Inception: spiegazione del finale del film di Christopher Nolan
La bravura indiscussa di Leonardo DiCaprio, il rimando alle opere di Escher e poi… il finale di Inception, quella trottola che gira e si lascia notare, dall’inizio alla fine; quel totem che diviene la nostra guida all’intero della pellicola lasciandosi maneggiare, studiare, guardare infinitamente e segnalandoci la differenza tra il sogno e la realtà. Quella stessa trottola che inciampa continuamente nella nostra memoria e ci induce a domandarci: come finisce davvero il film di Christopher Nolan?
Qual è la vera spiegazione del finale di Inception?
Il film del 2010 con Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Ellen Page, Marion Cotillard e Cillian Murphy innesca labirinti apparentemente reali, ma fatti totalmente di sogni; livelli multipli che si complicano di volta in volta, andando a fondo nel subconscio e distaccandoci gradualmente e pericolosamente dalla realtà.
L’unico modo per non rimanere intrappolati in un mondo finto è avere un punto di riferimento, un oggetto che indichi il confine tra apparenza e vita reale. Il totem del protagonista – Cobb, interpretato da Leonardo DiCaprio – è una trottola. Se la trottola smette di girare, lui è certo di trovarsi nel mondo reale; viceversa, quando gira senza mai fermarsi, sa di trovarsi in un sogno.
Nel finale di Inception vediamo Cobb tornare finalmente a casa dai suoi figli: un’immagine ricorrente nel corso del film.
Chiaramente la prima cosa che fa è accertarsi di dove si trova, così si avvicina al tavolo della cucina e fa volteggiare il suo totem. Lo vediamo allontanarsi per andare incontro ai suoi bambini; la macchina da presa lo segue per poi ricondurci ancora su quel piano, dove la trottola gira e non accenna a fermarsi.
Un ultimo fotogramma manifesta un tremolio dell’oggetto e innesca ancora una volta, fino alla fine, il dubbio: dove ci troviamo davvero?
Un finale volutamente aperto, in grado di rimarcare quanto sia forte la volontà di Cobb di rivedere la sua famiglia e quanto anche noi spettatori siamo interessati a conoscere la realtà. Pare che Nolan abbia fatto di proposito questa scelta, proprio per far comprendere quanto i sogni siano belli ma futili senza il supporto della vita concreta. Il protagonista del suo film si è disabituato al mondo vero, preferendone uno inventato, forse più bello, ma confusionario e privo di senso.
Il sogno in Inception è come una droga, una presenza di cui la pellicola diventa succube
Tirando le somme: il personaggio di DiCaprio nel finale si trova nel sogno o nella realtà? Proprio per l’ambiguità voluta dal regista, ci sono diverse teorie.
La prima sostiene che si trova nella realtà, basandosi sulla presenza del suocero di Cobb, interpretato da Micheal Caine, che non vediamo mai apparire nel sogno.
Però questa prima teoria stride con diversi punti, in primis l’età dei figli che vediamo apparentemente sempre uguali, come se il tempo per loro non fosse trascorso. Poi c’è il problema del ritorno negli Stati Uniti – ricordiamo che il protagonista non può tornare perché accusato dell’omicidio della moglie – per intercessione di Saito (Ken Watanabe), ma davvero l’uomo è così importante da far mutare le decisioni della legge?
Altri interrogativi si nascondono dietro al totem, che se ricordate bene apparteneva alla defunta moglie Mal e che quindi teoricamente non dovrebbe funzionare per Cobb, anche se c’è chi sostiene che il suo vero totem sia la fede (che non porta nella realtà ma solo nei sogni e nel finale non ce l’ha), quindi la trottola potrebbe essere solo uno specchietto per le allodole.
L’anello per Cobb è un simbolo: nella sua mente è sempre legato alla moglie, è sempre sposato e quel cerchio metallico che gli stringe il dito rappresenta in fondo il suo obiettivo, cioè ricongiungersi con la sua famiglia.
Ma, attenzione! L’anello non può essere un totem poiché quest’ultimo dovrebbe essere presente sempre, sia nei sogni che nella realtà.
Un altro interrogativo si nasconde nella sequenza in cui Cobb scende dal terzo livello per recuperare Fischer, ma la domanda in questo caso è: va nel limbo o in un quarto livello?
In ogni caso, volendo essere positivi e abbracciare l’ipotesi migliore, ovvero il risveglio nella realtà, possiamo anche pensare che i bambini siano davvero cresciuti (ma dopotutto non ci viene mai specificato quanto tempo è passato), che Saito ha davvero il potere di convincere la legge a far rientrare il protagonista negli Usa senza problemi e che il suo vero totem sia la trottola che sì, è vero: è il totem di Mal, ma dopotutto lei è morta e solo Cobb può sapere come funziona.