Dope Thief: recensione della serie crime Apple TV+

Tanta azione, suspense e divertimento nello spettacolo prodotto da Peter Craig e Ridley Scott, che segue le vicissitudini di due delinquenti sventurati!

Dope Thief, la serie tv basata sull’omonimo libro di Dennis Tafoya, racconta la vita di due mascalzoni, amici da tempo immemore, che si fingono agenti della DEA per derubare una casa sconosciuta nella campagna di Philadelphia. Il loro “piccolo” tentativo di reato si trasforma in un evento pericoloso dove la vita è in gioco, quando i protagonisti scovano fortuitamente il più grande corridoio segreto di narcotici della costa orientale. Dope Thief (il cui pilot è diretto da Ridley Scott) debutta su Apple TV+ il 14 marzo 2025, con i primi due episodi degli otto complessivi, seguiti da due nuove puntante che saranno disponibili ogni venerdì, fino al 25 aprile.

Dope Thief – Tanta azione, suspense e divertimento nello spettacolo prodotto da Peter Craig e Ridley Scott, che segue due delinquenti sventurati

Philadelphia, 2021, Ray (Brian Tyree Henry) e Manny (Wagner Moura) sono legati da una vecchia amicizia già dai tempi del riformatorio in cui i due sono cresciuti, purtroppo senza mai abbandonare la via criminale. Il loro “mestiere” attuale consiste nel fingersi agenti della DEA e penetrare così nelle case – nei nascondigli degli spacciatori, ricolmi di sostanze stupefacenti e di denaro. Mentre Ray deve prendersi cura di Theresa, la donna che lo ha cresciuto dopo la morte della madre e dopo il fermo del padre, con cui Theresa aveva una relazione; Manny, invece, vorrebbe abbandonare la strada del crimine per potersi sposare con l’amata Sherry. Intanto la loro attività si rivela particolarmente redditizia. Ma se è vero che chi semina raccoglie, i frutti del lavoro non sono sempre uguali; e un giorno Manny e Ray decidono di aumentare la posta in gioco. Scelgono di fare irruzione in un laboratorio fuori città. Quello che non sanno ancora è che la casa selezionata questa volta è amministrata da una delle più feroci organizzazioni di narcotraffico degli Stati Uniti, la quale non accetterà di buon grado l’intrusione nei loro affari dei due “superpiedi quasi piatti”. Da quel giorno, perciò, Ray e Manny saranno costretti a proteggersi le spalle.

Una storia che si sposta “lateralmente”, che cattura a ogni bivio, con le sue inversioni e colpi di scena veri e propri

Dope Thief prende avvio da una base originale, quella di due rapinatori di pusher che si fingono sbirri – come detto- e da qui esplode sullo schermo una storia incredibile che si sposta sempre “lateralmente”, che cattura a ogni bivio, con le sue inversioni e con i colpi di scena veri e propri. Sotto un preciso aspetto i due amici sono tipici criminali sfortunati, ma questi precipitano rapidamente in una vicenda, dove paradossalmente sembra che neanche gli attori prevedano (e sono molto bravi a farci captare questo principio del nulla assoluto) come reagire o tutto quello che accadrà nel corso delle altre puntate. Pazzesco.

Dope Thief: valutazione e conclusione

Dope Thief racconta una storia capace di mescolare dramma, suspense, azione e divertimento. Apprezzabile e divertente dal primo all’ultimo episodio, che vi terrà praticamente incollati allo schermo! Chi guarderà simpatizzerà senza eccezioni con Ray e Manny che diventeranno subito familiari e a dispetto di quello che riescono ad escogitare non si può non sostenerli mentre li seguiamo nelle loro traversie, in una Philadelphia sudicia e biasimevole, com’è ritratta dalla fotografia. La serie tv racconta infatti una storia sorprendente con due personaggi mediocri, focalizzandosi molto sul loro legame, o meglio sulla co-dipendenza tra i due. Dope Thief dice molto del loro passato: i due protagonisti “sono insieme in un mondo problematico”, sono diventati fratelli durante l’esperienza in riformatorio, dunque il loro legame è singolare; e – a differenza dell’esperienza traumatica – è indistruttibile.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.5