Cherry Juice: recensione del film di Mersiha Husagic
La recensione di Cherry Juice, il film per la regia di Mersiha Husagic, nelle sale cinematografiche italiane dal 20 febbraio 2025.
“Sono fortunata perché sono sopravvissuta alla guerra o sono maledetta perché l’ho vissuta?”, dice ciò Selma, interpretata dalla stessa regista, in una conversazione immaginaria all’amico Joe. Questo è uno degli interrogativi più complessi di Cherry Juice, film d’esordio della regista e attrice bosniaca Mersiha Husagic, basato sulla sua esperienza di rifugiata in Germania durante la guerra nell’ex Jugoslavia. Cherry Juise ruota intorno a due personaggi: Selma appunto e Niklas, diversi, lontani eppure ad un certo punto, quasi per caso, si incontrano. Selma aveva scritto la sceneggiatura di un film ma è stato cancellato quattro settimane prima dell’inizio delle riprese per l’arresto del regista, intanto in un altro luogo del mondo, un giovane attore tedesco, Niklas Dietrich (Niklas Löffler) si sta preparando ad interpretare una trans che lavora nel quartiere a luci rosse di Amburgo e per questo frequenta il mondo queer, ma nessuno lo ha avvisato che quel film non verrà più girato. Arrivato in aeroporto non trova nessuno. Tutto cambia quando incrocia lo sguardo di Selma, l’attrazione reciproca è palpabile e finiscono per godersi il Capodanno. Cherry Juice mescola piani, generi, stili, gioca con le atmosfere e racconta il dramma della guerra e le tenerezze dell’amore.
Cherry Juice: Selma e Niklas, due anime che si incontrano
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Mersiha Husagic – costretta a lasciare il paese a causa della guerra, insieme alla madre, ricongiungendosi con il padre ad Amburgo, dove si era recato in precedenza a causa delle persecuzioni politiche –, regista e sceneggiatrice del film, interpreta anche il ruolo di Selma che è barista e aspirante sceneggiatrice che ha scritto un film sulla sua infanzia, sulla guerra e le sofferenze vissute sulla propria pelle. Mentre un duro colpo, la cancellazione del film, si abbate su di lei, riflette Selma e ci fa sentire tutte le domande, i suoi dubbi, i suoi strazi che intrecciano ciò che è accaduto e ciò che succede ora. Ignaro della cancellazione del film Niklas, che avrebbe dovuto interpretare Joe che ha accolto Selma e la madre dopo la loro fuga da Sarajevo durante il conflitto, ha preso un aereo per arrivare in città e iniziare il lavoro. Cosa succederà quando due persone così differenti per vissuto e carattere si incontreranno?
Il film di Husagic utilizza due macro argomenti potentissimi e molto usati nell’arte, amore e guerra, ma la regista ha una voce unica in grado di conquistare lo spettatore anche grazie a Selma una protagonista dal carattere interessante, coraggiosa, indipendente, lei si mostra “nuda” con tutti i suoi sogni, le sue speranze, con il suo passato e i suoi dolori e non si può essere travolti da lei. Lei pensa sempre, la sua testa è sempre in movimento quasi come le sue gambe che macinano chilometri mentre la sua emotività è spesso custodita tra le sue cose più care. Selma ama profondamente il cinema, il suo lavoro e lo usa per attraversare i momenti difficili e superare i traumi, si dimentica tra un bicchiere e l’altro, “sedativo” per la tristezza della cancellazione del film, di avvisare quell’attore così lontano da lei, sarà un caso o il destino, ma quella dimenticanza cambierà per sempre le loro vite.
“Questo film significa tutto per me, non hai idea di cosa significhi”
Le cose, le persone, le situazioni cambiano gli individui, tutto acquista un significato, ciò che è stato, ciò che è e anche ciò che sarà. Selma e Niklas si confrontano ed emergono inevitabilmente anche le durezze e le debolezze dell’uno e dell’altra, ma come spesso capita l’incontro con l’altro serve a comprendersi meglio a tirare fuori ciò che non si sarebbe tirato fuori.
Cherry Juice: tra amore e guerra, si snoda un film di stili, generi e toni
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Niklas sembra avere un carattere molto diverso rispetto a quello di Selma, prende la vita in maniera molto più leggera e forse per questo sembra essere più spavaldo. Decide di vivere il momento, di non tornare subito indietro e trascorrere il Capodanno in Bosnia, con l’intento di passare l’ultima notte dell’anno in compagnia di quella ragazza, una sconosciuta praticamente, che gli appare tanto enigmatica quanto affascinante. I due iniziano a vagare per la capitale bosniaca, che ancora porta i segni della guerra, condividendo pensieri, scontri e momenti di crescente vicinanza. Quella notte si rivelerà destinata a segnarli profondamente, costringendoli a confrontarsi con se stessi e con le ombre del passato.
Selma si scopre a poco a poco, racconta la sua storia e Cherry Juice, per mostrare ciò che abita nella testa della protagonista, usa inserti animati, la sua fuga da Sarajevo insieme alla madre e l’incontro con Joe. La guerra prorompe così con un’animazione grezza, attraverso la drammaticità degli eventi quei disegni esprimono la paura della piccola Selma che ancora oggi, grande, continua a sentire le stesse emozioni. L’animazione poi si fa realtà in immagini di repertorio che diventano, se possibile, ancora più “reali”.
Cherry Juice: conclusioni e valutazioni
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Cherry Juice è una carezza e uno schiaffo grazie alla storia di due anime lontane ma affini che si parlano, si raccontano e ciascuno porta il proprio passato all’altro senza paura e riserve. Il cinema nel cinema aiuta lo spettatore ad entrare in un piccolo mondo che si apre se si è pronti ad accogliere il ritratto femminile di Selma che la regista si costruisce addosso. Fin dal titolo che sembra bizzarro ma che poi si scopre avere un significato profondo e doloroso, il film è una buona opera prima che con delicatezza fa riflettere gli spettatori. “Cosa lascia la guerra dietro di sé? E come si affronta ciò che rimane?”, le domande su cui si fonda l’idea del film, e poi quindi il film stesso, si poggiano nell’animo e nella testa di chi guarda e smuove emozioni difficili da costruire a tavolino.