Nonostante: recensione del film di Valerio Mastandrea
Nonostante è il secondo film da regista diretto da Valerio Mastandrea che torna dietro la macchina da presa dopo il buon esordio del 2018, Ride, dove però non era presente anche in veste di attore. Qui è invece nel cast corale insieme a Dolores Fonzi, Lino Musella, Giorgio Montanini, Justin Alexander Korovkin, Laura Morante, Luca Lionello e Barbara Ronchi, tutti interpreti di un’ottima performance, mite, lieve e raffinata come è il film. Nonostante affronta tematiche importanti e drammatiche, partendo da situazioni spesso tragiche, ma lo fa con una cifra stilistica differente, che si allontana dal senso di sconforto e dalla sofferenza che queste vicende provocano, distanziandosi anche da come spesso vengono state rappresentate sul grande e piccolo schermo. Nelle sale dal 27 marzo 2025 distribuito da BIM Distribuzione, Nonostante è la storia di Lui, un uomo in coma a seguito di un incidente, che, steso su un letto d’ospedale, passa le sue giornate insieme agli altri compagni di reparto, ognuno di loro chiedendosi se si risveglieranno o se si addormenteranno per sempre, ma più di tutto sperando che il ricordo di quei giorni possa non svanire mai.
Nonostante e l’originalità nel sistema di racconto
La seconda esperienza dietro la macchina da presa per Valerio Mastandrea non è solo più originale e compiuta, capace di dare un senso di completezza alla storia, ma anche più matura. Un genere che si avvicina e rasenta il fantastico, un’esplorazione, senza intento di analisi, di una condizione avvolta dal mistero, di una vita a parte quella terrena. Nonostante è un film che parla di temi come la morte, la malattia, il coma, il sogno, la mente che dormiente, improvvisamente, si risveglia, e lo fa con leggerezza e dolcezza, tralasciando con adeguata risolutezza i coefficienti più amari, malinconici e tediosi di una situazione fatta spesso di lacrime e dramma. Ma se il punto di vista è un altro e ogni cosa viene filtrata dagli occhi di chi in quello stato di apparente incoscienza si ritrova, ecco che tutto cambia.
Nonostante stimola la curiosità e stuzzica l’inventiva di un qualcosa di ignoto, che non si vuole svelare, ma che ha le stesse possibilità di essere reale come di non esserlo. Anche la suggestione del vento, come campanello d’allarme per una vita che sta scivolando via è un elemento simbolico che non è solo indovinato, ma anche metafora e traslazione che rappresenta al meglio la sensazione di un qualcosa che non si può scegliere, di un destino, un fato o una conseguente casualità che con forza decide per gli altri. Così come psiche e intelletto si fanno personificazione delle anime che spiritualmente abitano quel luogo, ma che si spera tornino, un giorno, ad abitare fisicamente anche il proprio corpo. Il contenuto del film, tanto enigmatico quanto indeterminato e per questo impalpabile, viene esplicitato con assoluta semplicità, con la stessa ordinaria routine che vivono coloro che aspettano di svegliarsi o di abbandonare per sempre quel mondo.
Un duplice messaggio in una serie di percezioni
Nonostante si tramuta così in pretesto per parlare di emozione, di sensibilità e di complicità, di quell’amore che si sviluppa prima per una comunanza di vite, ma che diventa poi imprenscindibile quando arriva al sentimento. Nonostante è un film esile e tenue nella regia, nella fotografia e anche nell’interpretazione, ma ogni scena trasuda emotività, perché è quello il vero cuore del racconto. Se ciò che porta i personaggi a valutare l’eventualità della fine, il film suggerisce come non si può mai parlare di fine finché si è capaci di provare qualcosa. E che il vero coraggio non è nell’accettare ciò che sta accadendo fuori dal proprio controllo, ma affrontare quell’emozione che spesso si allontana e che tiene il più delle volte ancorati alla vita. Nonostante diventa l’occasione che non si è avuta, o che forse si è persa e che si può trovare anche quando sembra che tutto intorno a sé lo impedisca.
Nonostante: valutazione e conclusione
C’è un’autenticità in Nonostante che dimostra una chiarezza di intenti e una tecnica che punta sulla linearità, dando forse alla sceneggiatura e alle figure retoriche sapientemente inserite negli aspetti visivi, il principio filmico più affascinante a attrattivo. Nonostante parla infatti di temi e domande universali, ma nel profondo, alla base di tutto, c’è la forza dell’amore, che va oltre ogni confine, a patto che il primo confine da superare sia il coraggio di viverlo. Ma accanto a un genere che somiglia al soprannaturale e al romantico, ma che non è nessuno dei due, si ritrova un insieme di linguaggi e caratteri che vanno poi a confluire in un’atmosfera unica, che è sospesa, tra le forme, tra le categorie e, in ultima istanza, tra la vita e la morte.
Se nel complesso ci sia la speranza del ricordo e di un cambiamento che può sempre avvenire, Nonostante lascia anche una libera interpretazione, rendendo percepibile un messaggio, ma anche una vera e propria storia da raccontare. Quello dei personaggi di Nonostante è un viaggio emotivo intrapreso senza opzioni in una condizione difficile, assurda e mai vissuta prima, ma non per questo che necessita di risposte certe che avrebbero allontanato il film da quello che era il suo obiettivo primario. Anche tale scelta dà a questo secondo lungometraggio un approccio più spontaneo e naturale che riesce però comunque a rompere degli schemi, quelli che il protagonista crea da solo a se stesso, che nessuno ha stabilito e che Lui, come ogni essere umano, prima o poi ha bisogno di far crollare.