La Ragazza Dei Miei Sogni: recensione del film di Saverio Di Biagio

Un'ottima fotografia e delle performance attoriali valide purtroppo non bastano a lasciarci apprezzare pienamente La Ragazza Dei Miei Sogni.

La Ragazza Dei Miei Sogni (qui il trailer) è un film di Saverio Di Biagio, selezionato come film d’apertura del Bif&st 2017 e in concorso in anteprima internazionale al Houston World Fest.

Il film ha come protagonista un ragazzo così inetto e insoddisfatto da non avere neanche un nome, ma solo un’iniziale, P (Primo Reggiani), che è un trentenne condizionato da una vita asettica e piatta, da un lavoro che gli ricorda di non avercela fatta come scrittore e da un amore mai confessato all’amica Margherita (Chiara Gensini). Tutto cambia quando P conosce Sofia (Miriam Giovanelli), la ragazza che sognava e se ne innamora alla follia. I due iniziano una relazione felice, finché Alessandro (Nicolas Vaporidis) mette in guardia il ragazzo della pericolosità della ragazza, incarnazione del male e dei suoi retroscena misteriosi.

La Ragazza Dei Miei Sogni: un urban-fantasy che mischia troppi generi, creando molta confusione e forzatura

Il film vuole rappresentare un amore magico e contrastato, moderno e senza tempo, peccato che questo amore sia ingiustificato – sembrerebbe solo attrazione fisica – né tanto meno sia supportato da dialoghi coerenti o significativi. L’idea di fondo è che l’incanto e la magia nascondono significati dietro a ogni cosa e che quando le fantasie si concretizzano, poi non le si controllano più.

Il regista definisce La Ragazza Dei Miei Sogni come un un urban-fantasy; definizione che, però, non è riscontrata nel film se non nell’ultima parte. La prima scena sembrerebbe proiettarci verso il genere drammatico, che poi si trasforma in una commedia romantica, rivelandosi come urban-fantasy solo verso la fine. Il tutto finisce, quindi, per mischiare troppi generi, creando molta confusione e forzatura.
Il protagonista viene trascinato nel mondo dell’occulto: entreranno in gioco l’incubus e il succubus, il demone che prende sembianze maschili o femminili. Lo scopo dell’intero film dovrebbe essere un cambiamento del protagonista dopo l’immersione in questo mondo, ma alla fine si ritrova esattamente come all’inizio.

Pare evidente che il difetto più grande del film sta nella debolezza della sceneggiatura, scritta da Francesco Dimitri.

Il film è tratto da un libro di Francesco Dimitri, che si è anche occupato della sceneggiatura, ma che probabilmente non ha mantenuto un occhio esterno al suo lavoro per notarne buchi, difetti e mancanze. Forse un lavoro a quattro mani avrebbe riscattato un po’ il film. L’impressione che si ha è un’eccessivo attaccamento dello scrittore alla sua opera, che produce una confusione di fondo e un’inconsistenza nella narrazione da non sottovalutare. La crescita del protagonista è nulla, il personaggio di Alessandro proviene dal nulla e diventa subito il confidente di P, i dialoghi sono vuoti, il personaggio del migliore amico sparisce e il finale è confuso. Insomma, il film purtroppo rimane molto superficiale, catalogandosi come “dimenticabile”.

Una lancia va però spezzata a favore della fotografia, curata da Francesco Di Giacomo, che riesce a creare un mondo gotico nell’underground urbano della città di Bari, che tra strade e mare aiuta molto a creare un’incanto visivo. Anche il cast è buono: Vaporidis e Giovanelli fanno un ottimo lavoro e non è da meno Primo Reggiani che quest’anno ha due film in uscita, ma gli è andata male: nonostante le sue performance molto buone, qui e in Ovunque Tu Sarai (recensione), rimane sempre danneggiato da sceneggiature deboli.

Il film sarà nelle sale il 27 aprile 2017.

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 1
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 1
Emozione - 0.5

1.5