Generazione romantica: recensione del film di Jia Zhangke
Vent'anni di storia raccontata in Generazione romantica: la recensione del film cinese del regista Leone D'Oro Jia Zhangke.
Siamo a Datong, città della provincia dello Shanxi in Cina, nel 2001. Una ragazza parte alla ricerca del suo fidanzato, che ha l’lasciata per andare a cercare fortuna altrove. In questo suo viaggio, la giovane attraverserà vent’anni di storia, tramite i suoi cambiamenti sociali ed economici. L’apprezzato regista Jia Zhangke dirige Generazione romantica, nelle sale dal 17 aprile 2025, un’opera completa che racconta non solo una storia d’amore – la scelta di focalizzarsi su questi due personaggi, l’umile Qiao Qiao e il suo manager Guao Bin – ma anche un Paese che negli ultimi due decenni ha vissuto una trasformazione a più livelli. Conosciamo i protagonisti della pellicola quando sono due ragazzi e li ritroviamo, vent’anni dopo, adulti, maturi, invecchiati, con qualche consapevolezza in più. Ciò si riflette anche nella storia cinese e in quella del suo popolo: dall’estasi culturale degli anni 2000 alla tragedia della pandemia di Covid, che colpisce durante il Paese e finisce per isolarsi dal resto del mondo. Un po’ come i due protagonisti: separati da giovani, si ritrovano spaesati e sembrano due anime ormai sconosciute.
Generazione romantica: un’epopea sentimentale ma anche una riflessione del regista sulla sua Cina

Generazione romantica segue una straziante e disperata storia d’amore che riflette sulla crisi della Cina dell’ultimo ventennio: da Stato futuristico e meta turistica, a un Paese che sta ancora pagando le conseguenze della sua trasformazione socio-economica. Jia Zhangke coniuga passato e presente per raccontare un’epopea sentimentale, nonché una riflessione sulla sua Cina. L’amore tra Qiao e il suo manager Bin è al centro della narrazione, ma allo stesso tempo funge da cornice all’intero racconto; il regista compie una riflessione su tutti i grandi stravolgimenti che ha dovuto affrontare il Paese del Dragone: dall’estasi nazionalista per la scelta di Pechino scelta per ospitare i Giochi olimpici del 2008, alla realizzazione della diga idroelettrica che ha portato malcontento tra le piccole comunità di sfollati (tema già affrontato in Still Life), culminando infine con uno dei periodi più oscuri, la pandemia di Covid-19 che ha messo in ginocchio il mondo intero.
E’ bene precisare che Generazione romantica è il risultato di oltre vent’anni di assemblaggio di ben 22 filmati: il lockdown non permise al regista di girare con facilità il film che voleva. Per questo motivo decise di realizzare qualcosa di unico. Un film che unisse vecchie riprese, realizzate con tecnologie diverse, e nuove scene girate con le moderne tecniche di ripresa. Di conseguenza, gli attori invecchiano insieme al film, inclusa l’attrice protagonista, Zhao Tao (moglie e musa del regista). Nel corso di vent’anni di assemblaggio assistiamo quindi all’evoluzione non solo del racconto, ma anche del modo di fare cinema.
Generazione romantica: valutazione e conclusione

Generazione romantica racchiude un finale dolce-amaro. Qiao è una giovane ballerina e cantante che si guadagna da vivere come meglio può, finché non incontra Bin, un produttore musicale. La loro storia è passionale, ma anche violenta, tant’è che a un certo punto lui decide di mollarla e lasciare Datong per tentare la fortuna altrove. Qiao è disperata e si mette sulle sue tracce, ma sul suo lungo viaggio ventennale scopre una Cina in continua evoluzione, in cui capitalismo e lotte di classe opprimino i più deboli. Alla fine del suo percorso, Qiao e Bin si incontreranno di nuovo: ormai stanchi e invecchiati, verranno a patti con una società cambiata e che li ha profondamente cambiati. Generazione romantica ha un ritmo a tratti lento, quasi poetico, che si unisce a una fotografia maestosa e incantevole: i luoghi di una Cina quasi dimenticata fanno sognare e sospirare.