Gli alieni esistono e il governo USA lo sa: il documentario che svela 80 anni di segreti
Il documentario The Age of Disclosure, diretto da Dan Farah, svela 80 anni di segreti e rivela che le tecnologie aliene potrebbero salvarci.
Da oltre 80 anni, il governo degli Stati Uniti studia segretamente i fenomeni UAP (Unidentified Aerial Phenomenon), la nuova definizione ufficiale per gli UFO. Documenti, testimonianze e analisi scientifiche indicano che questi velivoli non solo esistono, ma possiedono una tecnologia che sfida le leggi della fisica. Il documentario The Age of Disclosure, diretto da Dan Farah e presentato al SXSW, raccoglie le dichiarazioni di figure di spicco della comunità militare e dell’intelligence, confermando la presenza di veicoli non umani recuperati, avanzate tecnologie sconosciute e persino corpi di esseri extraterrestri.
Alieni, UAP e segreti di Stato: il documentario The Age of Disclosure prova che non siamo soli

Secondo le testimonianze raccolte, la segretezza è stata mantenuta per motivi di sicurezza nazionale: la corsa per decifrare e sfruttare questa tecnologia coinvolge non solo gli Stati Uniti, ma anche altre potenze mondiali come Cina e Russia. Queste nazioni sarebbero impegnate nel reverse engineering dei veicoli recuperati, alimentando una competizione che ha impedito una piena divulgazione al pubblico.
Nel documentario emergono anche dettagli sconcertanti su come gli UAP abbiano influenzato eventi critici nel corso della storia recente. È stato documentato che alcuni di questi oggetti avrebbero addirittura interferito con test nucleari, accendendo e spegnendo testate atomiche senza alcuna spiegazione plausibile. Inoltre, la loro capacità di muoversi a velocità incredibili, senza alcun sistema di propulsione visibile, ha portato gli scienziati a ipotizzare che operino all’interno di “bolle” spazio-temporali in cui le leggi della fisica funzionano in modo diverso. Tuttavia, avvicinarsi a questi oggetti sembra avere conseguenze devastanti: sono stati registrati danni fisici e persino morti tra coloro che hanno avuto contatti ravvicinati con queste anomalie.
Oltre alla componente scientifica e militare, The Age of Disclosure esplora il lato umano e politico della questione. Molti dei testimoni intervistati hanno affrontato minacce e intimidazioni nel tentativo di rendere pubbliche queste informazioni. L’ex funzionario del Pentagono Lue Elizondo, tra i protagonisti del documentario, racconta di aver subito “pressioni estreme” e di aver temuto per la propria vita dopo aver lasciato il Dipartimento della Difesa per denunciare la segretezza sugli UAP. Anche politici e membri dell’intelligence hanno rifiutato di parlare per paura di ritorsioni o danni alla loro carriera.
Nonostante queste difficoltà, il documentario trasmette anche un messaggio di speranza: la tecnologia UAP potrebbe rappresentare una svolta per l’umanità. Se riuscissimo a comprenderla e utilizzarla, potremmo rivoluzionare il settore energetico, eliminando la dipendenza dai combustibili fossili e risolvendo molte delle crisi ambientali che affliggono il pianeta. Tuttavia, per arrivare a questo punto, è fondamentale che l’opinione pubblica si interessi all’argomento e spinga per una maggiore trasparenza.
La grande domanda, dunque, non è più se gli UAP siano reali, ma cosa decideranno di fare i governi con queste informazioni. Il documentario evidenzia che il futuro della divulgazione dipende dalla pressione dell’opinione pubblica: solo se le persone chiederanno risposte, chi detiene questi segreti sarà costretto a condividerli. Con milioni di visualizzazioni già dal rilascio del trailer e una première al Paramount Theater durante il SXSW, The Age of Disclosure promette di essere un punto di svolta. L’era della segretezza sta finendo, e la domanda da porsi ora è: siamo pronti a conoscere la verità?