Bates Motel 5 – Rihanna e il suo debutto nei panni di Marion Crane
Rihanna ha finalmente fatto il suo debutto in Bates Motel 5 nei panni di Marion Crane, ruolo reso famoso da Janet Leigh nel 1960 nel film di Alfred Hitchcock Psycho.
“Lei ha un enorme carisma,” dice il produttore esecutivo Carlton Cuse. “Penso che sia un caso che un qualsiasi numero di cantanti riescono con successo anche a recitare. Tra i miei preferiti ci sono Barbara Streisand e Frank Sinatra”.
Il casting, che è stato annunciato al Comic-Con, è nato quando Cuse so è imbattuto in un articolo su Vanity Fair in cui Rihanna ha detto di essere una fan della serie. Gliel’ha chiesto e lei ha accettato di sospendere il suo tour mondiale per una settimana per filmare i due episodi. La star apparirà anche nella puntata della prossima settimana, dal titolo Marion, che andrà in onda il 27 marzo.
Premettendo che la scena della doccia è una delle più famose e che faceva parte del piano dei produttori fin dall’inizio, il produttore esecutivo Kerry Ehrin ha detto a Variety:
“È sempre stata un’idea quella di far passare Bates Motel attraverso Psycho come se fosse un tunnel, anche se ha portato a una destinazione diversa”.
I produttori hanno sempre detto che i due progetti prendono strade divergenti, il che significa che la Marion Crane del film non è la stessa donna che incontriamo nella serie e che viene interpretata da Rihanna.
“Abbiamo trascorso molto tempo a parlare di come doveva essere il personaggio di Marion Crane nel 2017, doveva essere un personaggio molto diverso da quello nel film di Hitchcock del 1960,” – spiega Cuse.
Aggiunge Ehrin, “È stato importante cercare di portare il personaggio nel mondo contemporaneo”.
I produttori lodano l’etica del lavoro della cantante sul set, dato il fitto calendario delle riprese – 35 pagine in un lasso di tempo limitato -:
“Abbiamo avuto questo programma incredibilmente ambizioso in cui stavamo cercando di girare questa enorme mole di lavoro per due episodi in una settimana”, dice Cuse. “Lei era così impegnata, ha davvero lavorato duro […]”.