Diamanti: dov’è stato girato? Tutte le location romane del film di Ferzan Özpetek
. Come in molti dei suoi film precedenti, anche questa volta Roma gioca un ruolo fondamentale: non è solo sfondo, ma vera e propria anima pulsante del racconto.
Con Diamanti, Ferzan Özpetek torna a raccontare storie dense di emozione, attraverso un mosaico tutto al femminile che si sviluppa tra passato e presente. Come in molti dei suoi film precedenti, anche questa volta Roma gioca un ruolo fondamentale: non è solo sfondo, ma vera e propria anima pulsante del racconto. La città eterna si mostra in tutta la sua bellezza sospesa nel tempo, accogliendo le protagoniste in un abbraccio fatto di vicoli, palazzi antichi e suggestioni visive che amplificano il tono poetico della narrazione.

Il regista turco, ormai romano d’adozione, ha scelto con cura i luoghi in cui ambientare la pellicola, restituendo allo spettatore un’immagine di Roma intima, autentica e meno turistica, ma non per questo meno affascinante. Diamanti è un viaggio che si muove tra due epoche – gli anni ’70 e i giorni nostri – e lo fa attraversando alcune delle zone più evocative della capitale.
Il cuore di Diamanti batte a Testaccio
Il quartiere Testaccio, da sempre caro a Özpetek, rappresenta la cornice principale della pellicola Diamanti. Con le sue strade lastricate, i palazzi popolari e quell’atmosfera di quartiere vissuto, Testaccio è perfetto per ospitare le storie delle donne protagoniste. Il rione, un tempo cuore pulsante della Roma operaia, conserva ancora oggi un’anima autentica, popolare e piena di contrasti: tradizione e modernità convivono tra mercati rionali, murales, trattorie storiche e spazi riconvertiti alla cultura.
Qui si svolgono molte delle scene in esterna, e il quartiere si presta perfettamente a esprimere i temi centrali del film: la sorellanza, la memoria, la fatica del lavoro quotidiano, il senso di comunità e la resilienza femminile.
L’Aventino e il “buco della serratura”
Altra location di Diamanti è il colle Aventino, una delle aree più eleganti e silenziose della capitale. In particolare, è stata scelta una palazzina storica in Piazza dei Cavalieri di Malta, proprio davanti al celebre “buco della serratura” che offre una visione incantevole della cupola di San Pietro, incorniciata dal viale alberato del giardino dell’Ordine di Malta.
Questa palazzina è stata trasformata nella sartoria dove si svolge gran parte dell’azione. Tutti gli ambienti interni sono stati allestiti per ricreare l’atmosfera di un laboratorio artigianale d’altri tempi: macchine da cucire, scaffali pieni di tessuti, cartamodelli, specchi antichi e strumenti da lavoro evocano il mondo della moda e del costume teatrale e cinematografico, omaggiando la maestria delle sarte italiane.

Il Giardino degli Aranci e le passeggiate tra le epoche
Alcune scene di Diamanti si svolgono anche all’esterno, tra le vie alberate che circondano l’Aventino. Una in particolare, considerata una delle più toccanti, si svolge presso il Giardino degli Aranci. Questo splendido parco panoramico, affacciato sul Tevere, regala una vista mozzafiato sulla città e viene scelto da Özpetek per una scena carica di tensione e poesia tra i personaggi interpretati da Jasmine Trinca e Luisa Ranieri. Sebbene il murales visibile nella sequenza non esista realmente, è stato creato digitalmente.
La sartoria Tirelli Trappetti e il tributo all’artigianato
In Diamanti non poteva mancare un omaggio alla storica sartoria Tirelli Trappetti, una vera istituzione del costume teatrale e cinematografico italiano. Il costumista del film, Stefano Ciammitti, ha raccontato come la produzione sia stata accolta negli archivi tessili e fotografici della sartoria, un patrimonio unico che ha arricchito notevolmente la componente visiva della pellicola.
Le attrici hanno avuto modo di confrontarsi con le sarte, osservando i loro gesti, ascoltando le loro storie, immergendosi in un mondo fatto di cura e dettagli. Un momento chiave è legato all’iconico abito rosso, realizzato con oltre 160 metri di tessuto, doppiato con crinolina nera.

Roma nel piatto: le delizie culinarie di Testaccio oltre le location di Diamanti
Parlando di Roma non possiamo tralasciare il lato gastronomico. La cucina romana è un pilastro culturale della città, fatta di piatti semplici ma intensi. Tra i primi più amati ci sono la carbonara, la cacio e pepe e l’amatriciana, tutte a base di ingredienti genuini come pecorino, guanciale e pasta fatta in casa. Nei secondi spiccano la coda alla vaccinara, l’abbacchio a scottadito e la trippa alla romana, piatti legati alla tradizione popolare. I contorni come i carciofi alla giudia e i dolci come i maritozzi con la panna completano un’esperienza gastronomica vera, da vivere soprattutto nel quartiere Testaccio, cuore pulsante della vera cucina capitolina.
Anche in Diamanti, le tavole apparecchiate e i pranzi condivisi tra le protagoniste diventano simbolo di calore umano e di un’Italia che vive ancora nei piccoli gesti quotidiani.
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