I peccatori: recensione del film di Ryan Coogler

Un’esperienza unica nel panorama dell’horror contemporaneo. Un film che danza con il diavolo.

I Peccatori (titolo originale: Sinners) è il nuovo film horror diretto da Ryan Coogler (autore di Black Panther e Creed), nelle sale italiane dal 17 aprile 2025, distribuito da Warner Bros. Pictures. 
Ambientato nel Mississippi degli anni ‘30, il film mescola elementi di horror gotico, folklore afroamericano e critica sociale, raccontando la storia dei gemelli Smoke e Stack, interpretati da Michael B. Jordan.
Tornati nella loro città natale, per lasciarsi alle spalle le loro vite travagliate, i due fratelli, alla ricerca di un nuovo inizio, si trovano ad affrontare una nuova minaccia, scoprendo che un male soprannaturale e oscuro è pronto ad accoglierli nuovamente.

I Peccatori: un horror contro la segregazione razziale, con uno straordinario Michael B. Jordan:

Il film esplora temi di redenzione, identità e lotta contro il male, utilizzando il soprannaturale come metafora delle ingiustizie sociali e razziali dell’epoca. La presenza dei vampiri funge da simbolo delle forze oppressive che minacciano la comunità afroamericana nel contesto storico della segregazione razziale.
Ryan Coogler dimostra ancora una volta la sua capacità di fondere cinema di genere e impegno sociale in una narrazione ambiziosa ma potente e visivamente magnetica. Con I Peccatori, la sua prima incursione nell’horror puro, Coogler non si limita a spaventare: costruisce un’opera stratificata, densa di simbolismi e riferimenti culturali. La sua regia è precisa, controllata, ma mai fredda o distante: ogni inquadratura ha un peso drammatico, ogni scelta registica –  è finalizzata a immergere lo spettatore nella psiche dei protagonisti e nella cupezza del contesto storico.
Particolarmente efficace è il modo in cui gestisce il doppio ruolo di Michael B. Jordan: grazie a un uso intelligente del montaggio e della regia degli attori, Coogler riesce a rendere distinti e credibili i due gemelli, dando loro voce e identità specifiche. Inoltre, la regia valorizza il lavoro di squadra con i suoi collaboratori storici (Beachler, Arkapaw, Göransson), riuscendo a creare un linguaggio visivo e sonoro coerente che arricchisce la narrazione.

Una sceneggiatura in cui il grottesco si amalgama al simbolismo evocativo

Michael B. Jordan offre una performance intensa e ben riuscita nei panni dei due gemelli, dimostrando la sua versatilità nel gestire i ruoli distinti ma complementari. Hailee Steinfeld, nel ruolo di Mary, figura chiave nella trama, aggiunge profondità emotiva al film, contribuendo a rafforzare i temi centrali della storia.
La sceneggiatura, scritta dallo stesso Coogler, è il suo primo copione originale, dopo aver adattato storie reali o fumetti nei suoi  precedenti lavori. Il film si distingue per la sua capacità di intrecciare elementi horror con una narrazione ricca di significato sociale e culturale e calibra un linguaggio grottesco ad un simbolismo evocativo.

Scenografia e fotografia: un connubio visivo potente

La forza visiva de I Peccatori nasce dall’alchimia perfetta tra la fotografia di Autumn Durald Arkapaw e la scenografia di Hannah Beachler, premio Oscar per Black Panther.  Insieme costruiscono un mondo credibile, malinconico e intriso di simbolismo, capace di evocare sia l’oppressione storica sia l’inquietudine soprannaturale che pervade la pellicola.
Arkapaw, lavorando in pellicola 65mm e IMAX 70mm, restituisce un’immagine materica, intensa e ricca di profondità. La luce naturale è spesso contrapposta a forti contrasti notturni, con ombre lunghe e colori che enfatizzano il senso di isolamento e minaccia. I campi lunghi sugli spazi rurali del Mississippi si alternano a claustrofobici interni che sembrano inghiottire i personaggi, amplificando la tensione drammatica.
Beachler, dal canto suo, ricostruisce il “Sud” degli anni ’30 con un’attenzione maniacale ai dettagli: abitazioni in legno decadenti, chiese sconsacrate, paesaggi paludosi e oggetti del quotidiano carichi di storia e memoria. Ogni elemento scenico ha un valore narrativo, visivo e simbolico. Il set diventa un personaggio a sé, vivo e parlante, che accompagna e riflette i tormenti interiori dei protagonisti.
L’unione tra fotografia e scenografia è perfettamente orchestrata da Coogler, che utilizza lo spazio e la luce per suggerire significati, evocare paure ancestrali e denunciare violenze storiche. Un lavoro visivo che non si limita a essere estetico, ma diventa parte integrante del racconto.

Suono e musica: un viscerale rituale blues firmato Ludwig Göransson

La colonna sonora, composta da Ludwig Göransson, premio Oscar per Black Panther, integra elementi musicali che richiamano il blues e la tradizione musicale afroamericana, contribuendo a sottolineare i temi emotivi e narrativi del film. La musica gioca un ruolo cruciale nella trama e il design del suono  costruisce quell’atmosfera di suspense e terrore che rendono l’esperienza sensoriale coinvolgente .

 I Peccatori: valutazione e conclusione

In sintesi, I Peccatori si presenta come un’opera cinematografica ambiziosa che unisce maestria tecnica e profondità tematica, offrendo un’esperienza unica nel panorama dell’horror contemporaneo.
In definitiva, Coogler firma un horror d’autore che non ha paura di essere politico, poetico e profondamente umano.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 5
Recitazione - 4
Sonoro - 5
Emozione - 4

4.2