Crush, la storia di Matilde: recensione della serie Rai sulle relazioni tossiche

La nuova serie Rai Kids per educare i ragazzi a riconoscere le relazioni tossiche

Crush, la storia di Matilde è l’ultimo capitolo della collana Crush, che esplora la delicata e complessa vita degli adolescenti. Prodotta da Stand By Me in collaborazione con Rai Kids, la serie si pone l’obiettivo di imparare a riconoscere le relazioni tossiche. Disponibile su RaiPlay a partire dal 24 gennaio 2025. 

Crush, la storia di Matilde: tra amicizia e sport 

La routine di Matilde, interpretata da Fiamma Parente, è scandita dallo studio e dalla sua grande passione: la scherma. In classe la ragazza è una studentessa modello che viene sovente lodata dalla sua insegnata per la sua dedizione, a differenza delle sue amiche Chiara (Anita Ferraro) e Alessia (Federica Franzellitti). Con loro decide di partecipare ad un concorso “Green” promosso dalla scuola presentando un progetto per il riutilizzo degli abiti usati. 
Nel tempo libero Matilde pratica la scherma, uno sport che aiuta a sviluppare concentrazione. La giovane eccelle in questa disciplina, tanto da essere selezionata per partecipare ad un torneo contro altre associazioni sportive della città. Nella sua squadra c’è anche Luca (Nicola Cuneo), un ragazzo timido e impacciato perdutamente innamorato di Alessia. La vita di Matilde sembra procedere per il meglio, almeno fino a quando l’arrivo di un nuovo ragazzo appena trasferitosi in città stravolge il suo mondo. 

Crush, la storia di Matilde: Marco

Marco (Dario Naglieri) si è appena trasferito da Perugia a Roma dove il padre è stato trasferito per lavoro. Solo e in una nuova città, il ragazzo rimane affascinato da Matilde, che oltre ad essere sua compagna nel corso di scherma, frequenta la sua stessa scuola. Dopo qualche tentennamento iniziale Marco riesce a far breccia nel cuore della ragazza con la sua apparente gentilezza, come quella di far trovare all’entrata in classe il cornetto al pistacchio sul banco di Matilde. Tuttavia ben presto le attenzioni e il fascino del ragazzo lasciano posto a qualcos’altro. Man mano che il loro rapporto si sviluppa emerge l’insicurezza e la sensazione di non essere mai all’altezza: il padre infatti ha grandi ambizioni per lui, che non riesce a soddisfare. Marco sfoga queste sensazioni su Matilde, cercando di controllare la sua vita e allontanandola dalle sue amiche. 

Crush, la storia di Matilde: la relazione tossica vista con gli occhi del regista Raffaele Androsiglio

Il regista della serie tv, Raffaele Androsiglio, è riuscito a rendere l’idea di una relazione tossica e dei comportamenti tipici che sono riconducibili a queste situazioni. Dietro alla maschera dell’amore,  Marco cela infatti un bisogno di controllo e manipolazione nei confronti di Matilde
Dalla lettura dei messaggi sul cellulare fino alle richieste per provare il suo amore, la protagonista si ritrova sempre più isolata dalle persone che costituivano il suo mondo e si ritrova a dare continue attenzioni al suo fidanzato. Le sequenze dove avvengono questi atti di manipolazione e controllo sono caratterizzate anche dall’utilizzo di una musica più grave, per enfatizzare ulteriormente i momenti di “violenza psicologica”.

Crush, la storia di Matilde: valutazione e conclusione

Crush, la storia di Matilde è una serie tv che rende fruibile alle nuove generazioni un tema delicato e attuale come quello della violenza contro le donne. Nonostante la figura di Marco risulti a volte stereotipata, il regista riesce a trasmettere sia l’importanza dei valori dell’amicizia sia di quella di praticare uno sport. 
Un prodotto che tratta il mondo degli adolescenti nel suo complesso toccando anche tematiche “Green”. 

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.2

Tags: Rai