iHostage: la storia vera dietro al thriller Netflix

Tra le novità più discusse del 2025 su Netflix, spicca iHostage, un thriller olandese ispirato a un fatto realmente accaduto nel 2022.

Tra le novità più discusse del 2025 su Netflix, spicca iHostage, un thriller olandese ispirato a un fatto realmente accaduto nel 2022. Ambientato nel cuore di Amsterdam, il film ripercorre una drammatica presa di ostaggi avvenuta in pieno giorno in un Apple Store, ricostruendo con accuratezza i momenti di paura, tensione e trattativa tra il sequestratore e le forze dell’ordine. La vicenda, ripresa da testate internazionali, ha scosso l’opinione pubblica per la sua brutalità e per la determinazione delle forze speciali olandesi nel risolvere la crisi.

La trama di iHostage: un’urgente corsa contro il tempo

iHostage si apre con un uomo armato che fa irruzione in un negozio di elettronica nel centro di Amsterdam. Indossando un abbigliamento mimetico e trasportando armi pesanti, tra cui un mitragliatore Skorpion VZ 61, l’uomo prende in ostaggio decine di persone. Tra gli ostaggi vi sono clienti e dipendenti, alcuni dei quali riescono a nascondersi in un piccolo ripostiglio per evitare il contatto diretto con l’aggressore.

Il sequestratore avanza richieste precise: 200 milioni di euro in criptovalute e la garanzia di una via di fuga sicura. Comunica con le autorità attraverso telefonate e messaggi inviati alla stampa, lanciando minacce e accusando il governo di abbandonare i suoi cittadini.

Nel corso delle ore, la situazione diventa sempre più tesa. L’arrivo dei negoziatori della DSI (l’unità speciale della polizia olandese) dà il via a un lungo confronto con il sequestratore, mentre all’interno del negozio si vive una costante atmosfera di terrore.

I fatti reali dietro iHostage: il caso di Abdel Rahman Akkad

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Il 22 febbraio 2022, Abdel Rahman Akkad, un 27enne di origini siriane residente ad Amsterdam, ha messo in atto una presa di ostaggi all’interno dell’Apple Store situato nell’edificio Hirsch, in Leidseplein. Armato di una pistola e un mitragliatore, ha bloccato circa 70 persone, tra clienti e dipendenti, nel negozio.

La polizia ha risposto in pochi minuti, ma Akkad ha aperto il fuoco contro le pattuglie all’esterno, fortunatamente senza colpire nessuno. Poco dopo ha contattato la centrale operativa, presentando le sue richieste. Alcuni ostaggi sono riusciti a nascondersi, tra cui un dipendente che, mantenendo la calma, è rimasto in contatto con le autorità per diverse ore.

Uno degli ostaggi, un cittadino bulgaro di 44 anni, è stato costretto a fungere da scudo umano. La situazione si è sbloccata solo alle 22:30, quando la polizia ha utilizzato un robot telecomandato per consegnare dell’acqua. Nel momento in cui l’ostaggio ha afferrato la bottiglia, ha approfittato dell’occasione per fuggire, spingendo Akkad a inseguirlo. A quel punto, un’auto della polizia ha travolto il sequestratore, che è stato subito soccorso e trasportato in ospedale, dove è deceduto il giorno successivo, il 23 febbraio.

Un evento straordinario che ha sconvolto la città

Le indagini successive hanno rivelato che il giubbotto esplosivo indossato da Akkad era in realtà composto da materiali fittizi, usati per esercitazioni militari. Questo ha confermato che, pur non essendo realmente esplosivo, il pericolo percepito era autentico e giustificava la delicatezza delle operazioni.

Akkad aveva precedenti penali, tra cui possesso illegale di armi e denunce per stalking. L’auto usata per il trasporto delle armi era intestata ad Albert Heijn, nota catena di supermercati olandese, per cui il sequestratore lavorava come corriere.

Il sindaco di Amsterdam ha successivamente premiato cinque persone per il loro coraggio, tra cui l’ostaggio bulgaro e quattro dipendenti che avevano contribuito alla sicurezza degli altri presenti.

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