Anthony Mackie su Captain America – Brave New World: “Tutti possono identificarsi con il mio eroe”

Cast e realizzatori di Captain America: Brave New World ci svelano i segreti del film in uscita nelle sale italiane il 12 febbraio 2025.

Il 2025 del Marvel Cinematic Universe (MCU) comincia con una fiducia diversa rispetto al 2024. Nonostante l’enorme successo al botteghino di Deadpool & Wolverine, il sentimento di una crisi – esistenziale, di idee e di direzione – seria e per nulla passeggera è rimasto al suo posto. Gli ultimi anni sono stati molto complicati per la Marvel. La transizione dal monumentale Avengers: Endgame (2019) alle Fasi, alle storie, ai personaggi successivi, è stata macchinosa e incerta, tra flop (per gli standard Marvel) al botteghino, un malcontento critico mai registrato prima e guai privati (i problemi giudiziari di Jonathan Majors). Captain America: Brave New World, regia di Julius Onah, 35º film MCU, sequel di Captain America: Civil War (2016) e della miniserie The Falcon and The Winter Soldier (2021), ha le carte in regola per rimettere in sesto l’universo cinematografico e le ambizioni che lo sorreggono. Captain America è l’eroe fondativo dell’MCU – con Iron Man, ovviamente, ma lui è fuori gioco ora – e ha perfettamente senso che la ricostruzione artistica dell’universo Marvel passi da un processo del genere: un vecchio personaggio, riletto da un nuovo attore. Era stato il primo Cap, Steve Rogers (Chris Evans), a passare il testimone, cioè lo scudo, a Sam Wilson (Anthony Mackie). L’attore americano è pronto per la nuova/ vecchia sfida.

Captain America: Brave New World; cinematographe.it

“La cosa più emozionante, il primo giorno sul set, è stata vedere persone che conosco da quasi dieci anni” spiega Anthony Mackie “avvicinarsi per farmi le congratulazioni. Il mio costumista, tanto per fare un esempio, è lo stesso dall’epoca di Winter Soldier; è un po’ come far parte di una famiglia. Ora Sam è cresciuto, e ha finalmente l’opportunità di farsi valere”. Perché si sia andati avanti con il personaggio è il boss in persona, Kevin Feige, a spiegarcelo. “Avevamo già visto Sam in altri film – come Avengers: Endgame – e volevamo portare avanti la sua storia, mantenendo la porta aperta per l’ingresso di nuovi personaggi nell’MCU”.

Julius Onah si meraviglia quando gli chiedono cosa lo abbia spinto a accettare Captain America: Brave New World. “Questo film significa tantissimo per me. Captain America è il cuore dell’MCU. In questo film abbiamo un personaggio che è un grande leader, e a una storia intensa e molto emozionante. Quando riesci, nello stesso film, a legare azione, temi e personaggi interessanti, è un sogno che si realizza”. La grande sorpresa, ma forse è sbagliato parlarne in questi termini, è l’ingresso nel cast di una leggenda del calibro di Harrison Ford. Il suo personaggio è Thaddeus Ross/ Red Hulk e lo interpreta perché l’attore originale, William Hurt, è venuto a mancare qualche tempo fa. “Speravo potesse tornare in un film che riuscisse a bilanciarne umanità e Hulkness (testuale, ndr). Avevo voglia di un po’ d’azione. Che fantastico gruppo di colleghi ho trovato, in questo film. Quando ancora non ne facevo parte, guardavo i film dell’MCU e mi dicevo che volevo esserci anch’io”.

Captain America – Brave New World: entrare a far parte dell’MCU richiede molta preparazione

Captain America: Brave New World; cinematographe.it

Danny Ramirez, Joaquin Torres/ Falcon, l’avevamo già visto nella miniserie del 2021. Il film ha un grande valore anche per lui. “Volevo farne parte a tutti i costi. Per me è un onore interpretare questo personaggio insieme a tutti questi grandi attori. C’è un parallelismo tra me e (Falcon, ndr): l’emozione, l’onore di esserci in questa storia, sono gli stessi per entrambi”. La parola va a Tim Blake Nelson, Samuel Sterns/ Capo, che ci svela un segreto. “Questa versione del personaggio non era quella che mi aspettavo”, spiega, “il che mi ha permesso di migliorare come attore. Quando un personaggio ha così tante sfumature è fantastico interpretarlo. Quindici anni fa non ce l’avrei fatta, mi sarebbe mancata la maturità necessaria. La Marvel” prosegue “sceglie sempre i migliori attori per i suoi film. Vale per Anthony, come per tutti gli altri”. Uno degli aspetti più interessanti da analizzare è l’addestramento richiesto dal tipo di film. Ce lo spiega Xosha Roquemore, che interpreta l’agente Leila Taylor. “La preparazione è stata fantastica: ho fatto boxe, ho imparato a maneggiare le armi, mi sono addentrata nei meandri del servizio segreto!”.

Lo conferma anche Shira Haas, Ruth Bat-Seraph. “La Marvel porta ogni cosa a un livello superiore; soltanto la fase preparatoria ha richiesto mesi di allenamento”. Non è il tipo di ruolo, drammatico e intimista, cui ci ha abituati nel recente passato, e le piace proprio per questo. “Per entrare nell’MCU ho dovuto fare qualcosa di diverso rispetto a quello a cui ero abituata. Per un attrice o un attore, una sfida di questo tipo è il massimo”. Un altro pezzo da novanta, Giancarlo Esposito, Seth Voelker/ Sidewinder, ci spiega perché l’MCU è un prospetto seducente per un attore. “Far parte dell’MCU significa entrare in un franchise che ha profondità, integrità, intrattenimento e un significato preciso”. Ha un grande rispetto – è una parola che ritorna spesso nel suo modo di intendere la professione – per il collega Anthony Mackie. “Anthony ha carisma e moralità. Sam Wilson è un personaggio che sa stare al suo posto e che, con il suo coraggio e la sua umanità, riesce a adattarsi al mondo in cui vive, scegliendo di parteggiare per i buoni. Sono queste le dinamiche che fanno grandi i film”.

Inevitabile che si arrivi a un confronto tra le diverse interpretazioni del protagonista. Captain America: Brave New World porta al cinema un nuovo Cap, diverso per vissuto e carattere dallo Steve Rogers di Chris Evans. Ha senso fare paragoni? Sì e no, per Anthony Mackie. “Sam è un’altra versione di Captain America, la sua prospettiva è quella di un personaggio più normale, più quotidiano, opposto alla precedente incarnazione che era davvero super, straordinaria. Credo che la gente possa immedesimarsi in lui”. Chiedono a Harrison Ford se per accettare il ruolo si sia lasciato guidare dall’istinto o ci abbia pensato sopra per un po’. Pausa studiata prima della risposta. Sospiro. Sguardo dritto in camera. “Mi sono buttato. E nessuno mi ha fermato!”.

L’azione serve a sostenere l’emozione, non il contrario

Captain America: Brave New World; cinematographe.it

Julius Onah rassicura gli spettatori. “I fumetti ci hanno guidato nella costruzione del film, ma la storia è indipendente. Chiunque può avvicinarsi, anche se non sa niente del personaggio”. Se la chiave psicologica di Captain America: Brave New World è far digerire al pubblico un nuovo protagonista, per Kevin Feige la battaglia può dirsi già vinta. “C’è già stata, lo abbiamo riscontrato, una piena accettazione per Sam; è la persona giusta”. Già, Sam Wilson. E l’attore alle sue spalle? Quanto è stato decisivo per l’affermazione di questa nuova incarnazione di Captain America? Domanda retorica, certo, ma Julius Onah vuole comunque rispondere. “Anthony è stato una risorsa straordinaria. Dovevamo capire come introdurre il personaggio. Ho pensato che Sam, a differenza di Steve Rogers, dovesse improvvisare per calarsi nel nuovo ruolo. Volevo quindi che l’azione rispecchiasse il suo apprendistato da eroe e infatti noterete che è più caotica e intensa, anche se il ragazzo sa sempre cosa vuole. Le ali offrono a Captain America nuove possibilità. Per creare l’azione, ho dovuto bilanciare il cuore e le possibilità tecniche offerte dal set”.

Anthony Mackie, dopo aver spiegato le differenze tra Steve Rogers e Sam Wilson, ora parla dei punti di contatto. “Si somigliano in molte cose. Steve gli affida lo scudo di Captain America perché in lui ritrova umanità e integrità. Sam ha compassione, sa capire le persone. È un libro aperto, pieno di nobili intenzioni e di buona volontà. Questi fattori condizionano tanto l’uomo quanto il personaggio”. Una lettura differente ce la offre, senza spoiler, Tim Blake Nelson, a proposito del suo Samuel Sterns. “Samuel è un leader che crede nella giustizia tramite l’anarchia. È il massimo che posso dire!”. Può sbilanciarsi di più parlando del suo rapporto con l’MCU. “Dopo averlo visto, sono rimasto sorpreso da quanto seriamente abbiamo preso il divertimento del film”. Lo ha colpito in particolare il lavoro di “Harrison, che è uno dei grandi e ha affrontato la parte – so che ora qualcuno riderà di me – come se fosse Re Lear, impegnandosi tantissimo per portare in vita questa mitologia americana. Non vedo l’ora che il pubblico scopra i risultati di questo impegno”.

Giancarlo Esposito crede nel valore empatico di Sam Wilson. “Il pubblico sentirà in maniera viscerale il bisogno di essere guidato da Sam e si lascerà accompagnare dalla performance di Anthony, perché vogliamo essere tutti brave persone”. Harrison Ford aveva una speranza, lavorando a Captain America: Brave New World. “Volevo un film che si imponesse come un’esperienza emotiva per il pubblico. In questo caso, serviva anche una rappresentazione dell’umanità riconoscibile, buoni contro cattivi”. La pensa così anche Julius Onah, che ci ricorda come il rapporto tra emozione e azione debba essere sempre sbilanciato a favore della prima. “L’azione conta solo nella misura in cui ci porta a una destinazione emotiva”. Chiude, non poteva essere altrimenti, Anthony Mackie. Ragiona sul futuro dell’MCU, guardando al suo passato. “Mentre giravamo Endgame, Kevin mi ha detto: servirà un po’ di tempo, a noi e al pubblico, per lasciar andare questo film. Endgame – titolo scelto non a caso! – metteva la parola fine a una storia attraverso un grande crescendo di emozione. Cap è il primo Avenger, la pietra angolare dell’MCU. Da lui si parte per costruire, anche stavolta. Captain America è di nuovo il fondamento di un universo e di un crescendo di emozione. Per raggiungere l’obiettivo la Marvel mi ha dato uno script, una crew, un cast fantastici. Ne sono fiero”.