Jurassic Park, paleontologo guarda il film e sottolinea un imperdonabile errore scientifico: “Non ci sono prove”

Un paleontologo ha guardato Jurassic Park e ha sottolineato un imperdonabile errore scientifico: "Non ci sono prove di questo".

Nei primi anni ’90, Steven Spielberg portò sul grande schermo Jurassic Park, adattamento dell’omonimo romanzo di Michael Crichton, destinato a rivoluzionare il cinema. Il film racconta la storia di un parco tematico situato su un’isola remota, dove un gruppo di scienziati ha riportato in vita i dinosauri attraverso la clonazione del DNA conservato nell’ambra. Quando un team di esperti, interpretati da Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum, arriva per valutare la struttura creata dal visionario John Hammond (Richard Attenborough), una serie di guasti alla sicurezza scatena il caos.

Oltre alla sua spettacolarità, il film affronta tematiche profonde, sollevando interrogativi etici sulla scienza e sui rischi della manipolazione genetica. Il suo successo fu sancito da tre premi Oscar alla 66ª edizione dell’Academy Awards, vincendo nelle categorie Miglior Sonoro, Migliori Effetti Sonori e Migliori Effetti Visivi. La pellicola ebbe un impatto immediato e rivoluzionario sull’industria cinematografica, grazie all’uso innovativo della tecnologia digitale e dell’animatronica, che diedero vita ai dinosauri con un realismo senza precedenti. Con un budget di 63 milioni di dollari, Jurassic Park superò ogni aspettativa, incassando oltre 1 miliardo di dollari a livello globale. Questo straordinario successo lo consacrò come uno dei film più influenti degli anni ’90, lasciando un’impronta indelebile nella cultura popolare.

L’enorme risposta del pubblico spinse gli studios a trasformare il film in un franchise. Spielberg tornò alla regia con Il mondo perduto: Jurassic Park (1997), seguito da Jurassic Park III (2001), il primo capitolo della saga non diretto da lui, che ricevette un’accoglienza più tiepida. Dopo oltre un decennio di pausa, la saga tornò con Jurassic World (2015) di Colin Trevorrow, seguito da Jurassic World: Il regno distrutto (2018) di J.A. Bayona e Jurassic World: Dominion (2022), sempre diretto da Trevorrow. Il prossimo capitolo, Jurassic World: Rebirth (2025) di Gareth Edwards, avrà come protagonista Scarlett Johansson.

Tuttavia, non tutte le rappresentazioni dei dinosauri nella saga si sono rivelate accurate dal punto di vista scientifico. In un video per Vanity Fair, il paleontologo Mark Loewen dell’Università dello Utah ha analizzato nel dettaglio le inesattezze presenti nella serie, soffermandosi in particolare sul Dilophosaurus in Jurassic Park. “Uno degli errori più evidenti è la sua dimensione,” ha spiegato Loewen. “Nel film appare molto più piccolo della realtà: in natura, il Dilophosaurus era lungo tra i 7 e i 9 metri.” Ma non è l’unico aspetto inaccurato. Il paleontologo ha smontato anche la celebre scena in cui il dinosauro attacca il personaggio di Nedry (Wayne Knight), sottolineando che non esiste alcuna prova scientifica che il Dilophosaurus avesse una gorgiera retrattile o fosse velenoso.

“Gli animali che sputano veleno, come alcuni serpenti, possiedono denti cavi collegati a ghiandole velenifere, che permettono di iniettare il veleno sotto pressione,” ha spiegato Loewen. “Il Dilophosaurus non aveva questa caratteristica, né esistono prove che i dinosauri fossero velenosi.” Secondo l’esperto, queste licenze artistiche lo rendono “probabilmente il peggior dinosauro della saga di Jurassic Park” dal punto di vista della fedeltà scientifica. Nonostante le imprecisioni, Jurassic Park rimane un capolavoro del cinema, capace di affascinare generazioni di spettatori e di ridefinire il genere cinematografico legato ai dinosauri.