Gene Hackman: 9 film da vedere per comprendere e amare una leggenda del cinema

Ripercorriamo la carriera DI Gene Hackman attraverso alcuni suoi film iconici.

Gene Hackman è morto. E anche se le circostanze della sua scomparsa – che se non fossero una tragedia e anche abbastanza fosca – potrebbero essere la trama di uno dei tantissimi thriller che ha girato, uno di quelli così tenebrosi e violenti da lasciare senza fiato; ebbene, questo gigante della recitazione, questa vera e propria leggenda del Cinema che ha contribuito a costruire le fondamenta della New Hollywood e a traghettarla verso e attraverso gli oscuri Anni Novanta, va ricordato ovviamente per i suoi film, alcuni capolavori assoluti, altri resi preziosi dalla sua presenza, altri ancora opere che inquadrano un ben preciso momento storico e politico.

E allora noi lo ricordiamo con una manciata di film: nella quale, a parte gli immancabili grandi classici, ci sembra giusto inserire quelli meno conosciuti ma che prendono il volo (anche) grazie a lui, alla sua forza recitativa, al suo volto. Perché Gene Hackman è stato e sarà per sempre uno dei più grandi attori americani della Storia del cinema.

Gene Hackman, lo “spietato” vincitore di due premi Oscar

Due Oscar vinti (Il Braccio Violento Della Legge e Gli Spietati), cinque nomination, due Bafta, un Orso d’Argento (Mississippi Burning – Le Radici dell’Odio), quattro Golden Globe, e poi svariati riconoscimenti minori: Gene Hackman è stato un punto fermo del cinema americano per quarant’anni, recitando in film di altissima qualità ma anche popcorn movie, anticipando tanti suoi colleghi nel suo tentativo di rivalutare con la sua presenza i cinecomics (anche se qui si parla di un pilastro, il Superman di Richard Donner). Ed ecco gli imprescindibili.

1. La Conversazione tra i film da vedere

La Conversazione (The Conversation), di Francis Ford Coppola, 1974: il film più personale di Coppola è un’opera vertiginosa sul senso di colpa e sull’impossibilità di decifrare i rumori di fondo del mondo contemporaneo. Più si tenta di ingrandire il particolare, più il senso del totale sfugge, e la realtà capovolge ruoli e senso delle cose. Capitale.

2. Mississippi Burning

Mississippi Burning, di Alan Parker, 1988: la segregazione secondi i canoni western. Probabilmente Parker non regge la forma drammatica fino alla fine, ma l’epilogo ha una macchinosità che non fa perdere forza alla funzione di denuncia. Oscuro.

3. Gli spietati

Gli Spietati (The Unforgiven), di Clint Eastwood, 1991: il west di Eastwood è una terra al crepuscolo, stanca e disincantata, un’epoca (e un’epica) disincantata che si sta consumando con gli ultimi lampi. La violenza fantasmatica del regista, che tornerà in altri film successivi, qui viene addolcita con squarci di inaspettata delicatezza. Malinconico.

4. Potere Assoluto

Potere Assoluto (Absolute Power), di Clint Eastwood, 1997: sempre Eastwood che ricompone i temi offerti dal libro originale di David Baldacci, con la paternità o il cinema come unica possibile visione di verità. Il thriller è il grimaldello che scardina, rivelandosi come dispositivo di accelerazione delle componenti con precisione calibrata al millesimo. Totemico.

5. Arma da taglio è uno di quei film che rappresentano il lato B di Gene Hackman

Però, anche se i ruoli che lo hanno consacrato e fatto restare nella memoria sono quelli dove metteva la maschera del burbero dai modi spicci e a volte violenti, Hackman era un interprete raffinatissimo per come riusciva ad essere versatile senza mai snaturarsi, caratterizzando sempre e comunque ogni personaggio.
Nessun tipo di elenco potrebbe essere esaustivo, e allora l’invito è quello di cercare e vedere o riscoprire i film in cui Hackman passa dalla serie A alla serie B, quelli dove nonostante il regista fosse un signor nessuno – anche se incredibilmente dotato – lui aveva la stessa scioltezza e sicurezza con la quale avrebbe indossato il ruolo di una via in Gli Spietati (The Unforgiven, 1991) di Clint Eastwood.
La storia del cinema è fatta, soprattutto, di testi minori, di titoli dimenticati, di quei film che non riescono a restare negli annali ma intanto mettono mattone sopra mattone per costruire qualcosa: film artigianali fatti con passione, dove la mancanza di soldi (e fama) viene sostituita dalla passione e quindi dalla forza del cinema.

Arma da taglio (Prime Cut), di Michael Ritchie, 1972: lui è il villain e vende donne come tagli di carne, in uno dei più esplosivi braccio di ferro cinematografici mai visti tra Hackman e Lee Marvin. Il regista merita una riscoperta per la sua tecnica adrenalinica. Fulminante.

6. Frankenstein Jr

Frankenstein Jr (Young Frankenstein), di Mel Brooks, 1990: apice delle parodie cinefile. Il capolavoro di Brooks è anarchico, sensuale, mimetico, pieno d’inventiva: e contiene una delle scene comiche più divertenti e surreali di sempre, con un incredibile Gene Hackman quasi irriconoscibile sotto ogni punto di vista.

7. Eureka

Eureka, di Nichols Roeg, 1983: opera tra i vertici di Roeg, ammantata dal magnifico cinema surreale e paranoico dell’autore. Drammaturgia labirintica, intellettualismo, passione, accostamenti di montaggio evocativi e provocatori, esoterismo: ma soprattutto prove d’attore incredibili. Alchemico.   

8. Il Braccio Violento Della Legge

Il Braccio Violento Della Legge (French Connection), di William Friedkin, 1971: tra i tanti motivi per amare questo film è il fatto che il seguito è un capolavoro come il primo. Ma Friedkin crea un ambiente claustrofobico e paranoico dove il pericolo è nascosto dietro ad ogni incrocio. Colori cupi della fotografia, montaggio parallelo, musiche ansiogene, in uno dei primi film che mescola l’estetica delle attrazioni con un taglio semi-documentaristico, dove più si cerca di aderire al vero, più i personaggi sfuggono a qualsiasi classificazione. Ottundente.  

9. Senza Via Di Scampo

Senza Via Di Scampo (No Way Out), di Roger Donaldson, 1987: il segretario della difesa (Hackman) vuole incastrare Kevin Costner, e da qui parte una storia che stringe le mani sul collo e leva letteralmente il fiato.  Regia sicura e brillante, attori notevoli, una fotografia elegante e vellutata. Mozzafiato.