Tra di noi c’è un’intesa di tipo metafisico: l’Inter!”.
Il film parla di relazioni sentimentali ma anche della bellissima amiciza tra due donne
La psicoterapia di Fatti Vedere è online, non in presenza. Una modalità di aiuto che, spiega Roberto Proia, “ha preso piede soprattutto durante il periodo pandemico e ha contribuito a sdoganare la terapia in generale, perché così diventa tutto più accessibile e meno impegnativo. Faccio un esempio: so di un pescivendolo che, in occasione delle sedute, all’ora di pranzo e per una quarantina di minuti chiude il negozio e fa terapia. In presenza non avrebbe mai trovato il coraggio di andare avanti, così invece ci riesce”. Anche Tiziano Russo, preparando il film, ha deciso di avviare un percorso di terapia online, “non so se a causa del film o il contrario! Non ho proseguito, ho preferito passare alle sedute in presenza, che ho affrontato con leggerezza”.
Il rapporto tra Sandra e Benedetta è ricco di sfumature e emotivamente molto intenso. Due amiche così non si incontrano facilmente, al cinema o nella vita, come ci conferma Asia Argento. “Forse alle elementari o alle medie, più avanti no. In realtà ho un’amica di questo tipo, anche se per il mio lavoro la vedo raramente. Non le chiederei di farmi da testimone di nozze, come succede nel film, perché è una tortura che non augurerei al mio peggior nemico; non credo molto nel matrimonio! Il personaggio di Benedetta, romanaccia, semplice, mi somiglia: faccio cose ordinarie e mi è piacuto trasportarle sullo schermo. Per me è un nuovo inizio”. Il rapporto con la collega è stato proficuo anche per un’altra ragione. “La comicità è un dono, come gli occhi azzurri: ce li hai o non ce li hai. Per gli occhi puoi mettere le lenti, con la comicità hai bisogno di creare un ritmo insieme al partner. Sono fortunata ad averla trovata”.
La pensa allo stesso modo Matilde Gioli. “Neanch’io, per il tipo di vita che faccio, sono riuscita a crearmi quel tipo di compagnia femminile e quindi è stato bello raccontarla nel film; credo che, senza retorica, sia nato un bel rapporto tra noi, senza quelle dietrologie, i non detti e le invidie che spesso caratterizzano le relazioni femminili”. Per la prima volta in carriera ha dovuto indossare una seconda pelle, e non è stato facile. “Quattro ore di trucco, accompagnata da artisti straordinari, durante le quali non potevo muovermi. E dovevo pure preoccuparmi di entrare nel personaggio con la voce. Tutti sapevano che era la mia prima volta: cercavo un sostegno e l’ho ricevuto, senza pressione e con la massima disponibilità”. Chiude Roberto Proia, prima ammettendo di aver scelto un finale sentimentalmente emancipato per Sandra fidandosi di suggerimenti femminili – aveva optato per una soluzione diversa nella prima stesura – e poi commentando la scena più emozionante del film, quella della riconciliazione tra i personaggi interpretati da Asia Argento e Matilde Gioli. “La scena è bella perché è vera. Non era previsto che Asia si emozionasse e piangesse, ma va bene così: due donne si sono riconosciute”.