Gerri: recensione della serie TV crime di Rai Fiction
Arriva su Rai 1 dal 5 maggior 2025, Gerri, serie tv crime drama di Rai Fiction con protagonisti Giulio Beranek e Valentina Romani.
Gerri, serie tv Rai, prodotta da Cattleya e Rai Fiction e diretta da Giuseppe Bonito, arriva in prima serata su Rai 1 a partire dal 5 maggio 2025. Con nel cast principale Giulio Beranek e Valentina Romani, seguiti da Fabrizio Ferracane, Irene Ferri, Roberta Caronia, Carlotta Natoli, Massimo Wertmüller e moltissimi altri, Gerri è tratta dal romanzo di Giorgia Lepore, adattato per il piccolo schermo da Donatella Diamanti e Sofia Assirelli. Divisa in quattro puntate, ognuna in onda per quattro serate ogni lunedì alle 21.15 e poi in streaming su RaiPlay. Gerri è una serie tv poliziesca con al centro la figura, appunto, di Gerri, ispettore di polizia di origine rom, inquieto e alla ricerca di risposte su un passato misterioso e sfuggente. Tra fascino e carisma, Gerri è brillante, acuto e intuitivo, anche se spesso poco ortodosso nei metodi e nel dover sottostare ai suoi superiori, per questo è considerato una figura scomoda, nonostante le evidenti capacità. Invidiato da alcuni, stimato da altri, nessuno osa mai mettere in dubbio i suoi sospetti e il suo operato.
Gerri e la sua identità indefinita che lo porta a schierarsi dalla parte dei più deboli

Gerri è un personaggio ricco di contraddizioni e che si preannuncia anche come un protagonista originale nel panorama delle serie tv poliziesche italiane. Non solo per quell’indole intuitiva, per andare contro le regole e per essere rispettato solo da chi riconosce le sue doti che pur violando il protocollo, arrivano sempre alla verità. E forse neanche per quel senso di malinconia e sofferenza che lo rende affascinante e tenebroso. Gerri ha un passato misterioso che sin dal primo episodio guiderà la trama orizzontale, del quale lui stesso sembra ignaro, con frammenti di ricordi e immaginazione che affollano la sua mente quando non ha più nessuno da salvare. Mosso dall’istinto ha le proprie leggi da rispettare, quelle che lo obbligano a non lasciare indietro nessuno. Come si vede nella prima puntata, Gerri crede fortemente alle parole della giovanissima Lavinia, migliore amica della vittima, le cui dichiarazioni destano però continui sospetti, rovesciando alibi e mettendo in pericolo lo stesso Gerri.
Ma Gerri sente che la ragazza cercava in realtà, sola contro tutti, di sperare in un ideale di giustizia. Gerri si sente affine a coloro che vede come fragili, soli, dimenticati ed emarginati. Gerri, che a volte appare ribelle e imperscrutabile, possiede una propria disciplina, che può apparire rigida, ma che vale per sé, perché la persona con la quale è realmente sincero è se stesso. Nel corso della stagione, troverà con sorpresa altre persone realmente interessate a risolvere casi, a mettersi dalla parte delle vittime, senza preoccuparsi di infastidire le persone sbagliate. Ed è qui che entra in gioco Lea Coen, una sempre in parte Valentina Romani, che vede in Gerri non solo l’ispettore con una propensione per sospensioni e richiami, ma uno dei pochi ispettori che hanno fatto della propria etica per la giustizia e la fiducia negli altri, il primo passo per distinguere i veri colpevoli da quelli più facili da imputare. Il rapporto con la Coen sembra pronto ad evolvere, essendo entrambi insieme una squadra vincente.
Personaggi secondari strettamente legati alla figura principale che compongono l’universo della serie

Lea Coen è capace di mettere ordine nella continua confusione che vive Gerri e nel contrapporre la propria mentalità lucida, individuata anche in un incarico specifico e un ruolo ben preciso di fronte a chi sente di non far parte di nessuno dei gruppi che lo accolgono e respingono, lo amano e lo odiano. Gerri, essendo anche una serie tv corale, vede altre due figure come primarie nel dare spessore e nel costruire al meglio il piccolo mondo che ruota attorno al protagonista. Alfredo e Claudia, interpretati rispettivamente da Fabrizio Ferracane e Roberto Caronia sono per Gerri come un padre e una madre spirituali, un affetto sincero e una guida a volte da seguire altre da contraddire. È la sua famiglia d’origine che Gerri non conosce e le cui fondamenta si intravedono nel suo passato turbolento ed enigmatico: anni densi di ombre arcane e incognite inaccessibili. Il bisogno del contatto umano, la ricerca delle proprie origini, la presa di coscienza e la pace con se stessi sono tutti temi cardine.
La serie tv non lascia poi da parte subplot quali le dinamiche familiari, la criminalità, il razzismo e la capacità di amare: quel legame del quale Gerri sa di non potersi mai davvero fidare. Tra azione e ironia, sentimentale e crime, Gerri non è però esente da difetti: alcune battute didascaliche e delle tematiche fin troppo palesate, che interessano l’ambito più sociale della serie tv. Piccole imperfezioni che spesso marcano il pilot o la première di stagione, formati spesso utilizzati per presentare il mondo delle serie. Completamente distante il caso verticale, articolato e denso di piccole insidie che coinvolgono Gerri in prima persona, che rimandano a vecchi crimini rimasti irrisolti e alla profonda morale che vive nel personaggio. Ambientata in Puglia, è Trani la location le cui bellezze storiche e artistiche illuminano luoghi meno noti, dal lungomare alla zona del porto della città, fino ai vicoli che, intrecciati e aggrovigliati si districano e aprono in piazze ampie che danno respiro. La luminosità del sole d’inverno nelle località scelte crea infatti un contrasto con l’oscurità e con quel continuo alone di mistero e ambiguità che cresce attorno a Gerri.
Gerri: valutazione e conclusione

La serie tv Gerri racconta anche, irrimediabilmente un altro tema che difficilmente si è visto legare al crime e cioè quello dell’abbandono, una crisi che il protagonista affronta cancellando e rimuovendo tutto ciò che lo riporta a quegli anni, diviso tra il voler conoscere le motivazioni che hanno portato sua madre a lasciarlo e il voler fingere che tutto ciò non sia mai accaduto, che ormai sia un momento sepolto e superato, ma in realtà troppo doloroso da affrontare. Gerri si propone come una serie tv dove al centro c’è un corpo di polizia eterogeneo e variegato, ognuno che si rapporta con Gerri in maniera diversa, ognuno basilare e imprenscindibile non solo alla buona riuscita televisiva, ma in qualche modo anche al funzionamento della squadra. Molto concentrata sul temperamento e l’anima di Gerri, ma anche su tutto quello che accade nella cittadina di Trani, con una serie di elementi e risorse all’attivo per dar vita a un racconto che esplora più aspetti, con casi avvincenti, ardui e contorti, un filo conduttore che interessa il protagonista principale e una serie di rapporti che appaiono ostacolo e sostegno per quell’arco di trasformazione che Gerri potrebbe compiere.
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