Il contrattacco: recensione del film Netflix

La recensione del combat-movie con il quale il messicano Chava Cartas porta sullo schermo un feroce scontro a fuoco tra narcos ed esercito. Dal 28 febbraio 2025 su Netflix.

Non capita tutti i giorni di vedere un film d’azione di provenienza messicana, un genere che l’industria e i registi locali probabilmente non vedono di buon occhio al punto da produrne davvero con il contagocce. Diversa è invece la situazione sul fronte seriale con molti più show in circolazione, compreso quel Cella 211 che a inizio mese aveva lasciato il segno negli abbonati di Netflix. Ora a memoria, con uno sforzo non indifferente, se andiamo a scavare nel recente passato della produzione cinematografica l’unica traccia significativa porta al 2022 e a The Jesuit di Alfonso Pineda Ulloa, conosciuto anche come There Are No Saints. Ecco perché quando ci s’imbatte in uno dei rari esemplari di action made in Mexico la curiosità prende subito il sopravvento. Ed è quello che è accaduto scovando nel catalogo della grande N il film di Chava Cartas dal titolo Il contrattacco, rilasciato il 28 febbraio 2025 sulla piattaforma a stelle e strisce, laddove si è assestato immediatamente nelle posizioni più alte della top ten nella settimana d’uscita.

Il contrattacco ci porta nel cuore di un feroce scontro armato tra narcos ed esercito

Il contrattacco cinematographe.it

Scritto da José Rubén Escalante Méndez, Il contrattacco immerge lo spettatore nel cuore di una pericolosa operazione militare per il salvataggio di ostaggi che prende una brutta piega. Il film segue le vicende di cinque amici che, durante una giornata di shopping alla frontiera tra Messico e Stati Uniti, si trovano improvvisamente coinvolti in uno scontro violento con un gruppo di sicari. Tuttavia, ben presto si rendono conto che il vero obiettivo dell’agguato non sono loro, ma un’unità d’élite militare conosciuta come Murciélagos, ispirata ai leggendari Boinas Verdes o GAFES (Grupo Aeromóvil de Fuerzas Especiales) dell’esercito messicano. Situazioni di questo tipo in plot come questo sono all’ordine del giorno, motivo per cui non c’è da aspettarsi nulla di significativo sul fronte dell’originalità. Quando i protagonisti e i nuovi alleati sono costretti a barricarsi nel covo dove erano stati tenuti in custodia i sequestrati, per rispondere agli attacchi della frangia opposta, il racconto inizia a percorrere strade già battute, prendendo le sembianze del più classico degli home invasion e delle sue dinamiche. Di conseguenza non possono non tornare alla mente Radio West del compianto Alessandro Valori e ancora prima al carpenteriano Distretto 13 – Le brigate della morte, con remake di Jean-François Richet e il derivativo Nido di vespe di Florent Emilio Siri al seguito.

Il contrattacco non brilla per originalità narrativa perché punta tutto sull’intrattenimento e lo spettacolo balistico

La scrittura di conseguenza non può che mettersi al servizio di un racconto che ha poco da dire sul fronte narrativo e drammaturgico per scarsità di materia prima, per assenza di stratificazioni e twist, al fine di lasciare il palcoscenico alla componente action con il botta e risposta balistico e dinamitardo tipico dei combat-movie. Quel briciolo di linea mistery che si può rintracciare nella parte iniziale della timeline serve solo a creare una base sulla quale imbastire l’esile e scheletrico plot. Dunque poche parole e tanti fatti. Ed è a quelli che i fruitori de Il contrattacco devono attaccarsi per godersi la visione di un film che non ha nessuna pretesa o velleità autoriali, ma solamente esigenze legate all’intrattenimento. Quello che offre il regista di Guadalajara, tra gli emergenti della scena latino-americana, con la complicità del folto gruppo di interpreti e della crew è un’efficace combinazione di tensione e conflitti a fuoco. Quanto basta per garantire allo spettatore  una buona dose di adrenalina.

Il contrattacco: valutazione e conclusione

Il contrattacco cinematographe.it

Dal Messico un combat-movie di buona fattura tecnica, ma che scarseggia di originalità. Era prevedibile che sul piano narrativo venisse meno il suddetto ingrediente per fare spazio alla componente action. E infatti Il contrattacco offre una dose abbondante di adrenalina, iniettata negli occhi dello spettatore di turno grazie a scene d’azione di buona fattura e ricche di tensione. Del resto il mero intrattenimento rappresenta lo scopo principale di film come quello diretto da Chava Cartas, in cui la scrittura si limita a dare una base minima per imbastire il plot.   

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 2.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 2.5

2.8

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