Napoli – New York: dov’è stato girato? Le location del film di Gabriele Salvatores

Trieste, con il suo patrimonio architettonico mitteleuropeo e il suo porto storico, si è prestata perfettamente

Con Napoli – New York, Gabriele Salvatores torna a raccontare una storia di fuga e speranza, ispirandosi a un soggetto incompiuto di Federico Fellini e Tullio Pinelli. Il film segue le avventure di due bambini che, nel secondo dopoguerra, lasciano la miseria di Napoli per inseguire il sogno americano. A interpretarli, insieme a un cast di grande livello, troviamo Pierfrancesco Favino nel ruolo del commissario di bordo. Ma se la trama ci porta oltreoceano, le riprese, sorprendentemente, si sono svolte in gran parte in Italia, in particolare a Trieste, che si è trasformata nella New York degli anni Cinquanta grazie all’occhio visionario di Salvatores.

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Trieste: la New York italiana

Trieste, con il suo patrimonio architettonico mitteleuropeo e il suo porto storico, si è prestata perfettamente a diventare la controfigura della Grande Mela. Non è la prima volta che il regista sceglie il capoluogo giuliano per le sue opere, ma in Napoli – New York il legame si rafforza ulteriormente. Trieste, infatti, è stata in grado di offrire una varietà di scenari urbani e marittimi capaci di evocare le atmosfere della New York del dopoguerra, senza mai risultare artefatta.

Le principali location Napoli – New York scelte includono luoghi come Palazzo Carciotti, con la sua imponente architettura neoclassica affacciata sul mare, e il Porto Vecchio, uno dei più grandi porti storici d’Europa, che conserva intatta la sua atmosfera industriale d’epoca. Il Salone degli Incanti, ex Pescheria Centrale trasformata in spazio espositivo, diventa un set ideale per le scene d’interni più suggestive.

Tra grattacieli e caffè storici in Napoli – New York

Una delle scelte più affascinanti riguarda Palazzo Berlam, il cosiddetto “grattacielo triestino” costruito nei primi anni del Novecento. Con i suoi tratti architettonici che richiamano lo stile americano dell’epoca, il Palazzo si trasforma credibilmente in un edificio della Manhattan degli anni Cinquanta. Non mancano set più raccolti e carichi di storia, come la Stazione Marittima e Piazza San Giovanni, cuore pulsante della città.

Anche i luoghi della quotidianità triestina entrano a far parte del film Napoli – New York: la Chiesa di Sant’Antonio, simbolo religioso cittadino, il Caffè San Marco, storico ritrovo di intellettuali e scrittori, e la Pasticceria Bomboniera, famosa per le sue specialità dolciarie. Questi spazi conferiscono alle riprese un’autenticità che solo Trieste, con il suo spirito sospeso tra culture diverse, può offrire. Gli esterni del Savoia Excelsior Palace, elegante albergo affacciato sul mare, completano la trasformazione della città in una vibrante New York cinematografica.

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Il ritorno di Salvatores e l’omaggio a Trieste

Gabriele Salvatores non ha mai nascosto il suo affetto per Trieste. In occasione delle riprese di Napoli – New York, ha ricordato come, agli inizi della sua carriera, la città fosse ancora poco battuta dal cinema e come lui sia stato uno dei primi a scommettere sul suo potenziale scenografico. Il regista ha dichiarato di sentirsi sempre a casa qui, affascinato dall’energia liquida e multiforme che Trieste sa offrire.

Anche Pierfrancesco Favino ha sottolineato il suo amore per la città, definendola “unica”, capace di mettere chiunque a contatto con se stesso grazie alla sua identità stratificata e vibrante. Non è un caso, dunque, che proprio qui sia stata allestita la mostra Lo sguardo invisibile presso la Casa del Lavoratore Portuale, dedicata alle fotografie di scena dei film di Salvatores girati in Friuli Venezia Giulia, a testimonianza di un legame profondo e creativo.

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I sapori di Trieste: oltre le location di Napoli – New York

Ma Trieste conquista anche attraverso la sua gastronomia, fatta di influenze italiane, slave e austriache. Tra le specialità più celebri troviamo il jota, una zuppa robusta a base di crauti, fagioli e patate, perfetta per i freddi venti di bora. Immancabile è anche il goulash triestino, variante locale del piatto ungherese, con carne tenera e spezie decise.

Presnitz

I dolci raccontano una storia a sé: dalla pinza triestina, soffice pane dolce pasquale, alla presnitz, ricco rotolo di pasta sfoglia ripieno di frutta secca e spezie, ogni morso parla di un incrocio di tradizioni. Senza dimenticare il rito del caffè: Trieste vanta una cultura del caffè tra le più raffinate d’Italia, con torrefazioni storiche e caffetterie eleganti che raccontano secoli di commerci e scambi culturali.

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